The Big Short - La grande scommessa

L'immensa crisi economica a seguito della bolla immobiliare del 2008, raccontata attraverso gli occhi dei pochi che l'avevano previsto e ci hanno guadagnato

La crisi economica degli ultimi anni è senz'altro l'elemento comune che ha legato i cittadini di tutto il mondo negli ultimi dieci anni, colpendo nazioni di ogni langitudine e latitudine ed ogni tipo di governo, credo religioso e potenza economica.

Ma da dove nasce questa crisi? Era possibile prevederla in tempo?

Ovviamente milioni e milioni di analisti, specialisti e tuttologhi di ogni dove si sono prodigati in lungo e in largo nel cercare di fornire una spiegazione sulle origini di questo mostruoso tracollo finanziario.


Un tracollo di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze, con milioni di disoccupati e occupati fortemente a rischio, per non parlare di tutti quelli che hanno perso la loro casa ed i risparmi di una vita.

Ma i politicanti dei nostri governi e i responsabili delle nostre banche hanno davvero imparato qualcosa da questa crisi?

Difficile rispondere di si, d'altronde perchè avrebbero dovuto: quasi nessuno di loro ha perso i suoi soldi o il suo lavoro o soprattutto è stato ritenuto penalmente colpevole di quello che è successo.

Sembra quasi che sia stata un evento spontaneo, la partenogenesi di Cristo, l'improvviso inaudito schianto di un castello considerato fino ad allora inespugnabile come quello del mercato immobiliare, primo a crollare nel 2008 che diede il via al terremoto finanziario di cui ancora oggi subiamo le scosse di assestamento.

Potremmo allora rispondere che se i nostri politici e banchieri hanno imparato qualcosa, è che ormai possono farla franca impunemente, nuovi criminali moderni in doppiopetto che colpiscono e spariscono in un lampo con un tratto di penna o il battito di un INVIO sulla tastiera; anzichè i gangster mafiosi che si facevano largo con la simbolica coppola in testa a colpi di fucili a canne mozze e dovevano nascondersi nei loro rifugi come latitanti ricercati.

L'unica cosa che latita al giorno d'oggi è la chiarezza. Dove sono finiti tutti quei miliardi e miliardi di soldi sudati e guadagnati dal John Doe e il Mario Rossi di turno? Perchè se è vero che nulla si crea e nulla si distrugge, anche in economia i soldi non spariscono nel nulla; qualcuno se li sarà pure intascati e da questa crisi ci avrà guadagnato.

Insomma "cui prodest?" se siete tra coloro che necessitano per forza di citazioni in latino, a chi è giovato e giova ancora lo stato attuale di incertezza economica e finanziaria in cui verte il nostro piccolo miserevole mondo?

Una domanda a cui questo film che vi propongo oggi, "The Big Short - La grande scommessa", cerca di dare qualche risposta, partendo dalle premesse della crisi fino ai giorni tragici del 2008 e delle cadute in picchiata degli indici finanziari di mezzo mondo, quando scoprimmo tutti con somma sorpresa che le nostre case e il nostro lavoro accumulato nel tempo non valevano più il famoso "fico secco".


MILLE PAROLE PER DOMINARLI TUTTI
Il primo gap che questo film cerca di colmare è quello "semantico".

Parola che potrebbe già essere di per sè una fregatura per chi non la conosce, ma che vuol dire per l'appunto scoprire il vero significato delle parole.

Mutui subprime, credit default swap, agenzie di rating, obbligazioni di debito collateralizzate.

Un gran casino vero? Per l'uomo comune della strada capirne il significato è come decifrare gli antichi geroglifici egizi.

Ma non preoccupatevi, come giustamente sottolineano i protagonisti di questo film, è giusto che sia così: sono state create apposta per confondere e imbrogliare i poveri clienti delle banche.

Molto umoristicamente infatti nel film ci sono alcuni spezzoni dove alcune svariate celebrità, come la bellissima Margot Robbie in un bagno di schiuma o il famoso chef Anthony Bourdain nella sua cucina, ci spiegano senza mezzi termini ed in un linguaggio terra terra il loro significato.


Ed è così che "mutui subprime" diventa semplicemente immondizia ad alto rischio di fallimento, mentre le "agenzie di rating" sono semplicemente dei presunti controllori che affibbiano alla precedente immondizia una garanzia di qualità tripla A, oppure ancora il "credit default swap" non è altro che una pura e semplice "scommessa" (come quella fatta dai nostri protagonisti) pagata a quotazioni altissime sul fatto che il mercato immobiliare stia per crollare.

