Estate in film - "Son of Rambow"

Una divertente commedia di produzione anglo-francese-tedesca che parla di amicizia tra bambini e amore per il cinema

Esiste al mondo per un ragazzino qualcosa che valga più del suo film preferito e un nuovo amico con cui giocare?

Cinema e amicizia sono gli argomenti principali del film di cui andremo a parlare oggi, "Son of Rambow", ironica e intelligente commedia diretta da Garth Jennings, già autore nel 2005 della trasposizione cinematografica (un pò riduttiva, ma ben ispirata) della famosa saga della "Guida galattica per autostoppisti".

Una storia che parla di due ragazzini soli ed esclusi dal cerchio dei "bambini normali e per bene", chi per un motivo chi per l'altro; i quali riusciranno finalmente a essere felici trovandosi a vicenda e gettandosi a capofitto nell'assurdo progetto di un film sul figlio di Rambo.


Bella l'idea di base e semplicemente adorabile l'entusiasmo infantile ma genuino con cui i 2 ragazzini si divertono a mettere in scena il loro film, tra pensionati in stato semi-catatonico, improbabili combattimenti nei boschi e sequenze demenziali con cani volanti alla riscossa; idee strampalate per una storia senza senso che però è in modo più semplice anche l'essenza più basilare del cinema stesso.

Fantasia, voglia di inventare, desiderio di portare avanti un progetto contro lo scetticismo e la derisione generale di tutti quelli che ti circondano.


E' infatti grazie a queste qualità che tanti autori hanno saputo imporre la loro volontà per realizzare film che altrimenti non avremmo mai visto, come lo "Psycho" di Hichcock inizialmente bollato con un horror di poco conto e cattivo gusto, ma che il grande Alfred si incaponì nel voler produrre contro mille difficoltà e che infatti si rivelò un successo strepitoso, rimanendo ad oggi forse uno dei più conosciuti e duraturi tra gli innumerevoli film della filmografia grande maestro della suspance.

Citando poi un altro maestro ineguagliabile del cinema, potremmo dire infatti:

"Per difendere l'immaginativa bisogna combattere... perchè spendere una vita a realizzare i sogni di qualcun altro?"

Così diceva il grande Orson Welles allo squattrinato e strampalato Ed Wood nell'omonimo film di Tim Burton del 1994, "Ed Wood" appunto, biografia romanzata di quello definito all'unanimità dalla critica "il peggior regista del mondo".


Regista tecnicamente pessimo forse sì, ma con un incredibile passione per la sua arte, contro tutte le critiche e a dispetto della mancanza di soldi e di mezzi; alla pari dei ragazzini protagonisti di questo film che ne accolgono idealmente l'eredità spirituale riversando nella loro creatività tutta la loro gioia di vivere e fantasia infantile.

Fantasia che per colpa di una società miope e "omologante", così come delle loro famiglie opprimenti e ottuse, i due bambini non hanno mai potuto esprimere liberamente.


Ma analizziamo più nel dettaglio le qualità che rendono davvero questo film degno di essere visto, sia dagli adulti che (soprattutto) dai più piccini.


UNA STORIA SEMPLICE, DUE AMICI COMPLICATI
Come già detto, semplice e funzionale è la base di partenza per questo film.

Un bambino che vive in una restrittiva e opprimente comunità religiosa e che non ha mai visto un film in vita sua, incontra un altro ragazzino in punizione e che è perennemente bistrattato dagli adulti in quanto un eterno combinaguai.


Il ragazzo fa vedere all'altro una copia pirata di "Rambo", suscitandogli quell'ispirazione che mancava ad un fumetto che già stava scrivendo sul suo diario personale e che trasforma e riadatta ribattezzandolo appunto col nome di "Il figlio di Rambo".

I ragazzi cominciano così a girare le prime scene del film, stringendo un'amicizia sempre più importante e profonda finchè non rischiano di venire divisi da un giovane "fighetto" francese in visita alla loro scuola, idolatrato da un seguito di leccapiedi e ragazzine affascinate.

Il francese infatti dispone di più soldi e mezzi per realizzare il film, snaturandone però tutta la gioia di fondo e arrivando a dividere i due ragazzini decisamente in contrasto sul proseguio della sua realizzazione.


Una storia semplice quindi, tra due ragazzini che fanno amicizia e poi litigano per colpa di un terzo; riuscendo solo nel finale a fare la pace e ottenere l'attenzione e il rispetto/affetto che meritano dalle rispettive, complicate famiglie.


MAKE BELIEVE, NOT WAR
Ecco il motto che appare sulla locandina del film, che poi è ironicamente l'antitesi di quello che diventeranno i film che seguiranno il più che dignitoso primo capitolo della saga di Rambo.

Film che da "Rambo 2 - La vendetta" in poi infatti trasformeranno quello che all'inizio era un anti-eroe in lotta contro la polizia e l'ingrata società americana in uno scontato super-eroe dai proiettili infiniti e il coltello ben affilato sempre ben in vista.


Eroe "Reaganiano" per eccellenza al servizio della causa a stelle e striscie, ovvero sempre in lotta contro comunisti, i vietnamiti e i numerosi nemici assortiti che l'America si è fatta in oltre 200 anni di guerre e saccheggi nel corso della sua storia di imperialismo corrotto e sanguinario.

Non c'è nulla di violento infatti nella regia e nella storia che i due bambini mettono in scena, anche girando scene d'azione più con spensieratezza e divertimento che con reale cattiveria o l'intento di far del male.


Perfino il più odioso dei personaggi non è cattivo fino in fondo, vale a dire il francese snob che nel finale si rivela essere un mito solo agli occhi degli stranieri inglesi e in realtà uno studente qualunque nella miriade di francesi in visita.


SPERO DI AVERVI INVOGLIATO A GUARDARE QUESTO FILM LEGGERO PER FAMIGLIE... LEGGERO MA NON "STUPIDO" COME TANTI ALTRI, CON POCHI PERSONAGGI MA BEN DESCRITTI E UNA STORIA FACILE MA BEN NARRATA, CHE FORSE POTRA' PORTARVI INDIETRO NEL TEMPO A QUANDO ERAVATE BAMBINI E SCORRAZZAVATE URLANDO A DESTRA E SINISTRA SENZA UN PERCHE', SOLO PER IL GUSTO DI FARLO, PERCHE' LA GIOIA INFANTILE NON E' COMPLICATA E ASSURDA COME LA VITA DEGLI ADULTI. BUONA VISIONE!!

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Articolo pubblicato il 07/08/2016