Il gran premio di Monaco: la corsa dei gommisti

Analisi "controcorrente" su cosa ci sta offrendo lo sport dei motori ai suoi massimi livelli condizionati da limiti, interessi, regolamenti....pubblicità

29 maggio 2016: grande evento sulle vie del Principato, il gran premio di Formula 1 è alla partenza. Piove sul circuito che si mostra alle terrazze dei miliardari e ai ponti degli yacht ancorati sul molo. Kermesse di mondanità e macchine pronte su una pista che non ha più senso di esistere, non nel nome della sicurezza, non nel nome della velocità, certo di altro che ha comunque un suo perché.

Piove sulla gara dei ricchi nostrani, e allora si parte, ma tutti in fila come bravi ragazzi per testare gli asfalti della città. Dopo sei giri scolastici rientra la "safety car" e la gara parte davvero. Subito una rossa si schianta… a 40 all'ora (meno male). Inizia la gara dei gommisti, delle strategie ai box, degli errori alla Red bull… che "non mette le ali!" Gara di chi spera, di chi parte dalla "pit line" e di chi ci azzecca, mentre spunta il sole dopo la tempesta.

E mentre le macchine da 1000 cavalli e tecnologia spaziale si piegano alla legge dell'acquazzone andante, qualcuno va dritto nel muretto, qualcun altro va forte però, come dice il cronista: non si riesce a superare su questa pista!?…E allora che si viene a fare qua? Ma nella domenica di maggio, al G.P. di Montecarlo trasmesso da mamma Rai, l'enfasi e il pathos sono sempre alle stelle.

A tenere alta la competitività ci pensa la voce di Ivan Capelli che, quando correva con la Leyton Hose, era uno che andava forte davvero. Aggrappato al microfono come se fosse in pista, Ivan informa il pubblico: "Tizio ha scelto la mescola media, Caio corre con le intermedie, Sempronio ha la mescola morbida… un secondo al giro!"… Banda gialla, banda verde, banda blu, banda che sbanda, banda che tiene.

E le macchine girano in tondo, qualcuno entra ai box: pit stop! Avvenimento! Pinco si pianta nel guard rail, Pallino è fermo al "tabaccaio". La pista si asciuga, chi vincerà? Pausa…. Pubblicità, ma la corsa prosegue dentro al quadratino.... Risposta al mio pensiero intercettato: non è mica un canale a pagamento!

Cronaca di una corsa di macchine costrette come belve in gabbia in un circuito che andrebbe bene anche ai ciclisti.

I piloti rischiano, lo sanno, ma il gran premio di Monaco è bello anche per questo e fa parte del mestiere. Altra cosa è il senso di una corsa che di macchine e piloti non è più, ma fascino di soste e ripartenze su un percorso leggendario, ma che nessuno ha il coraggio di dire che dimostra di essere lontano dai tempi, anche se chi vince è sempre il migliore.

Formula 1 dei nostri anni "globali", circuiti cittadini nei parcheggi di paesi lontani; spettacolo, business, miliardi, tecnologia ingabbiata dai regolamenti e dagli interessi di chi li fa. Lontane nel tempo le sfide di altri tempi, di motori a 8 o 12 cilindri, scuderie private, romantici fai da te. E loro, i piloti, un po' meno stelle, ma per dirla alla Lucio Dalla, sempre e forse di più: "uomini eccezionali".

È il progresso appiattito che ci sta superando e che ci seminerà, che ha trasformato le corse in strategie eliminando il sorpasso vero, il colpo di genio, di classe, di temerarietà.

La corsa dei gommisti è arrivata alla fine, ha vinto una di quelle che ancora oggi sono le "stelle d'argento", ma questa volta quasi per caso, la prossima volta ci si divertirà!?

Gran premio di Monaco, appuntamento televisivo di una noia mortale, per me ha vinto Ivan Capelli, ma come sempre, non merito troppa attenzione, sono solo un obsoleto romantico innamorato delle ruote e del motore, che ancora conserva qualche vecchia foto di quando girava a Monza, e chiedo scusa a chi va matto per quanto sono lesti a cambiare le gomme.

E poi c'è un po' di invidia: io ho dovuto prenotare per togliere quelle invernali, voi no?.....

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Articolo pubblicato il 30/05/2016