La nuova frontiera della memoria di massa per i computer: il DNA sintetico

Entro 10 anni avremo le prime memorie commerciali basate sul DNA con prezzi accessibili a tutti

Una delle parole d'ordine chiave più riconoscibili nella scienza è il DNA: l' acido desossiribonucleico. E' la doppia elica che governa la vita di tutti gli esseri animati. E' presente ovunque biologicamente e anche socialmente nelle nostre migliori conversazioni e nelle nostre riflessioni, perchè identifica come siamo fatti e come ci stiamo trasformando.

Anche gli scienziati informatici stanno valutando attentamente il DNA per la nuova frontiera di memorizzazione dei dati per il computer, facendolo così diventare potenzialmente un' entità semianimata.

Stiamo parlando di memorizzazione dei dati nel codice sorgente della vita stessa.

Funziona perché il DNA è costituito con basi nucleotidiche alternate di adenina (A), guanina (G), timina (T) e citosina (C), una metrica abbastanza semplice rispetto al codice binario basato su 0 e 1. Funziona perchè dal punto di vista chimico il DNA è un polimero organico costituito da monomeri chiamati nucleotidi (deossiribonucleotidi) e che costituiscono gli anelli di una catena copiabile e riproducibile sinteticamente. 

Un grammo di DNA è in grado di memorizzare un trilione di Gigabyte di dati, un numero incredibilmente alto se riferito alle attuali memorie di massa disponibili.

Ma non è tutto, questa informazione può durare per migliaia di anni con pochissima manutenzione, cosa che non si può dire dei dispositivi di memoria di oggi.

Tuttavia la conversione dalla memoria solida al DNA non è così semplice, perchè sintetizzare il DNA è un' impresa molto complicata. Il posizionamento di nucleotidi che misurano nanometri ( la distanza tra le due eliche del DNA è di 22 nanometri) richiede una precisione accuratissima e che costa attualmente 150 euro per mille paia di basi, un costo che può crescere astronomicamente quando si ha a che fare con milioni di nucleotidi.

Ma questo non ha fermato gli scienziati in passato. Proprio nel 2012, lo scienziato George Church aveva prodotto  70 miliardi di copie del suo libro Regenesis: reinventare la natura e noi stessi con il DNA sintetico. Un altro scienziato, Olgica Milenkovic, è stato in grado di memorizzare intere voci di Wikipedia sul DNA.

Tuttavia, la più interessante prospettiva di sviluppo di questa tecnologia attualmente sembra essere nelle mani di Microsoft e altre società software.

Microsoft ha acquistato molti diritti di sfruttamento dei brevetti di Bioscience, mentre altre aziende come la Micron hanno seguito i passi che sta facendo la regina del software per PC.

Il coinvolgimento di grandi aziende evidenzia l'inizio di una nuova era per lo stoccaggio biologico dei dati. Il processo è iniziato e sarà inarrestabile per le sue prospettive economiche per gli investitori più attenti.

In particolare, gli esperti affermano che questo aumento di investimenti porterà agli sviluppi necessari al fine di ridurre gli attuali costi elevati, e continuano osservando che dovrebbe rendere possibile l'archiviazione dei dati del DNA entro il decennio.

Una riflessione finale: con lo sfruttamento del DNA sintetico che ricrea quello umano non staremo spingendoci un po' troppo in là, cioè verso la creazione dell' uomo completamente bionico (*)?

 

(*) In sintesi, è bionico ciò che è creato su ispirazione di strutture e meccanismi biologici. Ad esempio, il celebre occhio bionico è un fantasma che la ricerca insegue da decenni, che consiste in un apparecchio dotato di un omologo artificiale della retina che possa sostituire un occhio mancante o danneggiato, e stesso dicasi per mani, reni e via dicendo; una celebre tecnologia bionica è il velcro, ideato dall'ingegnere svizzero Georges de Mestral nel 1941, quando di ritorno da una passeggiata si accorse del modo in cui i fiori di bardana fossero rimasti saldamente impigliati sulla sua giacca - grazie a uncini che si aggrappavano alle asole formate dalle fibre del vestito -. Spesso si sente parlare di qualche nuova invenzione a cui si è giunti a partire dallo studio di caratteri e abilità del mondo animale e vegetale; e quando si sente parlare di uomini bionici, solitamente ci si riferisce agli innumerevoli esperimenti narrativi che parlano di persone a cui vengono impiantate parti del corpo artificiali con capacità molto superiori a quelle originali: l'aggettivo bionico, che sarebbe proprio di queste parti del corpo, viene esteso alla persona intera.

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Articolo pubblicato il 07/07/2016