TANDEM TRA FINZIONE E REALTÀ: Donne soldato al cinema

Marines, navy-seals, avvocati e futuristiche donne armate di esoscheletri contro gli alieni... ma la domanda resta: sanno anche cucinare?

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Le donne soldato

Dopo avervi parlato del cinema da "soldato" nell'articolo Tre passi DA SOLDATO e dopo aver concentrato l'attenzione sulle donne nei film action nell'articolo Tre passi da DONNA D'AZIONE; questa settimana in tandem (come al solito di questi tempi) con il mio collega Milo Julini andremo a parlare di un mix degli argomenti dei due articoli di cui sopra, quello delle "donne soldato".

Come primo esempio si può senz'altro citare l'adrenalinico e testosteronico "Soldato Jane" di Ridley Scott, film del 1997 interpretato da una tostissima Demi Moore che qui lotta coi denti e sputando sangue alla stregua dei commilitoni maschi, forse anche per scrollarsi di dosso quell'aura da "fidanzatina" o "icona sexy" che si portava dietro da altri film di successo come "Ghost", "Rivelazioni" e "Proposta indecente", giusto per fare pochi esempi.

Al solito curatissima la regia di mastro Scott, sempre in collaborazione e con l'ausilio delle stesse forze militari statunitensi, ben felici di aiutarlo con mezzi ed equipaggiamenti reali per realizzare i suoi film più pro-domo USA-Army, vedi anche l'altrettanto belligerante "Black Hawk Down".


Mezzi che comunque il regista dimostra di saper adoperare più che sapientemente miscelando una gustosa ricetta a base di "force training", dove la Moore mette in scena il suo corpo scultoreo unendolo a un interpretazione di inarrestabile testardaggine da maschiaccia, unita a un mix di retroscena con complotti e compromessi politici portati avanti dall'altrettanto duro personaggio della "Senatrice" interpretato da un'ottima Anne Bancroft.

Ottima la prova anche di Viggo Mortensen, qui nel ruolo dello spietato istruttore dei Navy Seals, dal baffetto trucido e il viso più inespressivo possibile in qualsiasi circostanza, dal chiaccherare amabilmente coi suoi soldati all'urlargli contro insulti e pacchiane banalità patriottiche per spronarli all'addestramento.

Un pò più noiosa l'ultima parte con missione speciale dove ovviamente la donna assurge al ruolo di "Rambo" di turno, per un film che comunque è più che degno di essere visto, se lo si guarda nell'ottica di un "evoluzione tecnica" del vecchio "Top gun", non a caso anch'esso diretto dal fratello minore del caro Ridley, Tony Scott.


Sempre con Demi Moore, anche se decisamente più riuscito e curato come sceneggiatura, possiamo poi citare l'ottimo "Codice d'onore" diretto da Rob Reiner ed uscito in sala nel 1992.

In questo caso l'attrice intepreta un giovane Capitano della Marina, determinata e ligia ai regolamenti fino all'ossessione che, in coppia con il giovane avvocato rampante Tom Cruise, dovrà difendere in tribunale due marines accusati di omicidio dopo un atto di "nonnismo" andato decisamente male.


Più credibile dell'inossidabile donna-soldato del film precedente, la soldatessa/avvocato di questo film nel ruolo di "spalla" è molto più bilanciato come personaggio, insicura ed inesperta da un lato, ma determinata ad andare in fondo ad ogni costo alla ricerca della verità dall'altro, nonostante l'ottuso e maschilista mondo di soldati che la circonda.

Un film ottimamente diretto da Reiner che, senza inserire neppure una scena action, riesce a dare un ritmo incredibile alla storia che vola letteralmente tutta d'un fiato fino al concitato e inevitabile atto finale del processo, dove alla sbarra è chiamato il rigido e senza scrupoli colonnello interpretato (al solito) da un divino Jack Nicholson.

Inutile sottolineare sempre l'ottima prova del vecchio "ghigno Jack", qui però più "misurato" e composto, oltre che indiscusso attore punta di un trio di antagonisti da urlo assieme a Kiefer Sutherland e l'avvocato "amico/nemico" interpretato altrettanto alla grande da Kevin Bacon.


