
La storia poco nota di un religioso dell’ottocento
Semplificando al massimo si potrebbe dire che questa è un storia di una storia minore. Non è un gioco di parole, ma un “flash” della biografia di un religioso dell’ ottocento che ha esercitato la sua missione sacerdotale al servizio della gente semplice, prevalentemente agricolo-contadina prealpina.
Gervasio Cambiano, che si presenta come storico locale, delle tradizioni e della cultura popolare, ci offre un sintetico spaccato di questa realtà.
Tuttavia il suddetto studioso nello stesso tempo evidenzia efficacemente una componente della vita quotidiana e sociale dei ceti popolari, profondamente impregnata e regolata da pratiche e testimonianze religiose.
Aspetti culturali e antropologici questi che sono sempre stati marginalmente studiati e considerati poco significativi per essere menzionati per il dovuto riconoscimento.
Tutto sommato il breve scritto veicola anche l’ invito subliminale agli studiosi di storia del costume e di antropologia a non ignorare la realtà importante della “ storia minore” che in ogni caso ha costituito l’ impalcatura della storia civile, economico-produttiva e culturale dei ceti popolari dell’ ottocento e dei primi decenni del novecento.
In sostanza si percepisce la necessità di riconoscere il ruolo della stragrande maggioranza popolare, politicamente silenziosa, ma concreta e vitale, su cui e con cui gli eventi hanno forgiato la “grande storia”.
Come sempre un ringraziamento all’ Autore e buona lettura.
DON LUIGI BALBIANO il prete del quotidiano ordinario
Uno dei più straordinari ( ma anche poco conosciuti) sacerdoti della Diocesi di Torino fu don Luigi Balbiano nato a Volvera nel 1812 e morto ad Avigliana nel 1884 dov’ è tutt’oggi sepolto nella nuova Chiesa parrocchiale vicino alla ferrovia.
La grandezza di don Balbiano fu di essere e rimanere un “piccolo ed anonimo ” vicecurato per tutta la vita. Infatti per ben 47 anni fu il vice della Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Avigliana.
Nella Chiesa antica è ancora oggi conservato il celebre confessionale dove vi passava ore ed ore a sentire i peccati della sua gente. Ma questa sua profonda modestia e distacco dalle cose terrene, non gli impedì di diventare famosissimo in tutta la fascia prealpina che va dalla Val Sangone alla bassa Val Susa.
Estremamente rigoroso nella vita personale, estremamente pio, preciso, puntuale e infaticabile nella vita religiosa, nei confronti dei suoi parrocchiani era invece fonte inesauribile di vera misericordia, messa in pratica con interventi miracolosi, estesi anche a tutti coloro che ricorrevano ai sui buoni uffici.
Famosissimo il suo straordinario interagire (come si direbbe oggi) con la natura: la grandine al suo invocare cessava di colpo, la tempesta all’ apparire della sua figura benedicente si placava e così via.
La sua memoria, fin dalle settimane successive alla scomparsa, fu tenuta viva nel tempo.
Nel 1923 da un suo pronipote per via di madre , fratel Angelo Borgogno di Volvera (1889 -1982), religioso dei Fratelli delle Scuole Cristiane del La Salle, in qualità di promotore, iniziò la lunga strada della causa di Beatificazione di don Balbiano.
Nel 1981 venne dichiarato Servo di Dio col titolo di Venerabile, che è un po’ il primo scalino prima della beatificazione.
Nella settimana dal 28 maggio al 2 giugno 2012 in Volvera vi svolsero grandi celebrazioni per questo suo illustre figlio.
Infine dopo una così straordinaria vicenda religiosa ed umana, non si può fare a meno di stabilire un parallelo con la vita e l’opera di un altro grande sacerdote che operò nella stessa zona prealpina: don Giuseppe Viotti scomparso a Forno di Coazze solo 9 anni fa.
Gervasio Cambiano
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Articolo pubblicato il 21/03/2016