I dimenticati - "Rango"

Dal regista della famosa saga de "I pirati dei Caraibi", una divertente avventura cartoon/western su un camaleonte pistolero

Gore Verbinski è sicuramente un regista che divide critica e pubblico con ogni suo film. Troppo commerciale e piegato alle esigenze di pubblico in certi film, troppo "lento" e pretestuosamente "artistico" in altri?

Non che condivida troppo la critica quando punta il dito alla "lentezza" come difetto per un film... secondo chi ragiona col parametro della "velocità" per giudicare una pellicola, allora "Speed" sarebbe il miglior film del mondo rispetto a un "2001 - Odissea nello spazio", film dai ritmi volutamente rallentati e portati quasi a zero in certi frangenti... anche se il sottoscritto non disdegna neppure il funanbolico film con l'autobus esplosivo di Jan De Bont a dire il vero, ma semplicemente si fa il paragone per affermare che non è il "ritmo" a decretare la qualità di un film.


Certi film sono costruiti apposta per colpire l'attenzione del pubblico, altri invece "necessitano" di tutta l'attenzione possibile dal pubblico per essere goduti appieno. Sono semplicemente diversi gli intenti per cui è fatto il film in questione: intrattenere o divertire lo spettatore oppure cercare di colpirlo con qualcosa di nuovo, diverso oppure qualcosa di antico e già visto ma raccontato in un modo tutto nuovo.

Tornando a Verbinski, dal suo divertente esordio con "Un topolino sotto sfratto", successo di critica e di pubblico che gli spiana la strada ad Hollywood, al clamoroso flop di "The Mexican", seppur divertente e ritmatissima avventura di confine con protagonista la coppia di star Brad Pitt/Julia Roberts; fino al nuovo successo con "The Ring", remake dell'horror omonimo giapponese in cui il fantasma di una incazzatissima e malefica ragazzina uccideva senza pietà chiunque guardasse una certa videocassetta, ovviamente non prima di averla spaventata a morte per sette lunghi giorni.


Ma è probabilmente per la sua saga de "I pirati dei caraibi" che è più conosciuto al grande pubblico, composta di tre film tra il 2003 e il 2007 che narrano le gesta del capitano pirata "Jack Sparrow", un goliardico e caciarone Johnny Depp, cui si affiancano le vicende amorose della coppia Keira Knightley/Orlando Bloom; sballottati durante l'intera trilogia avanti e indietro nelle acque dei Caraibi e costretti ad affrontare ufficiali corrotti, pirati rintronati e inoltre una gran varietà di creature soprannaturali come la ciurma "non morta" al comando di Geoffrey Rush e l'altrettanto pericoloso "semi-umano" Bill Nighy, al comando di un'altrettanto variopinta ciurma di uomini con fattezze e membra di animali marini e creature degli abissi.

Quattro anni dopo l'uscita al cinema dell'ultimo capitolo intitolato "Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo", Verbinski porta sul grande schermo un divertentissimo cartone animato d'ambientazione western chiamato "Rango", un camaleonte pistolero cui da la voce, nella versione originale, il versatile e simpatico Johnny Depp; doppiato invece in italiano dall'altrettanto bravo Nanni Baldini.


Il film all'epoca fu un grosso successo di pubblico, raccimolando quasi 250 milioni di dollari in giro per il mondo e altri 40 milioni circa nelle vendite in DVD/Blu-Ray, anche se è finito presto con l'essere dimenticato grazie al successivo (e ingiustificato) flop commerciale di "The Lone Ranger", altra commedia western interpretata ancora da Johnny Depp nel ruolo del cowboy indiano "Tonto", taciturno e simpatico personaggio che affianca le avventure del "Ranger solitario" interpretato da Armie Hammer.

Tornando a "Rango", il film è uno degli esempi di come si possa unire una storia con personaggi simpatici e scene d'azione divertenti in grado di far battere le mani dalla gioia ai più piccini, assieme a un background con citazioni a vagonate e riferimenti pressochè continui ai western più classici, riproponendo figure, temi e situazioni già viste ma gustosamente riproposte (e torniamo al discorso iniziale del "antico raccontato in modo nuovo") in una salsa quasi "disneyana", dove colori e animaletti saltellanti si fondono alla perfezione con degli scenari polverosi da far west e scorci panoramici ispiratissimi degni del miglior John Ford o Sergio Leone.


