La vera casa a energia zero si raffresca col ghiaccio

Come fare affidamento esclusivamente sull’energia pulita anche durante i picchi estivi di consumo? Bisogna usare il ghiaccio come dispositivo di energy storage

Fonte: Rinnovabili.it

E’ più importante la quantità di energia che un edificio consuma, oppure quando la consuma? La risposta non è affatto scontata, soprattutto se si parla di una casa che fa affidamento anche su fonti rinnovabili, ma non è del tutto autosufficiente dal punto di vista energetico. Vale a dire nella stragrande maggioranza dei casi in cui, ad esempio, si dispone di un impianto fotovoltaico e non si hanno invece sistemi di stoccaggio di energia ad alta efficienza. Il problema è evidente: se bisogna restare connessi alla rete, ci sarà un momento della giornata in cui l’energia pulita autoprodotta viene meno e si ritorna al mix energetico locale. Che può essere tutt’altro che pulito.

Una soluzione per ovviare al problema può essere quella di consumare di meno, quindi agire sull’efficienza energetica della propria abitazione. Una soluzione alternativa la suggerisce Lloyd Alter, docente della Ryerson University School of Interior Design e ex presidente dell’Architectural Conservancy dell’Ontario. Secondo Alter, la risposta giusta è quella che viene dal ghiaccio. E’ già disponibile sul mercato, anche da diversi anni, ma poco diffusa. E secondo Alter è perfetta per ottenere una casa a energia zero.

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Tutto ruota attorno a due punti. Il primo è la necessità di far fronte in modo efficiente ai momenti di picco di consumo energetico. Il secondo punto è che è possibile stoccare l’energia in molte forme, e una di queste è il ghiaccio. L’esempio portato da Alter è centrato sulla cosiddetta Sunbelt, la “cintura del sole”, cioè quegli stati situati nella parte meridionale degli Usa dalla California alla Florida. Qui uno dei principali vettori di consumo elettrico è il condizionamento, che si mangia il 40% dell’elettricità durante i picchi estivi. “Mentre potremmo non essere in grado di stoccare la luce del sole – ragiona Alter – siamo in realtà in grado di stoccare il freddo, sotto forma di ghiaccio”.

L’idea è quindi quella di ottimizzare le prestazioni energetiche di un edificio a energia zero. Utilizzando l’energia stoccata producendo ghiaccio durante le ore in cui non si verifica un picco nella domanda di elettricità, si può impiegarlo per raffrescare l’abitazione quando si presenta il picco. In tal modo, quando la domanda di energia degli impianti di condizionamento cresce rapidamente, si può continuare a fare affidamento esclusivamente su energia pulita, con un risparmio economico importante e, soprattutto, senza aumentare il consumo di energia dalla rete, normalmente prodotta da fonti più inquinanti.


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Articolo pubblicato il 20/08/2016