US Sassuolo Calcio vs Torino FC 0-0

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: il Toro chiude il girone di andata con un pareggio che vale 29 punti in classifica

Ventidue anni senza vincere alla ripresa del campionato, dopo la pausa natalizia.

In attesa del “Boxing Day”, ennesima anglosassonata (vedi Halloween) che non ci appartiene e non fa parte della nostra cultura, il Toro di Sinisa Mihajlovic è chiamato a sfatare l’ennesimo tabù ed a confermare quel (poco) di buono visto nell’ultima partita del 2016 contro il Genoa.

Impazza il “mercato di riparazione”, che ha portato per ora, sotto la Mole, Iturbe (che può diventare il valore aggiunto in attacco), un certo Carlao (che non conosco, non giudico, e aspetto di scoprire con voi), e l’addio, non senza qualche polemica, di Cesare Bovo, al quale va un saluto affettuoso e un ringraziamento per la serietà e per quanto fatto con la nostra maglia.

Ma la coperta, soprattutto a centrocampo, continua ad essere corta, molto corta, visto che Acquah è volato in Ghana per disputare la Coppa d’Africa con la propria nazionale, e Lukic e Gustafson ancora non hanno avuto modo di dimostrarsi davvero degni del campionato di Serie A.

Una partita, l’ultima del girone di andata, che può rivelarsi fondamentale per il prosieguo del campionato, soprattutto in chiave Europa, ma anche per stabilire un eventuale record di punti (31) realizzati nella prima fase del torneo.

Formazione quasi-tipo (4-3-3):  Hart; Zappacosta, Rossettini, Moretti (cap),Barreca; Benassi, Valdifiori, Obi; Iago Falque, Belotti, Ljajic.

In panchina Baselli e il nuovo arrivato Iturbe, che spero di vedere in campo per qualche minuto.

Lo “scansuolo”, avversario preferito dalla squadra con la maglia a strissie che gioca a Venaria, risponde con una formazione speculare, che schiera dal primo minuto il nuovo arrivo Aquilani.

Il Toro gioca un discreto primo tempo, dove tiene alto il pressing a centrocampo e si rende spesso pericoloso con i cross dalle fasce.

Manca solo il goal, manca quel pizzico di determinazione per mettere la palla in rete: sette occasioni clamorose nell’area avversaria, tra cui un colpo di testa alto sulla traversa di Obi e una spettacolare rovesciata del “Gallo”, che poteva diventare il goal dell’anno, con il pallone che purtroppo fa solo “la barba al palo”.

Marcatissimi lo stesso Belotti e Valdifiori, sui quali i neroverdi raddoppiano sistematicamente la marcatura, senza mai scansarsi.

La squadra di Eusebio Di Francesco gioca quasi tutti i primi 45 minuti, dietro la linea della palla, cercando vanamente il contropiede, senza mai impensierire la nostra difesa.

Insomma un pareggio che in questo primo tempo va stretto al Toro, molto stretto.

Stesso canovaccio nel secondo tempo: Toro padrone del campo, ma leggermente più lento e prevedibile rispetto alla prima frazione di gioco.

Inguardabile Ljajic, tanto che il Mister decide di buttare nella mischia il nuovo arrivato Iturbe, dopo 22 minuti.

Il paraguaiano non incide complice la scarsa condizione fisica e l’altrettanto scarsa intesa con i nuovi compagni: si limita a svolgere il proprio compitino.

Da registrare solamente una punizione dal limite di Iago Falque, fuori di un amen.

Quei due simpaticoni di Berardi e Matri, entrati nella ripresa, non hanno segnato, e questo è anche un fatto da sottolineare.

Il Toro chiude così il girone di andata a quota 29 punti, che valgono l’ottavo posto in classifica: risultato buono ma non ottimo, frutto di uno scorcio di campionato troppo altalenante e discontinuo: dovrebbero essere parecchi di più, ma in troppe partite (Milano due volte, Bergamo, Genova con la Samp, Empoli in casa e volendo anche la partita di oggi), i nostri hanno regalato dei punti preziosi, che ora si rivelano fondamentali per la qualificazione alla Europa League.

La squadra continua purtroppo ad essere un cantiere aperto: mancano sempre un centrale difensivo, almeno un centrocampista e una punta di riserva, per fare il famoso e definitivo salto di qualità.

La coperta è corta:Iturbe e Carlao non bastano di certo e la cessione di Belotti, tanto se ne parla che avverrà, sarà solo l'ennesima plusvalenza.


F V <3 G

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Articolo pubblicato il 08/01/2017