Venerdì 21 aprile 2017. Disordini a Milano, spari a Parigi.
da un filmato sui disordini alla stazione centrale di Milano

Un momento di riflessione per capire dove andrà a finire l'Europa disunita e circondata senza più un re e nemmeno un dio

Venerdì 21 aprile 2017. Oggi pomeriggio, stando alle prime ricostruzioni, nel corso di un controllo nei pressi della stazione Centrale di Milano, un giovane africano avrebbe reagito a un militare in servizio per l'operazione Strade sicure, aggredendolo prima verbalmente e poi, con calci e pugni, quando il soldato ha tentato di tenerlo lontano.


Di fronte all'intervento di una pattuglia dei Carabinieri, due altri extracomunitari hanno aggredito i militari con un lancio di oggetti contro la vettura di servizio dove i tutori dell'ordine stavano caricando il primo aggressore. Un militare e un carabiniere sono rimasti lievemente contusi, mentre l'africano è stato portato in caserma per essere identificato.

 

Venerdì 21 aprile 2017. Notizie fresche: Parigi aggiunge un militare tra le vittime della follia omicida che sta colpendo la capitale francese ormai da due anni: l’Isis rivendica l'attacco.

 

Notizie da un'Europa che ha dovuto cambiare abitudini in fretta, ma che ancora si interroga sul da farsi, terra accogliente e impreparata ad affrontare un nuovo corso storico di cui essa stessa è controversa madre, artefice, bonaria complice e impaurita vittima.

 

Venerdì 21 aprile 2017, forse non c'è alcun collegamento tra i due episodi, forse no. Forse oggi  è però un buon giorno per chiedersi che cosa sta capitando in questa parte del mondo: a chi giova e chi tira le fila.

 

La Francia è in piena campagna elettorale, pare che l'assassino dei Campi Elisi  fosse un lupo solitario assetato di uomini in divisa, ma poco importa a questo punto se sia collegato alla guerra islamica oppure no. Il problema è un altro.

 

Tra le poche certezze a noi concesse, appare chiaro che nelle periferie degradate del Vecchio Continente si annidino ampie sacche di popolazione disadattata, emarginata, irrequieta e violenta. Luoghi di facile presa per arruolare a costo zero ignari martiri che fanno comodo all'oscuro clan di opportunisti anticristo.

 

Periferie in cui nessuna legge entra, da Bruxelles a Stoccolma, serbatoi di nuovi giannizzeri a cui spillare un innato senso di rivolta che, una volta innescato, si autoalimenta. Interrogarsi sul come, sul chi, sui quanti e sui perché, appare quasi una sterile perdita di tempo. Il pericolo c'è, si sa dov’è. Affrontarlo è ben altra cosa.

 

Nel nostro Paese una sciagurata politica che ha favorito accoglienza a scatola chiusa, senza preparazione né coscienza, ha posto le basi per tensioni sociali prossime future a cui ci si dovrà abituare, e il senso di disagio sta diventando quotidianità. Milano insegna.


Il governo è nel panico, lo sa ma non lo dice, continua nel distribuire a pioggia i nuovi arrivi, a scaricare il problema sui comuni e sulle prefetture. Strani intrallazzi tra alberghi vuoti e nuovi clienti. Il sospetto che la criminalità organizzata riempia le camere dei propri hotel a spese dello Stato non è fantascienza.

 

Alcuni giorni fa ho intervistato profughi di lingua francese: storie di tremenda violenza, di torture libiche, di ammazzamenti facili. È successo in due occasioni separate, ma il racconto è sempre uguale a se stesso. Il dubbio che ci sia dell'altro sorge spontaneo: "con chi sto parlando? Vittima o carnefice?". È un dubbio terribile per la sua stessa essenza.


Tutto può essere il contrario di tutto, il pensiero immagina scene di sangue mentre guardo il volto segnato da cicatrici e gli occhi persi di chi ha visto troppa morte in faccia: subita? Applicata? "Da dove vengono i soldi con cui sei giunto fin qui?" Risposta sfuggente... .


Ovunque il clima dell'Europa disunita si sta scaldando a fuoco lento, e non solo da un punto di vista meteorologico ambientale, mentre, tra l'aumento degli sbarchi e il terrorismo senza volto, quel che resta di buono se lo stanno comprando i ricchi mercanti arabi e cinesi.

 

Attentati di matrice islamica, nel frattempo, hanno già fatto centinaia di vittime, altre ne faranno, poiché il progetto di islamizzare l'Europa è di vecchia data, progetto dichiarato che già si sarebbe compiuto se nel 1529 l'assedio di Vienna avesse visto i turchi primeggiare. Certe guerre non finiscono mai, eppure sono in molti a pensare che non accadrà niente.

 

Siamo disarmati, impreparati combattenti, ci si addestra in tv, depistati da un'informazione show, confusi da una politica in disaccordo su tutto, lontana dalla cittadinanza che, camminando per le strade, percepisce la differenza del vivere sulla propria pelle.

 

L'Europa a due velocità annaspa dentro al proprio nuovo volto in continua involuzione. Attentati, immigrazione, perdita di competitività politica ed economica, tensioni interne, pressioni esterne, mentre un cristianesimo preso a calci dalla mezzaluna conta i martiri in giro per il mondo e il Papa lo fa presente.

 

"Ama il prossimo tuo come te stesso", fatico a trovare un'idea migliore eppure, mentre i camion assassini spazzano i turisti sulla promenade, nei circoli intellettuali si analizza il crocefisso e si disserta sulle qualità del Nazareno, reputate esagerate in questo tempo tecnologico e virtuale proiettato a superare le doti del divino.

 

Venerdì 21 aprile 2017. Pensieri vaganti, ragionamenti ispirati da avvenimenti violenti. La verità non è mai quella che appare, eppure c'è, insinuata tra le nostre vie scorre sulla nostra quotidianità, disegnando un futuro che verrà qualsiasi esso sia, casa per casa. E non sarà migliore. Vorrei sbagliarmi, naturalmente.

 

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Articolo pubblicato il 21/04/2017