LA COMUNE (2016)

Un film di Thomas Vinterberg

Sceneggiatura : Thomas Vinterberg, Tobias Lindholm

Fotografia : Jesper Toffner

Musiche : Fons Merkies

Ulrich Thomsen : Eric

Trine Dyrholm : Anna

Lars Ranthe: Ole

Helene Reingaard Neumann: Emma

Anne Gry Henningsen: Ditte

Fares Fares: Allon

Magnus Millang: Steffen

Martha Sofie Wallstrøm Hansen: Freja

Julie Agnete Vang: Mona

Rasmus Lind Rubin: Peter

Sebastian Grønnegaard Milbrat: Vilads

Jytte Kvinesdal: Kirsten

Mads Reuther: Jesper



Trama

Copenhagen, 1975. Enric, professore universitario, sposato con Anna, anchor-woman della tv danese, da cui ha avuto una figlia ora quattordicenne, Freja, riceve in eredità un'enorme casa di quasi 500 metri quadri; l'uomo intende venderla, dati gli elevati costi di mantenimento, ma è Anna a suggerirgli di tenerla creandovi una comune, cioè una vera e propria comunità composta sia da vecchi amici che da alcune nuove conoscenze, al fine di suddividere le spese, di sperimentare una convivenza allargata e anche per ravvivare il loro vivere quotidiano, poiché i due sono insieme da quindici anni. Eric accetta, iniziano le selezioni delle persone , dalle  quali alla fine nessuno dei candidati viene escluso, ed inizia così una nuova vita. Tutto procede per il meglio sino a quando Eric conosce e s'innamora, ricambiato, di Emma, una studentessa. A questo punto il male di vivere della coppia Eric/Anna diventerà un problema da dibattere per la comunità, messo a verbale come ogni altro argomento, e verranno a crearsi situazioni spinose se non irrisolvibili.

La comune al completo

Thomas Vinterberg, già autore del noto Festen (nel periodo in cui il regista aderì al Dogma, manifesto da lui creato con il collega Lars Von Triers) e del recente Il sospetto (2012), firma questo film legato ad alcune delle tematiche più care agli anni '70 : l'idea stessa della “comune” appartiene a quegli anni di sperimentazione, così come il desiderio di cercare di concretizzare nella vita di tutti i giorni ciò che viene, di norma, considerato un'utopia.

Quindici anni di matrimonio fra Eric e Anna iniziano a far sentire il loro peso, ma mentre Anna propone l'idea della comune quale alternativa all'inevitabile monotonia del troppo conoscersi, divenendone poi essa stessa il cuore, poiché l'ideale della comune la entusiasmava al di là della ricerca di un'alternativa alle monotone chiacchiere di coppia fotocopiate all'infinito, Eric trova rifugio, in virtù del tipico egoismo maschile, in un'idea vecchia come il mondo, ovvero innamorarsi di una donna più giovane ed affascinante, quasi a riprova della maturità del pensiero femminile – le cose possono essere cambiate si, ma positivamente e senza far soffrire nessuno – contrapposto alla solita crisi di mezza età maschile, la quale porta quasi sempre con sé il cominciare a “guardarsi intorno”. Di certo sono cambiati i tempi dal 1975, ma Vinterberg mette in evidenza come alcuni problemi di coppia restino sempre gli stessi.

La diversità di allora rispetto ad oggi è data dalla mentalità più aperta di quegli anni, da quel  desiderio di abbandonare i criteri di tradimento e di fedeltà, da quella voglia di lasciare per sempre tutti quei concetti tipici del pensiero borghese.

Eppure l'esperimento di affrontare un problema di copia in gruppo non può e non potrà mai funzionare, perché i sentimenti quali il rancore ma soprattutto il dolore di una lacerazione non possono che essere personali, o come si suol dire “i panni sporchi si lavano in famiglia”; di conseguenza il debole Eric –  debole perché è solo e soltanto lui a farsi trascinare dalle idee altrui, adagiandovisi per poi sbraitare e perdere il controllo nel momento in cui si sente soffocare da esse – è colui che rinfaccerà ai membri della comunità di non potergli impedire di fare ciò che vuole in casa propria, cioè quella stessa casa che ha ufficialmente suddiviso in parti eguali a livello contrattuale, così come sarà sempre lui a portare a galla la meschinità del discorso denaro, da lui stesso prima accantonato.

Vinterberg mette in scena con maestria notevole dei personaggi veri e vivi, che non hanno nulla di costruito ma che non sono nemmeno improvvisati : su di essi si compiono scelte – gli esaltanti e esilaranti “provini” iniziali – ma sono essi stessi a scegliere ad ogni seduta della comune, ad ogni aggiornamento degli argomenti del giorno della comunità.

La scelta è il tema fondamentale di questo film, poiché da una scelta ne scaturisce un'altra. E sarà la scelta della giovanissima figlia della coppia a dare un domani alle loro vite, perché ci voleva il coraggio e la lucidità di qualcuno che sta iniziando ad affrontare la propria vita per trovare una soluzione, per quanto dura possa sembrare all'inizio, eppure unica via possibile.

 
Trine Dyrholm

La performance di Trine Dyrholm è stupefacente e non stupisce il premio ricevuto alla berlinale : la sua Anna è una donna forte, piena di vita, l'interpretazione è vivace nell'animo, vitale e sanguigna. Il crollo psicologico di Anna ne ricorda un altro, immortalato da Gena Rowlands in Una moglie, splendida interpretazione nell'analogo film del marito John Cassavetes.

La comune è un film sull'amore, non solo di coppia, sulla possibilità di dividere ciò che sentiamo nel profondo con chi ci sta intorno, un film che resta, che fa centro e che proprio per questo ci lascia molte domande a cui, forse, non sappiamo rispondere.

Elisabetta Gallo

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Articolo pubblicato il 04/04/2016