Esposti gli "scomposti" ritratti di Nathaniel Mary Quinn alla Luce Gallery di Torino, ancora sino al 12 gennaio 2017
Mostra mostri. A pe-z-zi. Sembra svagarsi a prendere-in-giro, giravoltare la rivoluzione delle avanguardie e i giochetti mentali di certa arte contemporanea: quel che appare un collage concettuale, coi crismi della creatività di corrente o tendenza più alla moda, almeno momentaneamente, nell'àmbito ambìto del volubile circuito internazionale "che conta", è invece pittura tradizionale.
Con impressionante espressionismo iperrealista (nella tecnica) nonché surrealista (nell'effetto), l'americano Nathaniel Mary Quinn produce l'illusione ottica di mosaici "pseudo-cubisti" di fototessere, attraverso i quali egli mira forse a ritrarre, ovvero rappresentare e raffigurare, le mille sfaccettature o epifanie culturali della nostra personalità (o delle personalità multiple, varie, potenzialmente schizoidi, che oggi siam costretti ad indossare come maschere nella vita di tutti i giorni?), ora in veste autobiografica (ad esempio, nei lavori esposti - scom-po-sti, anzi - alla Rhona Hoffman Gallery della sua nativa, matrigna Chicago dei ghetti e alla Pace Gallery di Londra), ora raccogliendo il "materiale umano-animale" dal brodo di meltin'pot delle strade di Brooklyn (New York), dove l'autore risiede, per lasciare che sulle sue opere si concretizzino in pigmenti e vengano alla luce - senza una pianificazione precostituita, quasi spontaneamente, man mano che la stesura procede - gli aspetti spesso occulti o latenti del soma e della psiche, dell'inconscio e dell'istinto quanto del comportamento convenzionale, educato, pressappoco consapevole, dell'individuo nella società; risultato così ottenuto, ossia bersaglio centrato, proprio mediante tale ingannevole patchwork o puzzle deliberatamente liberamente fasullo d'immagini virtualmente associate e dissociate, ispirate spesso a illustrazioni - viste e riviste - di giornali e fumetti, per partorire insomma una sorta di grottesco caravanserraglio, innaturale bestiario antropomorfo del quotidiano ubano e inurbano...
Dentro questi quadri incorniciati, raggruppati sotto il titolo complessivo di St. Marks (toponomastico dell'area metropolitana a cui i soggetti si riferiscono) - in esibizione sino al 12 gennaio prossimo alla Luce Gallery di Torino -, affiorano appunto i fram-men-ti disordinati, le schegge impazzite, alienate, dell'io segreto.
(c.s./e.s.l.)
Nathaniel Mary Quinn
"St. Marks"
Mostra personale
Fino al 12 gennaio 2017
prorogata al 4 febbraio
Luce Gallery
C.so S. Maurizio, 25 – Torino
Info: 011-8141011
info@lucegallery.com
www.lucegallery.com/quinn-stmarks
www.mbart.com/nathaniel-mary-quinn
Le immagini a corredo del testo
riproducono opere pittoriche di Nathaniel Mary Quinn (in alto, sotto il titolo dell'articolo, e qui sopra, a destra)
© gli artisti / Luce Gallery
link al precedente articolo Un mondo a tinte tenui?
relativo alla mostra personale di Alex Chitty
alla Luce Gallery di Torino :
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Articolo pubblicato il 31/12/2016