Associazioni, privati e istituzioni del territorio riportano in vita un immobile storico
Di recente nel Comune di Pessinetto, nelle Valli di Lanzo, circa 600 abitanti, l’associazione PERLA Cultura, presieduta da Loredana Bulco, ha costruito una rete sinergica territoriale intorno a sé per il recupero di una struttura più che centenaria appartenuta ai Fratelli delle Scuole Cristiane.
Diversi i soggetti coinvolti: numerosi imprenditori della zona, il Gruppo Azione Locale Valli di Lanzo Ceronda e Casternone, anche il Politecnico di Torino, al fine di ridare vita a un immobile - 23 stanze - con l’intento di coniugare insieme finalità spirituali e formative.
È nell’idea di chi ha voluto recuperarlo, destinare la Casa San Giuseppe - questo il suo nome - a luogo in cui tenere workshop; cercare serenità per lavorare a un progetto; riunioni che richiedano anche una buona dose di vita comunitaria.
In questa operazione, che non possiamo non applaudire, c’è tutto quel che su queste colonne andiamo raccontando e auspicando. Da un lato la sfida di un tentativo imprenditoriale in montagna indirizzato al rilancio della stessa - l’ultimo articolo, relativo al “Tesoretto Olimpico” dimostra quanto ci stia a cuore questo tipo di territorio.
Dall’altro lo sforzo comune, gratuito o fortemente deprezzato, spinto da un progetto in cui, semplicemente, ci si crede. Il tutto alla luce di un approccio alla gestione, alle prospettive e alle potenzialità quanto mai razionale, come racconta il vicepresidente di PERLA Cultura Gianfranco Molinari: “il business plan è stato un una specie di carta di navigazione, perché ci ha permesso di comprendere le necessità e le opportunità della struttura in virtù di uno sguardo prospettico nel tempo”.
Una pianificazione che ripaga, infatti sono già diverse le prenotazioni e a breve una scolaresca della Sicilia verrà ospitata e avrà occasione di muoversi tra Pessinetto, i comuni limitrofi senza dimenticare Torino.
La montagna, quindi, non soltanto come ambiente in crisi che offre una sfida, ma anche come campo in cui giocarsi inventiva e capacità aziendali. È Mario Poma, il Direttore del GAL, che conferma la tendenza dei giovani a guardare alla montagna, a tornarvi, perché essa offre ancora margini lavorativi.
Paradossalmente è proprio lo spopolamento, che tutt’ora continua, a lasciare però degli ambiti in cui possono dire la loro delle startup, come dimostra anche il progetto ReStartAlp, giunto alla sua seconda edizione, dedicato a giovani under 35 che abbiano un’idea imprenditoriale o una startup nelle filiere produttive delle Alpi, rivolto alla provincia del Verbano Cusio Ossola, sulle Alpi Nord-Occidentale.
Imprescindibile da questi lodevoli intenti alcuni ostacoli su cui insistiamo ancora una volta.
Primo il digital divide, che rischia di affossare qualsiasi ottima idea; secondo, la carenza di servizi sufficienti, tanto per l’imprenditore quanto per il privato fondamentali, al fine di creare un solido collegamento con la pianura; terzo, il rischio di leggere la montagna come un territorio periferico e di instaurare una dialettica centro-periferia anch’essa dannosa.
Luca V. Calcagno
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Articolo pubblicato il 27/03/2017