Kung Fu Panda 3 – il ritorno di Po

Terzo capitolo della saga sul panda maestro di arti marziali, ostacolato da inutili polemiche

Anno: 2016

Titolo originale: Id.

Paese: USA, Cina

Durata: 95 minuti

Genere: Animazione

Regia: Jennifer Yuh, Alessandro Carloni

Sceneggiatura: John Stevenson, Jonathan Aibel, Glenn Berger

 

A distanza di nove anni dal primo Kung Fu Panda e cinque dal sequel, torna al cinema il panda pacioccone protagonista della serie campione d’incassi amata dai bambini di tutto il mondo, targata Dreamworks.

La vita di Po, abituatosi all’idea di essere il Guerriero Dragone, procede senza scossoni, fino a che il saggio maestro Shifu non decide di affidare proprio a lui, pigro panda dedito più alle scorpacciate di ravioli che all’insegnamento, l’addestramento dei suoi compagni e amici, i Cinque Cicloni. A complicare le cose, il terribile Kai, un antico nemico dello scomparso maestro Oogway, che ritroviamo a meditare beato nel Regno degli Spiriti, torna tra i vivi deciso a impossessarsi del chi (l’energia vitale) di ogni saggio e allievo del Palazzo di Giada. Potrà essere sconfitto solamente da un maestro del chi, qualcuno che conosca profondamente se stesso, e a chi pensate che toccherà questa sorte? Peccato che Po non abbia le idee particolarmente chiare su chi sia veramente: soffice panda mangione o letale guerriero di arti marziali? Figlio poco somigliante di un’anatra o di un panda appena tornato nella sua vita?

Questo nuovo capitolo pone delle considerazioni piuttosto serie sul piano filosofico, ma condite da tanta gentile ironia che piacerà ai bambini e farà sorridere gli adulti. Il tema “conosci te stesso” è qui centrale e, nonostante il film, essendo il secondo sequel, abbia inevitabilmente perso un po’ di mordente rispetto al primo, folgorante episodio, sarà comunque fonte di divertimento e riflessione, pur non rinunciando alla leggerezza frizzante che lo ha da sempre contraddistinto.

Co-produzione americana e cinese, come il precedente episodio Kung Fu Panda 3 è diretto dalla coreana Jennifer Yuh, prima donna ad aver diretto un lungometraggio d’animazione, qui affiancata dall’italiano Alessandro Carloni, già collaboratore nell’animazione dei primi due, conosciuto per l’altra serie della Dreamworks Dragon Trainer.

Il film accosta intelligentemente l’animazione frutto della computer grafica a disegni che richiamano l’iconografia tradizionale cinese. Un connubio interessante, in un’epoca in cui ormai ci si è dimenticati dei cari, vecchi cartoni animati. Queste sequenze dal sapore retrò sono tutte legate all’infanzia di Po, prepotentemente rievocata dall’arrivo di Li Shan, padre biologico di Po. Il panda, scampato insieme a pochi altri al massacro della sua specie perpetrato dal pavone Shen (di cui veniamo a conoscenza nel secondo film), è a capo di un villaggio segreto di panda sulle montagne, dove Po lo seguirà per conoscere di più sulle proprie radici e sul reale se stesso. Inutile dire che Mister Ping, l’affettuoso e apprensivo papà adottivo di Po, sarà tremendamente geloso di Li Shan, e la sua preoccupazione e poi la coalizione dei due padri per il bene del figlio daranno vita a momenti divertenti e commoventi.

Alla luce di ciò, risultano senza senso, stupide e denigratorie le polemiche sorte all’uscita del film su una presunta propaganda gender o addirittura un lavaggio del cervello ai bambini sulle tematiche stepchild adotion e famiglie arcobaleno. E’ vero che Po ha due padri, ma uno è colui che gli dato la vita, ovviamente insieme alla madre, uccisa quando il panda era piccolo; l’altro è l’anima gentile che l’ha trovato e cresciuto. Non c’è alcun accenno né a una relazione omosessuale tra i due, né ad adozioni, quindi definire il film pericoloso per i bambini è iperbolico e idiota. In un momento storico diverso, in cui temi delicati come quelli in questione non fossero in prima pagina, difficilmente ci si sarebbe attaccati ferocemente ad un inoffensivo, delicato e spassoso film per bambini. A dispetto delle polemiche, il film ha comunque sbancato il botteghino, già nel primo weekend nelle sale.

Il cast di doppiatori originali vanta numerose star, a partire da Jack Black nei panni del protagonista per proseguire con Dustin Hoffman, Jackie Chan, Angelina Jolie, J. K. Simmons, Lucy Liu, Bryan Cranston, Kate Hudson e Jean-Claude Van Damme, mentre in Italia Po ha la voce di Fabio Volo.

Divertente e a suo modo profondo. Da vedere con o senza bambini, piacerà a tutte le età.

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Articolo pubblicato il 24/03/2016