Un mondo dominato da parole farlocche o dal significato traviato, dove l'arroganza e la stupida cecità delle banche e gli istituti finanziari regnano sovrane incontrastate, un mondo dove, infine, come sempre, a pagarne le spese è sempre e soltanto l'uomo comune, chiamato a ripianare coi suoi soldi interventi straordinari per pareggiare i conti in rosso delle banche e far si che i bancomat continuino a sganciare soldi il giorno successivo.


OKAY MA IL FILM?
Il film ci propone le vicende di diversi gruppi di individui che, in un modo o nell'altro, sono venuti a sapere prima di tutti dell'imminente bolla immobiliare in procinto di esplodere e poi collassare su sè stessa.

Inizialmente scettici e increduli, man mano che questi personaggi investigano più a fondo sul funzionamento assurdo del mondo dei mutui e le speculazioni finanziarie ad esso collegate, scoprono inorriditi un ecosistema di agenti immobiliari inetti e clienti sprovveduti che reggono in piedi un giochino attraverso soldi e guadagni che semplicemente esistono soltanto sulla carta.


Partendo dall'idea di un geniale ed eccentrico manager (un grande Christian Bale tutto tick nervosi, parlantina a raffica e sorrisi ebeti) che riesce a "scommettere" sulla prossima crisi contro le assolutamente incredule banche, convinte della vittoria sicura che si intascano tutti i suoi soldi attraverso i suddetti "Credit default swap".

Titoli di cui viene a sapere per caso un impiegato della Deutsche Bank (un viscido ma simpaticissimo Ryan Gosling) che a sua volta, cercando senza successo investitori per la sua idea, trova altrettanto per caso (un numero di telefono sbagliato) il modo di coinvolgere il famoso trader Mark Baum (interpretato da un vulcanico Steve Carell) e il suo team, ignari all'inizio che uno dei maggiori artefici della crisi sia proprio il loro datore di lavoro, Morgan Stanley, uno dei colossi che per primi verranno messi in ginocchio dalla crisi.

Allo stesso tempo sempre per pura coincidenza altri due giovani ragazzi, investitori rampanti di successo, vengono a sapere delle ricerche da parte dell'impiegato della Deutsche Bank e iniziano a indagare per loro conto su questi fantasmagorici "Credit default swap", coinvolgendo nella vicenda anche un banchiere in pensione (Brad Pitt qui serio e compito come in pochi altri film) loro amico che riesce a guidarli nell'operazione grazie alla sua esperienza e a farli entrare al tavolo da gioco della grande scommessa che tratta questo film.


E VISSERO FELICI E CONTENTI
Un pò mockumentary (finto documentario), un pò dramma e un pò commedia, un pò film di caratteri e un pò film corale; se non altro il lieto fine arriva almeno per i protagonisti di questo film, i quali dopo aver inutilmente cercato di avvertire amici, colleghi e parenti della crisi ormai imminente vengono derisi e scacciati da tutti, per poi ritrovarsi i portafogli grondanti denaro prima dei titoli di coda.

Ricchi si ma felici tutt'altro, come sottolinea il personaggio di Brad Pitt ai due ragazzini festanti per aver appena guadagnato 80 milioni di dollari, perchè il fatto che loro abbiano vinto la scommessa significa che milioni di persone hanno perso invece il lavoro, la casa e i risparmi di una vita.

Così come infelice cronico è il trader interpretato da un serioso e incazzatissimo Steve Carell, di solito attore relegato nelle commedie al ruolo di idiota di turno, invece mai così divertente come in questo film dove recita benissimo e sul serio dall'inizio alla fine nelle vesti di un uomo disgustato dal mondo che lo circonda.

Molto brava anche tutta la squadra di attori che compone il suo team finanziario, dall'affabile ottimista al volgare duro che non sorride mai, al giapponese che lavora con Gosling che fa finta di saper parlare solo giapponese per sembrare "più professionale".

Un film inframmezzato ovviamente dalla voce narrante (sempre di Gosling) che ci aiuta a non perderci tra i siparietti delle guest star che spiegano i termini tecnici ai salti temporali montati a mo' di videoclip tra lo scorrere degli anni che precedettero la bolla immobiliare; fino a salutarci verso la fine con in mano il suo assegnone da 47 milioni di dollari, sapendo che "ok lo stiamo giudicando" ma in fondo, bisogna dirlo, non ha mai detto di essere l'eroe coraggioso di questo film.

 

Oggi vi ho consigliato un film più impegnativo, non difficile in fondo, ma che sicuramente necessita di attenzione e focus in certi passaggi e nell'uso di una certa terminologia; ma che potrà darvi se non qualche risposta almeno il "background" dietro quale si muove il mondo bancario, finanziario e assicurativo di tutto il mondo; fatto di gente piccola e inetta, arrogante e boriosa, orgogliosamente ignorante e fiera della propria ricchezza così come pare tanto quanto della propria povertà umana e pochezza intellettuale e culturale.

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Articolo pubblicato il 11/12/2016