Lost in the sun

Un giovane orfano e uno spiantato rapinatore soli contro tutti in una toccante storia on the road

Se la settimana scorsa avevamo parlato di "Midnight special", un film molto particolare con questo bambino in fuga assieme a degli adulti in cerca del suo "posto speciale" dove vivere in pace e tranquillità; questa settimana parleremo di un tipo di storia simile e altrettanto toccante e originale.

In questo "Lost in the sun" è infatti l'adulto che si porta dietro un bambino, all'inizio ignaro e innocente, per mettersi in fuga dai suoi problemi e lasciarsi alle spalle una serie di loschi figuri con cui è indebitato e che non gli permettono di cambiare vita.

Non che il concetto di criminale che non riesce a staccarsi dal suo mondo e passato di violenza sia poi una cosa nuova, possiamo per esempio ricordare lo straordinario "Carlito's Way" di Brian De Palma dove l'ex galeotto interpretato da Al Pacino cerca in tutti i modi di rigare dritto e rifarsi un'esistenza assieme alla bella Penelope Ann Miller.


Ma vecchi nemici e amici della sua vecchia vita di teppista e spacciatore non lo mollano un secondo, compresi anche poliziotti e avvocati più che sicuri che finirà per ricascarci e tornare alle vecchie maniere, come poi infatti avviene quando si trova suo malgrado coinvolto nell'omicidio di un vecchio boss mafioso e il figlio che vuole farlo evadere di prigione.

Oppure possiamo parlare ancora del magnifico ladro stanco e rassegnato interpretato da James Caan in "Strade violente", uno dei primi film di Michael Mann ancora prima dei suoi successi di grido come "Heat - La sfida" e "L'ultimo dei Mohicani".

In questo caso il vecchio Caan si trova costretto, anch'esso da poco uscito dal carcere, a tornare sul campo ancora una volta in collaborazione con dei soci inaffidabili che vorrebbero continuare ad approfittarsi del suo talento di ladro di gioielli sotto minaccia della vita ai suoi amici e i suoi familiari.


Un mondo insomma, quello del crimine, nel quale è facile entrare (anzi scivolare) ma molto più difficile venirne fuori; una vita dove l'imperativo è il soldo a qualsiasi costo e che lascia alle spalle dei suoi protagonisti una scia di sangue e nemici in cerca di vendetta, vittime derubate o altri ladri golosi del bottino, da tenere tutto per sè e non dividere mai con nessuno per nessun motivo.

Alleggerendo un pò l'atmosfera potremmo citare un film dai tempi e le situazioni più divertenti e comiche sull'argomento, "Per amore... dei soldi", film del 2000 di Marek Kanievska dove il ladro in questione è l'immarcescibile Paul Newman, qui forzatamente a riposo in una casa di cura dopo un ictus che lo ha ridotto sulla sedia a rotelle.

Ma una giovane infermiera sospetta che il furbacchione stia solo fingendo di essere paralizzato e riesce infine a smascherarlo e costringerlo col ricatto ad imbarcarsi in un ultimo colpo assime al suo altrettanto giovane ma non altrettanto sveglio fidanzato.


Un bel film di "rapina" e "vecchi ladri" dove a farla da padrone è il divertente triangolo composto da un simpaticissimo Newman, la sexy e brava Linda Fiorentino e l'altrettanto bravo Dermot Mulroney nel ruolo di fidanzato che si trova via via sempre più escluso dal rapporto che si instaura tra la sua donna e il vecchio rapinatore dagli occhi di ghiaccio e la mente affilata come un bisturi.

Ma torniamo ora all'argomento più serio del film di oggi, un altro titolo di cui mi tocca (ahimè) sottolineare il fatto sia ancora inedito in versione italiana.


Un film che merita eccome invece di essere proiettato nelle nostre sale, un film che vive di personaggi semplici e situazioni quotidiane ma portate sullo schermo con grande sensibilità e senza alcun tipo di sterile spettacolarizzazione.

Analizziamo quindi meglio i meriti più da vicino che spinge il sottoscritto a consigliarne spassionatamente la visione.


NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO
Molto semplicemente la storia si dipana in questa maniera: un giovane ragazzo rimane orfano e deve andare a vivere coi nonni, quando uno sconosciuto gli si presenta come amico della defunta madre e si offre di accompagnarlo nel suo viaggio.

Ma l'uomo in realtà ha tutt'altri piani, come ad esempio derubarlo dei suoi pochi averi per cercare di saldare i suoi debiti, una grossa somma di denaro per la protezione ricevuta in prigione da altri criminali.

Il punto migliore del film è senz'altro l'evolversi del rapporto tra l'uomo e il bambino, inizialmente di simpatia e fiducia per poi scivolare velocemente nel rancore e la diffidenza, special modo dopo che l'uomo commette alcune piccole rapine per pagare il lungo viaggio.


Ma restando via via sempre più isolati, oltre che braccati insieme sia dai criminali che dalla polizia ormai alle loro calcagna, tra i due si apre una breccia dove entrambi si sentono finalmente quasi parte di una famiglia, provando sincero affetto e preoccupazione aiutandosi l'uno con l'altro.

