TANDEM - TRA FINZIONE E REALTA': Fantasmi, profezie e rivelazioni

Storie di fantasmi che anticipano future catastrofi o svelano antiche veritŕ sepolte riportandole alla luce

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LEGGENDE METROPOLITANE: L'AUTOSTOPPISTA FANTASMA - SECONDA PARTE

Come ultimo appuntamento per gli articoli in tandem di questo mese, parleremo di film con fantasmi collegati a visioni di profezie o eventi avvenuti nel passato che meritano di tornare alla luce per la pace e serenità delle defunte vittime di delitti ormai dimenticati.

Partendo come al solito dal cinema italiano, un film dove la profezia e visione del futuro la fa da padrona è sicuramente "Sette note in nero", celeberrima pellicola del 1977 di Lucio Fulci apprezzata e pluri-citata nel mondo del cinema da altri autori, uno su tutti Quentin Tarantino che ne ripropone il famoso tema musicale nel suo altrettanto famoso "Kill Bill Volume 1", durante il coma della bella protagonista Uma Thurman.


Come al solito la povertà di mezzi e tempo per girare i suoi film non scoraggiò il regista italiano, capace di imbastire ottime scene di tensione grazie al suo estro e il suo mestiere, semplicemente a partire da un buco nel muro e la musichetta summenzionata suonata dal carillon di un orologio, ripetuta durante tutto il film nelle sue uniche e inquietanti sette note che accompagnano le visioni e premonizioni della protagonista.

Senza rivelare e rovinare la storia a chi non lo conosce, oltre alla splendida sensazione di "inquietudine" e "disturbante deja-vu" che accompagna lo spettatore durante la storia; quello che coglie nel segno e marca il film lasciandolo alle generazioni future è la splendida soluzione finale con il quale si chiude tutta la vicenda a conclusione del film.


Spostandoci dieci anni più in là e sempre a mano di un grande regista horror (e non solo) arriviamo allora alle altrettanto inquietanti profezie spiritiche indotte durante il sonno dei protagonisti di "Il signore del male".

Diretto da John Carpenter nel 1987, a cavallo tra (l'ingiusto) insuccesso e flop commerciale di "Grosso guaio a Chinatown" e il successivo "Essi vivono", altro fenomenale "horror/fantasy" (di cui avevo già parlato in "Tre passi CON GLI ALIENI") invece molto apprezzato (per una volta) sia dalla critica che dal pubblico per un discreto successo commerciale.


Tornando a "Il signore del male", un gruppo di scienziati è preda continua di sogni/visioni apocalittiche all'interno di una chiesa.

Il gruppo è allo studio di un misterioso e sconosciuto liquido che potrebbe essere l'essenza maligna delle tenebre stessa, oppure altrimenti contenere sia la luce che il buio allo stesso tempo ed essere "l'origine" in senso più ampio di tutto ciò che esiste.

Un ottimo horror "meta-fisico" che non tralascia alcune crude sequenze di delitti e "mostri assortiti" nei vagabondi che circondano la chiesa, tra i quali ne ricordiamo il capo in un piccolo cameo di un mefistofelico Alice Cooper posseduto dagli spiriti.


Parlando di un film invece dove i fantasmi riemergono da un terribile passato, anzichè visioni future; possiamo allora senz'altro citare l'inquietante "Session 9", film del 2001 di Brad Anderson che precede il grande successo e fama internazionale che gli porterà il successivo "L'uomo senza sonno".

Con una manciata di attori, location scarne e poche idee ma davvero ben ispirate e messe in scena; il regista riesce davvero a coinvolgere lo spettatore in una catarsi completa con i protagonisti, ovvero un gruppo di operai chiamati a ripulire l'amianto da un ex-manicomio.


Ovviamente da un luogo del genere non possono che emergere fantasmi di un passato portatori di dolore e un passato da raccontare, storie di sofferente pazzia imprigionate tra le mura dimenticate dell'ex sanatorio ormai abbandonato da decenni.

Ben lontano dagli horror solamente tutti urla e inseguimenti e secchiate di sangue a profusione (in computer grafica per lo più) di molti dei filmmakers moderni, Anderson ci trascina lentamente nella spirale della follia grazie a poche scelte di regia e una serie di nastri di sessioni psico-terapeutiche destabilizzanti, dalla prima fino (ovviamente) alla nona e ultima sessione rivelatrice dell'intero plot che motiva la vicenda.


