The Handmaiden

L'ultimo contorto e ambiguo film di Park Chan-wook, talentuoso regista sudcoreano famoso nel mondo per il suo spietato "Old Boy"

Già conosciuto nel circuito dei festival internazionali fin dai tempi del suo "Joint Security Area", thriller di ambientazione militare che lo riscattò dai precedenti insuccessi di "Moon Is... Sun's Dream" e "Trio", il regista sudcoreano Park Chan-wook ebbe la sua definitiva consacrazione poi nel 2004 al Festival di Venezia.

Fu allora che il pubblico e la giuria (capitanata da un irrefrenabile Quentin Tarantino) promosse a pieni voti il suo crudele e affascinante "Old Boy", capitolo centrale della sua "trilogia della vendetta" iniziata nel 2002 con "Mr. Vendetta" e conclusasi nel 2005 con "Lady Vendetta".


Trilogia che porta in luce i punti di forza maggiori di Park Chan-wook, oltre l'indiscutibile talento tecnico e fotografico abbinato ad un montaggio che alterna velocità dinamica a voluta lentezza introspettiva, la sua capacità di affrontare senza peli sulla lingua tematiche strettamente connesse alla sessualità e temi scottanti come l'omosessualità, la pedofilia e l'incesto.

Un regista che Hollywood ha provato a "tentare" offrendogli la possibilità di dirigere il remake dello storico "La casa" di Sam Raimi, altra dimostrazione della stupidità di fondo del cinema americano che quando trova un nuovo talento non sa fare di meglio che offrirgli di dirigere un remake; vedere per credere l'esordio stelle e striscie di Christopher Nolan, ridotto al rifacimento in chiave buonista del film norvegese "Insomnia".

Offerta giustamente rispedita al mittente dal genietto coreano che si è invece lanciato in una assurda love-story di ambientazione psichiatrica come "I'm a Cyborg, But That's OK" del 2006, per poi approdare al magnifico "Stoker" nel 2013.

Basato su una sceneggiatura scritta da Wentworth Miller, fino ad allora solamente attore protagonista della celebre serie TV "Prison Break", il film è invece il giusto esordio americano che il regista desiderava; specialmente per il cast fantastico composto da Matthew Goode, Nicole Kidman e Mia Wasikowska.

Un altro film dove la crescita verso la maturità, la sessualità e i più reconditi istinti omicidi e predatori sono raccontati con naturalezza attraverso i candidi occhi di una adolescente, incompresa a casa come a scuola tra i suoi amici, che trova finalmente un "anima affine" in un misterioso parente giunto in visita alla sua famiglia.


Ma andiamo ora a parlare del film con cui si presenta quest'anno e che oggi vi consigliamo spassionatamente, ovvero "The Handmaiden"; dove riprende alcuni suoi vecchi argomenti rielaborandoli e aggiungendo quel tocco di nuovo per garantirsi un altro inequivocabile successo.


INGANNI, AMORE SAFFICO E LETTERATURA SADOMASO
Riassumendo i temi affrontati dal film in questione sono questi, avvolti in una confezione di gran classe ambientata tra le eleganti mura di un maniero coreano degli anni '30.

Il proprietario è un vecchio snob amante del lusso e dei libri rari a tema sado-masochistico, che rivende falsificando senza vergogna a un nugolo ristretto e facoltoso di ricchi appassionati.


Dopo il suicidio della moglie, impiccatasi ad un albero antestante l'enorme casa, viene assunta una nuova e giovane cameriera come dama di compagnia e fidata ancella della figlia, soggiogata dal brusco carattere paterno e costretta a "letture pubbliche" degli scabrosi romanzi di fronte al pubblico d'elitè che rappresenta la clientela di fiducia del padre.

La cameriera sembra inizialmente allacciare un rapporto fin troppo intimo con la giovane ereditiera, ma in realtà nasconde un piano segreto per farle sposare un truffatore che ha poi intenzione di divorziare e farla rinchiudere in un manicomio per ereditare tutti i suoi beni.


Un'ottima storia in tre atti fatta di amore e tradimenti e contro-tradimenti, fatta di personaggi spietati e motivati dalle più elementari pulsioni della carne e il lurido magheggio personale per il denaro e per il lusso.

Impossibile parlarne ancora senza rivelare di più riguardo la trama, veramente ben congegnata e ben narrata, ma quanto detto finora è certamente più che sufficiente per aver intrigato senz'altro gli appassionati del cinema di "amore e sangue" del regista sudcoreano.


UN REGISTA ELEGANTE, PERVERSO E ORIGINALE
Ovviamente ben lontano dal buonismo occidentale e i soliti finali alla "volemose bene" dei nostri cine-panettoni e spaghetti-drama che siamo costretti a sorbirci al cinema e in televisione, Park Chan-wook mette sempre in scena un mondo dove tutto è lecito e ogni personaggio è capace di fare qualsiasi cosa in qualsiasi momento.

Una spietata ma verosimile visione della vita e del mondo avvolta come non mai in un'aura di eleganza e lusso da lustrarsi e strabuzzare gli occhi.


Magnifiche le scenografie, della casa come degli esterni come (in particolar modo) della biblioteca e sala lettura privata del signore del maniero, costruita con un sopraffino e raffinato gusto per i colori e la composizione fotografica a cui si contrappone la "grezza" lettura dei racconti spinti come quelli del Marchese De Sade.

Racconti fatti di esplicite narrazioni di rapporti sessuali fatti di dolore e sottomissione, ancora una volta per "contraltare" raccontati dalla voce piena di gioventù e irrequietezza della bella figlia del signore che, alla morte della madre, le succede come voce sovrana in quel regno fatto di vecchi viziosi in cerca di edizioni rare di racconti pornografici.


Altrettanto ricercati ed eleganti sono poi i costumi dei protagonisti, agghindati di gioielli e orecchini preziosi e che contrappongono ancora la comoda vita ovattata e ricca della figlia contro l'invece poverissima e miserevole origine della cameriera, truffatrice di basso rango finalmente alla prova con "il grande colpo" che potrebbe essere la svolta della sua vita.

Una grazia visiva per gli occhi, anche merito delle bellissime attrici Kim Tae-ri e Ha Jung-woo, cuore pulsante e centro gravitazionale attorno le quali ruotano gli altri personaggi; che il regista dirige impeccabilmente con un montaggio rilassato e doverosamente al servizio della storia, utilizzando un registro e taglio cinematografico fatto di sobrietà "minimal chic", esaltando ancora di più l'esasperazione di alcune scelte che le protagoniste si troveranno chiamate a fare.



COME VEDETE OGGI "CONTENGO" UN PO' I CARATTERI E LE PAROLE PER DESCRIVERVI QUESTO FILM, DI CUI NON VOGLIO ROVINARVI LA SORPRESA NELLE SUE PARTI PIU' SALIENTI, SPERO COMUNQUE DI AVERVI INCURIOSITO QUANTO BASTA PER CORRERE A VEDERLO AL CINEMA O ACQUISTARLO PIU' IN LA PER LA VOSTRA COLLEZIONE PRIVATA, IN QUANTO E' SICURAMENTE UN FILM CHE MERITA PIU' DI UNA VISIONE PER TEMI AFFRONTATI E IL MODO NON BANALE CON CUI LI AFFRONTA.

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Articolo pubblicato il 22/01/2017