Passando a un film decisamente più "caciarone" e divertente, possiamo citare allora l'ottimo Capitano della Polizia Militare che la bella Connie Nielsen interpreta in "Basic", film del 2003 dell'ahinoi scomparso (quantomeno al cinema) grande regista action John Mctiernan.

Sempre nel ruolo di "spalla" di John Travolta in un interrogatorio che dura un'unica interminabile notte di pioggia, la donna è chiamata a risolvere un complicato caso di omicidio e traffico di droga nel quale è dura capire chi sia colpevole e innocente.


Infatti, tra accusati che cambiano in continuazione la loro versione e misteriose sette segrete interne all'esercito che si fanno giustizia da sole, il film è una divertente girandola di rivelazioni e contro-testimonianze per arrivare a capire chi abbia ucciso il tosto istruttore Samuel L.Jackson e la maggior parte dei suoi "soldati scelti" durante una missione d'addestramento.

Un altro film dal ritmo serratissimo e una gran cura alla regia da parte del veterano Mctiernan, forse dalla trama un pò inverosimile della quale non torna proprio ogni nodo al pettine come in un libro di Agatha Christie; ma pur sempre un ottimo film action/badass spacciato come un giallo della quale la risoluzione, alla fine della storia, non importa proprio a nessuno.


Cambiando decisamente epoca e continente, perchè non nominare anche "Giovanna D'arco", diretto da Luc Besson nel 1999, criticatissima e visionaria biografia romanzata della vita dell'omonima condottiera, eroina e icona della cultura francese, qui interpretata dalla bellissima e agguerrita attrice ucraina Milla Jovovich.

Anti-storico e anti-realistico senza ombra di dubbio, ma altrettanto indubbiamente spettacolare e coinvolgente film epico dove la vita della donna è raccontata suddivisa in tre atti.


Dalla sua infanzia travagliata alla maturità tormentata come donna/soldato e infine il processo che la vedrà (altrettanto iconicamente) finire sul rogo condannata all'eresia dalla chiesa inglese, per poi essere proclamata Santa e Martire come eroica condottiera e cristiana all'inizio del ventesimo secolo.

Ottimo anche il cast di contorno che ruota intorno alla bella Jovovic, da un ispirato Dustin Hoffman che ne turba i sentimenti come visione santa al ottimo John Malkovich nel ruolo di re Carlo VII, primo sostenitore della sua campagna che poi in un secondo tempo la abbandona al suo destino una volta ottenuto ciò che voleva dalla donna.

Un buon film da guardare sicuramente con occhio distaccato e con la mente libera da critiche storiche, per un puro e semplice "action d'epoca" diretto con grande estro e fantasia da uno dei migliori esponenti del genere come Besson.


Saltando poi con la fantasia nel futuro del 23simo secolo, possiamo ricordare le donne soldato del sanguinolento e brutale (ma indiscutibilemente ironico) "Starship Troopers - Fanteria dello spazio", film action/sci-fi diretto da Paul Verhoeven, già esperto del genere coi campioni d'incasso "Robocop" e "Atto di forza".

In questo caso le due donne soldato della storia sono Dina Meyer e Denise Richards, volutamente facce pulite da serie teeneger americana per enfatizzare ancora di più l'idiozia generale della cultura militare "all'americana" fatta di slogan tv e spettacolarizzazione per le masse.


Alla base del film c'è il romanzo cult "Fanteria dello spazio", che da sempre divide i suoi lettori nella lettura voluta dal suo autore Robert A. Heinlein, secondo alcuni critico e secondo altri no rispetto al tipo di società che descrive, dedita alla totale militarizzazione e in cui solo chi ha prestato servizio nell'arma ha diritto di voto o di ricoprire cariche pubbliche.

Tornando al film, Verhoeven fa sicuramente una parodia esagerata del libro portando all'estremo la lotta tra i "marines spaziali" e gli "insetti alieni", mandando letteralmente al macello i giovani virgulti dell'esercito fatti allegramente a pezzettini dagli invasori, inizialmente sottovalutati in quanto a numero e intelligenza.