Un autore che si è fatto le ossa tra le serie tv come "The shield", "Fringe" o "Person of interest"; per poi approdare finalmente e giustamente al grande schermo sfornando tanti bei film come appunto questo "Session 9", il già citato "L'uomo senza sonno" oppure ancora altri bei thriller psicologici come "Vanishing on 7th Street" e "The Call".

Altro riuscito horror/fantastico in tema di spiriti che hanno un loro passato da rivelare è poi "The Gift", ritorno al suo genere più naturale del grande Sam Raimi dopo il fiasco colossale di "Gioco d'amore", fiacca e svogliata storia d'amore e baseball con Kevin Costner e Kelly Preston.


Al comando di un cast di star internazionali come Cate Blanchett, Keanu Reeves, Giovanni Ribisi e Hilary Swank; Raimi costruisce un divertente giallo soprannaturale dove il gioco si regge tutto sull'omicidio della piccola Katie Holmes, ex-faccino di Dawson Creek e fidanzatina d'oro di Tom Cruise fino al 2012.

Con la Blanchett nel ruolo di una medium perseguitata dal fantasma della vittima, il regista dimostra ancora di saperci fare con fantasmini e scene dal grande impatto surreale.

Non da poco poi le ottime intepretazioni di uno (insolitamente) cattivissimo Keanu Reeves e un Ribisi altrettanto inquietante e disturbato.


Un film di spiriti ben lontani da "l'eterno riposo" insomma, forse non il top del genere nè della filmografia del regista, ma pur sempre gustosissimo e godibile per gli amanti del cinema ultra-terreno.

Spostandoci poi decisamente più sul macabro e sanguinolento (ma non troppo in fondo, visto la media di ettolitri di sangue dei film attuali) una chicca sicuramente imperdibile in fatto di spiriti, fantasmi e visioni è allora il film "Frailty - Nessuno è al sicuro".


Esordio alla regia di Bill "escono dalle fottute pareti" Paxton (attore feticcio di James Cameron da "Aliens" a "Titanic"), il film vede il medesimo nel ruolo di padre di due figli che trascina con sè lentamente nella follia di credersi un vendicatore divino.

Tramite la "mano di Dio", Paxton è infatti guidato da un misterioso spirito alla ricerca di individui colpevoli di atroci malefatte che sono riusciti in un modo o nell'altro a farla franca, eseguendo senza esitazione la sommaria massima divina de "l'occhio per occhio", rapendo e uccidendo i presunti malfattori che egli è convinto di vedere sotto forma di informi demoni infernali.


Incapace di distinguere se il padre stia effetivamente facendo giustizia o sia semplicemente uscito di senno, l'intera vicenda segnerà profondamente uno dei due fratelli che si troverà più in là, da adulto, a dover affrontare ciò che ha visto e fatto in una lunga confessione ad un incredulo agente dell'FBI.

Per la parte finale di questo articolo e di questo tandem, spostiamoci infine in oriente, fucina instancabile di film horror/thriller/fantasy dalle più disparate tematiche e fatture sull'argomento che abbiamo deciso di affrontare oggi.

Per iniziare in quarta partiamo subito dal bravissimo ed estremamente eclettico e prolifico Takashi Miike, autore nel 2003 di "The Call - Non rispondere".


Con la divertente trovata degli spiriti defunti che chiamano sè stessi in avanzo nel tempo prima ancora di morire, Miike mette in scena una serie di angoscianti e surreali sequenze di morte e "pre-morte" davvero imprevedibili, sia nella scrittura che nella messa in scena.

Da un esorcismo in diretta ad un innocuo attacco d'asma lo spettatore non si sente mai al sicuro, sempre pronto ad essere colpito in pieno viso dalla cattiveria pura e genuina del geniale regista giapponese.

Ottimo horror con le solite disturbate e disturbanti prerogative di regia alla Miike, a volte così scioccante che perfino Marylin Manson dovette respingerlo per un suo videoclip dichiarando "il suo stile è un po' troppo estremo per un mio video"; questo dopo essere stato letteralmente stravolto dalla visione del suo cult di follia e tortura, il famoso film "Audition"; altro horror pluri-citato dai suoi colleghi e ammiratori come Martin Scorsese e Eli Roth in "The departed" e "Hostel".


