Torino - Juve scaccia crisi?

Profonda riflessione

Egregio Direttore,

la Juventus ha vinto la Coppa Italia, e così i tifosi sono contenti! 

Non importa se a Torino manca il lavoro  o la deliquenza è fuori controllo o se una Ron uccide le persone con il camper, l'importante è la Coppa Italia.

Anche se in tanti non hanno ancora capito che il calcio di oggi non è più un gioco sportivo, ma un grande affare di soldi dove tanti "mercenari" stranieri giocano nella squadra dove guadagnano più soldi!  Il calcio del vecchio Toro è finito in soffitta, e nelle squadre sono pochi i giocatori italiani che fanno parte del vivaio come accadeva una volta!

Risultato? 

Un calcio legato ai soldi che ha sostituito quello sportivo, e i tifosi devono prendere atto di quello che accade anche nella loro squadra del cuore!

 

Marino Domenico

 

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La vittoria in Coppa Italia  fa parte del mosaico sportivo bianconero costituito da tre tasselli, il noto triplete, che indica, come prossimo obiettivo, la certezza del primo posto in Campionato e quindi il titolo tricolore e, successivamente, la Champions League.

Tre traguardi importanti che, nella loro realizazzione, hanno la funzione di esaltare la propria fede sportiva ed il guadagno di altri dimenticando i problemi del quotidiano cui Lei ha accennato.

Ma questa è, checchè se ne dica, la realtà storica che circonda il mondo indorato del calcio, non dello sport!

Realtà in netta contraddizione con lo stato economico medio dei cittadini tifosi, pronti a tutte le rinunce fuorchè il biglietto dello stadio, l'abbonamentoi alla squara del cuore, la trasferta al seguito ed i vari gadget dei loro beniamini.

Un business di incredibili dimensioni alimentato da una passione che sa di gioia anzichè di dolore.

Questa è la situazione attuale che perdura nel tempo, unica nell'integrazione indolore fra giocatori dalla più remote provenienze che qualche sparuta frangia contesta quando appartiene alla squadra avversaria.

Tutto il resto torna all'ordine del giorno quando l'evento sportivo si completa riportando all'attualità di tutti i giorni colorata di rinunce, di violenze passive e talvolta attive, di preoccupazioni generalizzate fini alla contestazione di chi non aiuta il popolo a sopravvivere.

Quello stesso popolo che, come abbiamo accennato, non può rinunciare alla partita di calcio, alla sfida sportiva che si traduce, troppo spesso ormai, nello sfogatoio personale che porta allo scontro fisico con chi la pensa diversamente, Forze dell'Ordine comprese.

I "Mercenari" fanno il loro mestiere come da sempre nel corso della storia: il problema sta altrove, forse nella cutura di chi vede nel dio pallone la panacea di ogni male.

 


       Civico20 News      

Il Direttore responsabile                                     

      Massimo Calleri                                               

 


 

 

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Articolo pubblicato il 19/05/2017