Un film comunque godibile dove come detto le soldatesse fanno la loro porca figura fucile alla mano, togliendo dall'impaccio non poche volte i colleghi maschi più esagitati che si lanciano all'assalto con poco cervello urlando in tutta la loro esaltazione omicida.


Sempre in tema di fantascienza poi possiamo citare il più recente "Edge of Tomorrow - Senza domani", film del 2014 di Doug Liman, già solido regista che ha diretto "The Bourne Identity", primo capitolo di una fortunata saga spy-action arrivata quest'anno al quinto episodio.

Il film pone sempre la razza umana in lotta contro gli alieni, questa volta sul nostro pianeta anzichè nello spazio, dove Tom Cruise è costretto a causa di un misterioso contatto "del terzo tipo" a rivivere in eterno la stessa giornata sul campo di battaglia, a mò dell'ironico (e molto più riuscito) "Giorno della marmotta" nel film "Ricomincio da capo" con lo spassosissimo Bill Murray protagonista.


In questo modo Cruise riesce a diventare un formidabile soldato e arriva a lottare fianco a fianco con l'eroina per eccellenza dell'esercito umano, una aggressiva e agguerrita Emily Blunt che gli rivela di essere diventata tale appunto grazie alla sua stessa esperienza di "loop temporale" di una vecchia giornata di battaglia.

Film dal montaggio (sin troppo) frenetico, specie nelle scene d'azione non sempre perfettamente girate "a fuoco" ma a volte un pò troppo confusionarie, rimane comunque un interessante esperimento di fantascienza dove appunto il personaggio che viene meglio fuori è quello della soldatessa interpretata dalla Blunt, molto più forte e determinata in battaglia della maggioranza dei suoi colleghi maschi.

Tornando bruscamente coi piedi per terra ai giorni nostri, altra donna forte in divisa è poi Jessica Chastain in "Zero Dark Thirty", dove la bella rossa è una testarda agente della CIA alla caccia niente poco di meno che del terrorista numero uno più ricercato del globo, Osama bin Laden.

Storicamente e realisticamente quanto meno discutibile, non è invece discutibile l'innata tecnica e mestiere sempre di alto livello della donna alla guida della storia, Kathryn Bigelow, regista di film cult come "Point break" (l'originale degli anni '90, non il patetico remake) e il visionario "Strange days", film cyber-punk-poliziesco che segna l'ingresso nel terzo millennio del mondo del cinema.


Tornando al film su Bin Laden, come detto va reso merito alla Bygelow di riuscire a tenere il timone nel mare di personaggi e sotto-storie che popolano questa spettacolare caccia all'uomo, nonchè riuscire a tenere alta la tensione e l'interesse, fino all'ultimo minuto con la caccia al buio del più grande spauracchio mediatico degli ultimi 15 anni di politica estera americana.

Ovviamente trattandosi di film militari è facile come in questo caso trascendere nella facile propaganda e in personaggi facili costruiti attorno a una quasi inumana tenacia e perseveranza, resta il fatto che schermo alla mano il film di per sè comunque funzioni e resti (per chi non lo prende come oro colato) "tanta roba" da guardare per 2 ore di spettacolo all'americana.



SPERIAMO ANCORA ASSIEME AL MIO "SOCIO" DI ARTICOLI IN TANDEM DI AVER DESTATO IL VOSTRO INTERESSE PER L'ARGOMENTO, ANCORA VIVISSIMO AI GIORNI NOSTRI IN TUTTE LE ARMI ED ESERCITI SPARPAGLIATI PER IL MONDO, DOVE SPESSO LE DONNE (AL COMANDO O NO) IN DIVISA VENGONO VISTE COME SOLDATI DI "SECONDA CLASSE" O COMUNQUE COME FUMO NEGLI OCCHI PER LA FACILE PROPAGANDA, DA METTERE BENE IN MOSTRA DURANTE LE MANIFESTAZIONI PUBBLICHE MA DA LASCIARE NELLE RETROVIE DURANTE I REALI INGAGGI O IMPEGNI MILITARI.

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Articolo pubblicato il 25/09/2016