"Rango" non è altro che la versione Verbinskiana del vecchio "pistolero senza nome", non a caso infatti è lo stesso protagonista ad assegnarsi il soprannome, senza mai rivelarci il suo precedente nome adottivo nella sua precedente vita come "animale domestico".

Arrivato nella desolata cittadina di "Dirt" (polvere) il piccolo camaleonte si "trasformerà" (neanche a dirlo, per un camaleonte) da immane racconta balle che favoleggia di imprese che non ha mai vissuto, mutandosi poi nell'eroe di cui tutta la città ha bisogno, stretta d'assedio da un gruppo di banditi capeggiati dal malvagio pistolero "Jake Sonagli" e come non bastasse per la carenza d'acqua sempre più vicina a trasformare davvero la città in un mucchio di polvere senza vita.


Ma esaminiamo più dettagliatamente i punti di forza che rendono questo film, a opinione di chi vi parla, veramente degno di essere visto nonchè anche il miglior film mai fatto finora da Gore Verbinski.


LO SPIRITO DEL WEST
Perfettamente incarnato sia nella ricostruzione dei vari ambienti che nelle scelte di regia adoperate in tutte le scene del film, si cala fin dall'inizio nel mito del western di frontiera tanto caro agli appassionati del genere grazie a un mix decisamente ben riuscito e miscelato da Verbinski.

Grandiosi campi lunghi con squarci di sole all'orizzonte per esaltare la bellezza desolata del deserto del Mojave dov'è ambientata la vicenda, alternati a primissimi piani e dettagli del volto e le armi e i vestiti di tutti i protagonisti, in perfetto stile alla Sergio Leone quindi, ma non solo.


Come già detto il film è un catalogo di citazioni del genere western, dalla "Trilogia del dollaro" a "C'era una volta il West" per la gioia dei fans Leoniani; ma non mancano anche gli stili più classici e altrettanto spettacolari dei vari John Ford o Howard Hawks nell'uso a profusione di tutta una serie di archetipi e stilizzazioni nella fauna che popola la storia e gli scambi di battute che avvengono tra i vari personaggi.

Dialoghi quindi pieni di ammiccamenti umoristici a una serie di western più "americani" che vanno da "Un dollaro d'onore" a "Sentieri selvaggi", per citare giusto due dei grandi film dei registi di cui si prende amorevolmente gioco questo cartone animato; nonchè anche film più moderni come "Chinatown" o i vari polizieschi de "L'ispettore Callaghan", quest'ultimo palesemente citato nel finale dal serpente che sfida il pistolero dicendo "Coraggio, fatti ammazzare!", omonimo film del 1983 diretto e interpretato da Clint Eastwood.


Clint Eastwood che appare poi in carne e ossa in una scena stessa del film (anche se doppiato da Timothy Olyphant) in una figura mistica avvolta nello storico e iconico poncho di Leoniana memoria, confortando e consigliando nel momento di maggior difficoltà lo sventurato e perduto camaleonte protagonista.


TEMPESTE DI POLVERE E PIOGGIA DI CITAZIONI
Non solo lo "spirito del west" è sempre presente nel cartone animato a livello tecnico/concettuale, ma praticamente ogni scena e ogni dialogo fanno sempre riferimento a miti o altri film del genere, riveduti e corretti in chiave umoristica e demenziale per entrare alla perfezione nel caricatore a 6 colpi della storia sul nostro caro camaleonte pistolero.

Dal suddetto cattivo "Jake Sonagli" che indossa lo stesso cappellaccio largo e schiacciato di Lee Van Cleef nei film di Leone, al proprietario terriero che è una tartaruga su una sedia a rotelle in lotta per avere la terra della bella possedente come in "C'era una volta il West"; fino all'iconico vecchio Clint di spalle con poncho svolazzante nel vento polveroso del deserto; il film di Verbinski diventa quasi un gioco di "Indovina chi" con la caccia alla citazione in ogni inquadratura.