Bravissimo Josh Duhamel nel ruolo dell'adulto, fascinoso con le donne ma stanco e fallito nella vita, attore relegato per anni a soldatino di gomma a personalità zero nei primi tre "Transformers" di Michael Bay e a cui qui viene finalmente dato lo spazio e la possibilità di recitare per davvero.

Possibilità che Duhamel coglie al volo per quello che sembra un personaggio scritto apposta per lui, un vecchio stanco criminale dai capelli brizzolati che vorrebbe essere cinico e distaccato ma non riesce a non provare (si scoprirà poi perchè) sincero amore per il giovane ragazzo che prende sotto la sua ala protettiva.


Molto bravo anche il giovanissimo Josh Wiggins che tiene testa all'adulto per tutto il film, capendone infine le motivazioni e i crimini senza condannarlo ottusamente a priori per la sua vita da rapinatore.

Pronto a capire ma non condiscendente a tutti i costi tuttavia, in quanto seppur giovane coi suoi valori e la sua morale e ben deciso a non farsi schiacciare e mettere sotto dalle rudi condizioni che la fuga dalla legge come ricercato potrebbe imporgli, cercando sempre e comunque di essere la "coscienza" a cui l'adulto non vorrebbe dare ascolto.


C'ERA UNA VOLTA NEL NEW MEXICO
Il film si crea un suo mondo raccontato in uno stile asciutto e particolare, partendo da una storia che potrebbe sembrare come incipit già vista e rivista, come ad esempio nel bellissimo "Un mondo perfetto" del 1993 di Clint Eastwood; dove il ladro di turno era l'altrettanto fascinoso Kevin Costner in fuga col piccolo T.J. Lowther lungo le strade di campagna degli states in cerca di una nuova vita nella lontana Alaska.


In questo caso l'ambientazione è risaltata e vive delle splendide inquadrature ad ampio respiro delle desolate "highways" che si snodano nel sud del New Mexico, desolate e fredde in contrapposizione ai caratteri via via sempre più carichi di umanità dei due protagonisti.

Un viaggio che si compone di tanti piccoli incontri e tanti piccoli personaggi, di rapina in rapina da un piccolo negozio ad una pompa di benzina, di rifugio in rifugio da una chiesa piena di fedelissimi cristiani ad una altrettanto improbabile coppia fatta da una donna e la sua giovane figliola.

La "terra promessa" in questo caso è la vecchia casa di campagna dei nonni, che sembra quasi paradossalmente allontanarsi via via che i protagonisti si avvicinano e sono sempre più braccati; tanto che a un certo punto il giovane ragazzo suggerisce di lasciar perdere e dirigersi piuttosto nel Messico vero e proprio dove vivere alla macchia coi profitti delle rapine.


Un America ancora una volta raccontata in maniera bel lontana dalla luccicante e colorata "terra delle opportunità", piuttosto anzi (specialmente al sud) come un paese rimasto ancorato ai valori e gli stereotipi della vecchia vita di Frontiera, dove i cittadini girano per le strade con la pistola infilata nella cinta pronti a fare e disfare le leggi per conto loro.

Non a caso possiamo vedere nel vecchio Duhamel e il giovane Wiggins quasi uno stanco cowboy quasi del tutto caduto di sella e il suo giovane promettente aiutante invece agli inizi del suo viaggio, al galoppo di auto rubate di nascondiglio in nascondiglio e svegliandosi sempre in posti differenti con l'ansia di essere costantemente identificati, scovati ed arrestati.

Rifugi dove la coppia vive i suoi pochi momenti di pace, il piccolo leggendo i suoi fumetti e il più vecchio perdendosi ad ammirare i tramonti e le albe di quelle lande americane senza fine a perdita d'occhio, sognando di "perdersi in quel sole" che sale e scende come niente fosse, indifferente ai drammi e le difficoltà della vita dell'uomo.



OGGI VI ABBIAMO CONSIGLIATO ANCORA UN ALTRO FILM FINORA INEDITO IN ITALIA, UN ALTRO TITOLO CHE GLI AMANTI DELLA "VERA AMERICA" NON POSSONO PERDERSI, UNA STORIA FATTA DI POCHI PERSONAGGI MA DI TANTA UMANITA' E PASSIONE, UN VIAGGIO DI CRESCITA E REDENZIONE PER DUE FIGURE "AI MARGINI" COME IL PICCOLO ORFANO E IL VECCHIO CRIMINALE. NON POSSO CHE AUGURARVI QUINDI BUONA VISIONE E CHE ABBIATE LA MENTE ABBASTANZA APERTA DA RIUSCIRE A GODERE DELLA SEMPLICE E GENUINA "ONESTA'" CHE QUESTO FILM, PUR TRATTANDO DI RAPINATORI, METTE IN SCENA MINUTO DOPO MINUTO IN UN CRESCENDO DI AFFETTO PATERNO CHE CULMINA IN UN FINALE PACIFICO MA TUTT'ALTRO CHE BANALE O "TELEFONATO" COME POTREBBE SEMBRARE A UNA PRIMA VISIONE.

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Articolo pubblicato il 20/11/2016