Il film è inoltre il fortunato capostipite di una trilogia che ha avuto altri due seguiti e un remake stelle e striscie, "Chiamata senza risposta", scialba riproposizione dell'originale con i soliti tempi di montaggio da videoclip all'americana e la solita protagonista dal faccino pulito di Shannyn Sossamon che ci azzeccano in film del genere come i cavoli a merenda oppure una merenda del cavolo, se mi passate il gioco di parole.

Dopo Miike passiamo poi a 3 film diretti invece da Kiyoshi Kurosawa, veterano del genere spiritico/horror orientale.

Il primo è "Seance", film del 2000 dove abbiamo ancora una sensitiva (finta, questa volta) che aiuta le autorità nelle ricerche di una piccola bambina scomparsa.


Riuscendo per pura fortuna a scoprire dove si trova, con l'aiuto del marito mette in scena una farsa per aumentare la sua fama che purtroppo è destinata a finire in tragedia.

Il film forse non offre mai dei "picchi estremi" di terrore ma mantiene saldamente una solida atmosfera di tensione dall'inizio alla fine; recuperando forse un pò di banalità dal lato thriller nella sapiente messa in scena e montaggio del regista.


Altro film di Kurosawa sul tema spiriti e premonizioni extra-sensoriali è poi "Kairo", letteralmente "circuito".

I fantasmi spettrali in questa storia fuoriescono infatti direttamente dalle linee dei nostri computer e cellulari, saturando l'etere e infliggendo morte e follia alla sempre maggiore corte di persone infettata e coinvolta nella vicenda.


Intrigante mix di film horror tra fantasmi ed elettronica, molto più riuscito di penosi esperimenti più recenti come "Unfriended"; il film vive soprattutto alle idee portate a schermo scena dopo scena da parte del regista; sia nel racconto della vicenda che nelle sequenze più paurose.

Quello che poteva essere infatti l'ennesimo horrorino con l'allegra combriccola di amici fatti fuori uno dopo l'altro, è invece divenuto un piccolo cult horror con tanto di inevitabile (ma questa volta non così fetente) remake americano, uscito al cinema nel 2006 col titolo di "Pulse" e con protagonista Kristen Bell, biondina allora sulla cresta della notorietà con la sua serie "Veronica Mars".


Terzo e ultimo film di Kurosawa che vi consiglio sull'argomento è poi "Castigo", uscito lo stesso anno del summenzionato "Kairo"; più conosciuto forse ai più col titolo internazionale di "Retribution".

Nel film è il fantasma di una misteriosa signora in rosso a tormentare il detective coinvolto nella solita catena di omicidi di turno, uno spirito che non ammette pietà nè redenzione affermando semplicemente "Io sono morta. Ora dovete morire tutti."


Ambientato tra i grattacieli ed i cantieri in costruzione di Tokio, tra ricordi che non tornano e un futuro da cui non si può sfuggire; il tutto con una messa in scena "sporca" perfettamente "pulita"; nel solito e ormai rodato stile certosino di Kurosawa.

Un film dove i fantasmi si vendicano sui vivi con un pieno e riconosciuto senso di giustizia, questi uomini mai così consapevoli della loro vita come prima di morire; indifferenti a tutto e tutti incluso la morte per "indifferenza" dello stesso incazzatissimo fantasma protagonista.


Concludo così questo tandem in collaborazione col mio collega Milo Julini, promettendovi altri articoli insieme se finora quelli pubblicati vi sono piaciuti; lasciandoci giusto il tempo di decidere come e quando realizzarli nel modo più efficace.

UN SALUTO A VOI LETTORI IN QUESTA TORRIDA ESTATE, DOVE FORSE IL BRIVIDO FREDDO DI UN FILM HORROR LUNGO LA SCHIENA E' BENVENUTO E SALUTARE; VI LASCIO FINO ALL'APPUNTAMENTO DELLA PROSSIMA SETTIMANA SPERANDO DI AVERVI COME AL SOLITO INCURIOSITO E INVOGLIATO ALLA VISIONE DI TUTTI QUESTI FILM CHE IO RITENGO PIU' CHE MERITEVOLI DELLA VOSTRA ATTENZIONE.

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Articolo pubblicato il 24/07/2016