Tutto questo ovviamente senza inficiare o appesantire la narrazione della storia stessa, ma anzi arricchendo il tutto di spessore invogliando notevolmente i più "cinefili" a una seconda visione per beccare quella scena o inquadratura con la citazione che non si era colta di primo acchito.

Citazioni che poi come già detto non si limitano al solo genere western, col protagonista vittima di deliri o visioni uscite per direttissima dai quadri di Dalì; oppure ancora con l'attacco volante dei nemici alla carovana con sottofondo Wagneriano de "La cavalcata delle Valchirie", ovvia citazione del attacco in elicottero in "Apocalypse now", capolavoro di guerra del buon caro Francis Ford Coppola.


Ovviamente la maggiore presa in giro del film è poi all'America stessa, incarnata nella possente, temuta e riverita Grande Aquila che tutti temono e rifuggono (perfino Sonagli stesso), la quale finisce per morire stupidamente in maniera tragicomica inseguendo il povero Rango.


FAUNA, FLORA E FANTASIA
Decisamente azzeccato e ben assortito è poi tutto l'ambaradan di animali che popolano la storia, ognuno con le sue caratteristiche e debolezze e ognuno che apporta la sua piccola percentuale di contributo al successo finale del cartone animato.

Primi su tutti i quattro simpaticissimi gufi che raccontano "esternamente" la vicenda, cantandola a mo' di sbandati mariachi, disinteressati personalmente quanto un "coro greco" che inframmezza la storia e le vicende del camaleonte pistolero.


Molto divertenti anche gli scagnozzi al seguito di Sonagli, prima fedeli e ciechi tuttofare per il crudele serpente fuorilegge e poi traditori dello stesso non appena si presenta un'offerta più alta.

Offerta che si propone di incastrare gli sporchi e luridi (ma innocenti) membri della famiglia delle "talpe", erroneamente e volutamente incolpati per la sparizione dell'acqua dell'intera cittadina; talpe che verranno poi prontamente difese dall'improbabile pistolero camaleonte.


Esilarante poi il personaggio di "Borlotta", la proprietaria terriera che vorrebbe essere la controparte a cartoni della bellissima Claudia Cardinale di Leone, la possedente terriera vessata senza tregua per cedere le sue proprietà ai cattivi, qui invece un "iguana" che tanto più si arrabbia e si infuria tanto più si immobilizza completamente con gli occhi sbarrati, per le burla e le prese in giro di tutta la cittadina animale ormai abituata al suo disfuzionamento nervoso.

Infine, molto carino anche il personaggio di "Carcassa", l'armadillo profeta che Rango incontra all'inizio e verso la fine del film, come tutti i profeti da cinema poi sempre aduso a fornire al protagonista informazioni di dubbia utilità sotto forma di profezie non troppo chiare e mai troppo esplicite, lasciandolo esattamente nel dubbio e l'incertezza in cui versava prima di ascoltarlo.

 



SPERO DI AVERVI MESSO ABBASTANZA VOGLIA DI GUARDARE QUESTO FILM, TRANQUILLAMENTE GODIBILE ASSIEME AI PIU' PICCINI IN QUANTO DIVERTENTE E INNOCENTE CARTONE ANIMATO; SEBBENE COME GIA' DETTO ABBIA UN SECONDO E PIU' NASCOSTO LIVELLO DI PROFONDITA' STRACOLMO DI CITAZIONI E INQUADRATURE PRESE DI PESO DAI PIU' FAMOSI FILM E REGISTI WESTERN DELLA STORIA DEL CINEMA. RIPETO ANCORA, SECONDO IL SOTTOSCRITTO, FINORA IL MIGLIOR FILM DI GORE VERBINSKI, ALLA FACCIACCIA DEI (SEPPUR GODIBILISSIMI) FILMONI DE "I PIRATI DEI CARAIBI".

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Articolo pubblicato il 27/03/2016