Il candidato sindaco Roberto Rosso racconta a Civico20news la Torino che sogna

Telecamere in ogni condominio, campi rom sgomberi e mille forze dell’ordine nelle strade, ma sono obiettivi concretamente realizzabili?

Può spiegare ai lettori di Civico20news che cosa farebbe in caso diventasse il nuovo sindaco della città di Torino?

Per prima cosa inserirei per ogni condominio cittadino una o più telecamere a spese parziali del Comune, come ha fatto ad Orbassano Ettore Puglisi, il quale, ha utilizzato la mia ricetta: ogni condominio dovrebbe avere diritto ad almeno mille euro per installare telecamere nella propria abitazione e le forze dell’ordine in strada con ronde integrate tra poliziotti e carabinieri per fare in modo che di notte e di giorno i giardini e le strade siano più sicure di quanto lo sono oggi. Seconda cosa: precedenza agli italiani nel welfare, case popolari, asili nido: il motto è prima agli italiani, attuare un razzismo al contrario come quello perpetuato dall'amministrazione rossa è follia. In ultimo, lo sgombero dei campi rom, che sono una banda delinquenziale incredibile e di questi alcuni saranno anche persone normali, ma molti sono delinquenti.

Sgomberando solamente i campi rom tuttavia, il problema resterebbe insoluto...

Propongo di fare come a Treviso e Verona, dove c’è il mio amico Tosi (che mi sostiene politicamente) e Padova recentemente. In tutta Europa ci sono i campi nomadi, tengono le persone rom da 15 a 90 giorni, a Torino ci sono campi stanziali da 20 anni, in cui i bambini giocano in mezzo ai topi e montagne di cavi smontati dal rame, che costituiscono corpi immediati di reato: se la magistratura, i poliziotti e i carabinieri facessero il loro normale mestiere, dovrebbero arrestare buona parte dei presenti nei campi rom. Devono essere sgomberati come a Taranto, vanno ripuliti. Per coloro che sono italiani come i sinti, possono essere inseriti in case popolari, a gli altri si offre una soluzione abitativa temporanea sul mercato privato.

Torino è la città più indebitata d'Europa, un tale programma è realizzabile?

Sì è realizzabile. Le risorse di cui mi avvalerei sarebbero quelle provenienti dalla Cassa di Risparmio di Torino e dalla compagnia San Paolo, che sono aggiuntive rispetto quelle del comune: inoltre l'amministrazione potrebbe coprire ai cittadini il 60/70% della spesa. Come dicevo prima non è impossibile anzi è pazzesco che non sia mai stato fatto, come è pazzesco che la nostra città sia, come ha detto correttamente lei, la città più indebitata d'Europa: questo perché vi furono da parte dell'amministrazione non solo degli sprechi, ma vere e proprie speculazioni finanziarie. Ora grazie a Chiamparino ci troviamo in una situazione critica, che Fassino ha in parte risanato, ma c'è ancora molto da fare.

Indubbiamente. Lei cosa farebbe per ridurre il nostro ingente debito?

Alienerei le partecipate, come Amiat, Smat e Gtt ad esempio, che lavorano male e al Comune costano molto: con il ricavato di queste vendite si coprirebbe gran parte del debito senza gravare sui cittadini, che si troverebbero inoltre ad usufruire di un servizio migliore. Aggiungo poi che il turnover del personale andrebbe bloccato: non ci servono 10 mila dipendenti al comune, ne basterebbero la metà.

Questo ultimo punto sembra essere particolarmente condiviso dalla totalità del centrodestra, eppure al momento non si può certo parlare di unità nel centrodestra nostrano. Può spiegare ai nostri elettori, confusi dalle diatribe sui candidati sindaco, come mai?

Bisogna dire le cose come stanno, il centrodestra appare tutto omogeneo nei principi ma non è così. Negli anni successivi al 2001, feci il capogruppo di opposizione qui a Torino dopo il per circa cinque anni e feci scoppiare lo scandalo dei cimiteri che poi la Procura della Repubblica insabbiò per compiacenza a Chiamparino. Chiesi a Ghigo di fare una grande campagna sui cimiteri, lui si oppose e addirittura impedì a Mediaset e Rai di venire a fotografare e filmare ciò che succedeva. Questo perché sento di avere una dignità e una personalità ma non tutti sono così: nel centrodestra c'è chi è servo dell'attuale sindaco e chi no, c'è chi predica di battersi per certe cose e poi nelle istituzioni fa tutto il contrario di ciò che dice: è' ora di finirla con questo tipo di politica.

Può farci il nome di qualche "servo"?

Osvaldo Napoli ad esempio, è stipendiato da Fassino e finge di sfidarlo. Non lo dico in quanto candidato, perché io stesso lo candidai quando ero capo di Forza Italia, perché andava bene per fare il sindaco di Giaveno, ma non va bene per Torino.

Cosa ne pensa dei pentastellati, secondo lei hanno qualche chances di vittoria?

Hanno tanta voglia di fare ma sono un partito nazista: se non la pensi come il capo sei fuori. L’Appendino è una brava ragazza, ma le manca il polso: è contro la Tav perché il partito a livello nazionale segue questa linea. Io credo che la linea Genova-Rotterdam sia meglio, ma da torinese ritengo dovremmo pregare tutti i giorni la madonna per avere avuto la possibilità di fare la prima grande linea internazionale tra Torino e Lione. L’Appendino dovrebbe ringraziare anche lei per il passaggio dell’alta velocità da Torino, sono cretini quelli della valle che fanno queste obiezioni, perché si tratta di una opportunità incredibile. Mi domando perché questa gente giovane non abbia il coraggio delle proprie idee, io sono stato indipendente tutta la vita, come ho dimostrato anche in Forza Italia, ma il popolo italiano ha il difetto di essere poco coraggioso. Io ho personalmente detto alla candidata del M5S che non può essere contro questa occasione che potrebbe cambiare la città e la modalità di pensare alle distanze, come fu per molte altre grandi opere inizialmente contestate.

Molti contestatori di quest’opera sostengono che basterebbe sistemare la linea già esistente, passante per Cuneo

Si deve mettere a posto, certamente, ma una cosa non impedisce l’altra: non è che Cavour perché le linee non funzionavano bene tra Biella e Domodossola pensò di non fare il Frejus.

La città riuscirà ad uscire dalla crisi economica e impedire l'incalzante fuga delle imprese e delle aziende dal nostro territorio?


Nel 1864, Torino perse la capitale in favore di Firenze perdendo 50 mila posti di lavoro, un dramma superiore a quello attuale con la Fiat. Ebbene, in dieci anni, quattro sindaci liberali cambiano le sorti della città defiscalizzando quelle industrie per almeno 15 anni, sul piano delle tasse comunali. Lo stesso si potrenne fare oggi, utilizzando edifici in disuso o occupati, di cui Torino putroppo abbonda.

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Articolo pubblicato il 12/04/2016