It Follows

Un film che lascia “un gelido nodo alla gola”

In estate escono pochi film in sala, questo è risaputo. Fra questi pochi raramente si trova qualcosa di veramente degno di nota. Ma questa volta i distributori hanno sbagliato i conti.

Se credevano di buttare là un filmetto horror da quattro soldi “tanto per..” non hanno tenuto conto che It Follows è una piccola grande perla rara del suo genere, quasi potremmo definirlo una svolta dell'horror, pur avendo alcuni richiami agli anni '80, soprattutto nell'ambientazione del film. Infatti sin dai primi fotogrammi tutto sembra appartenere a quel decennio : abbigliamento, auto, oggetti di arredamento, sino a quando non entra in scena un cellulare, seguito poi da un curioso kindle a forma di specchietto porta cipria, utilizzato da un'amica della protagonista per leggere L'Idiota di Dostoevskij.

Il film di David Robert Mitchell – sua anche la sceneggiatura – si apre con le immagini di una ragazza in fuga, letteralmente in preda al panico : immagine spiazzante, senza dubbio,  ma non quanto la trama che ne segue.

Jay è una ragazza come tante; frequenta un ragazzo, Hugh, fa l’amore con lui e da quel momento in poi tutto cambia. Hugh la rapisce, o così sembra inizialmente, la porta in un caseggiato abbandonato, legata ad una sedia a rotelle, e la informa che da quel momento in poi sarà sempre seguita da un qualcosa che proprio lui le ha passato, come un testimone, nel momento in cui hanno fatto sesso.

La stessa identica cosa è successa a lui precedentemente  e Jay dovrà ripetere a sua volta questo ‘passaggio’ per evitare di morire.

I sotto temi in It Follows sono molti : Jay è aiutata nella sua fuga soltanto da coetanei, quasi come se gli adulti appartenessero ad un mondo ‘altro’, oppure come se fossero talmente lontani e ‘distanti’ da risultare del tutto inutili in una situazione d’emergenza.

La trasmissione della persecuzione avviene in un modo spontaneo e naturale quale il rapporto sessuale consenziente, ma nel film non vi è a mio avviso alcun intento moralista : la scelta dell’amore quale trappola sta invece a sottolineare la cieca ingiustizia del destino, freddo ed implacabile, o meglio, secondo le parole di Hugh : “è lenta ma non è stupida”, riferendosi alla persecuzione da lui trasmessa a Jay secondo la regola del Mors tua vita mea.

It Follows avvince senza praticamente l'uso di effetti speciali, trasmette un puro,  freddo senso di paura  (di recente ho provato una sensazione analoga nel vedere The Neon Demon , capolavoro di Nicolas W. Refn, cioè una forma di orrore che assomiglia al contatto con la gelida lama di uno stiletto) senza mettere in mostra nulla di realmente mostruoso; è disturbante in ogni sua sequenza, dallo squallore di una periferia in piena decadenza, alle ’apparizioni’ di ciò che perseguita la protagonista, costituite da persone logore, contuse, ferite o persino lascive, sempre e comunque spiacevoli a vedersi, implacabili quanto crudeli.

Ciò che all’apparenza può sembrare una trama priva di consistenza si concretizza in un film che spiazza e spaventa profondamente  (aiutato da una perfetta colonna sonora, efficace quanto quelle di carpenteriana memoria), lasciando un gelido nodo alla gola.

Elisabetta Gallo

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Articolo pubblicato il 18/07/2016