GENIUS (2016)

Regia : Michael Grandage

soggetto : A. Scott Berg

sceneggiatura : John Logan

Colin Firth: Maxwell "Max" Perkins

  • Jude Law: Thomas Wolfe

  • Nicole Kidman: Aline Bernstein

  • Dominic West: Ernest Hemingway

  • Guy Pearce: F. Scott Fitzgerald

  • Laura Linney: Louise Saunders

Genius, Il film di Michael Grandage, ha il grande merito di non essere un biopic classico. Senza raggiungere il livello di Steve Jobs di Danny Boyle (con Michael Fassbender quale protagonista, il quale, caso vuole, sarebbe dovuto essere il protagonista anche di Genius, poi rimpiazzato per motivi tecnici da Jude Law), ci sdogana comunque dai soliti clichés che questo genere spesso comporta.

 Basato sul romanzo biografico di A. Scott Berg "Max Perkins editor of a genius", il film narra dell'incontro fra il pacato e umano editor Max Perkins (un ottimo Colin Firth), già scopritore di immensi talenti quali Francis Scott Fitzgerald e Ernest Hemingway, e l'incontenibile Thomas Wolfe (un perfetto Jude Law), scrittore di grande talento, le cui opere sono già state rifiutate dalla maggior parte delle case editrici.
I loro caratteri totalmente diversi, uniti però dall'amore incondizionato per la letteratura, formano un team di lavoro eccezionale, che li porta, nel giro di pochi anni, a rielaborare e pubblicare alcune fra le maggiori opere di Wolfe, ossia "Angelo, guarda il passato" e "Il fiume e il tempo".

Non tutto fila liscio, poiché il carattere impulsivo e irascibile di Thomas si scontra spesso con la logica di Max, il cui compito è quello di rendere un libro adatto alla lettura da parte del pubblico senza però snaturarne il cuore narrativo: se contiamo che i manoscritti portati da Wolfe nel suo ufficio erano composti da circa 5000 pagine, ci si rende facilmente conto della mole di lavoro che ciò comportasse.

E mentre la burrascosa collaborazione editoriale prosegue ci rendiamo conto di quanto questi due uomini fossero profondamente diversi : Max ha una casa bella, accogliente ed una famiglia che lo ama, mentre Thomas, tutto genio e sregolatezza, vive in un fatiscente appartamentino ed è amato dolorosamente da una ricca costumista di origini ebraiche, Aline Bernstein, estremamente gelosa e sempre pronta alla scenata (una Nicole Kidman leggermente sopra le righe, anche se è innegabile che lo sia già di base il suo personaggio).

A mano a mano che il tempo passa Thomas e Max si allontaneranno inevitabilmente, soprattutto nel momento in cui Max farà comprendere a Thomas che il suo cuore non ha l'ampiezza né la bellezza delle parole che scrive.

Si potrebbe leggere fra queste righe che Thomas Wolfe fosse una persona volutamente crudele ed insensibile, ma così non è : Jude Law caratterizza perfettamente una persona, o per meglio dire un genio, ossessivamente posseduto dal suo talento, a tal punto da trascurare più o meno involontariamente gli affetti che lo circondano (eppure alla ricerca dell'affetto paterno che gli era mancato nell'infanzia) per abbandonarsi troppo spesso all'alcol ed a ogni sregolatezza, forse incapace di contenere un flusso vitale troppo grande e potente da poter essere gestito da un essere umano.


Genius è un buon film, soprattutto per chi ama la regia di stampo teatrale (cosa garantita dalla presenza di Michael Grandage, qui alla sua prima regia cinematografica), ma che allo stesso tempo rivela paradossalmente un lato deficitario proprio nei dialoghi, come se nella prima parte non si fosse 'osato' più di tanto, mentre nella seconda si raggiunge a mio avviso il giusto tono per un film di questa portata, in particolare nella litigata fra Firth e Law a notte fonda, per strada, dopo l'ennesima dimostrazione di mancanza di empatia dello scrittore nei confronti di chi lo circonda, e nella sua visita a casa di Aline/Nicole (la scena della Kidman che ho preferito), nel momento in cui essa gli apre finalmente gli occhi sulla sua capacità di calpestare i sentimenti altrui.Da non dimenticare Guy Piercie nei dolenti panni di Scott Fitzgerald, Dominic West in quelli di Hemingway e la sempre brava Laura Linney, qui moglie dell'editor Max Perkins.

Elisabetta Gallo

 

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Articolo pubblicato il 14/11/2016