Perché invecchiando si ha la percezione di un’accelerazione del tempo?

Il tempo e la materia oscura, parte seconda

La sensazione che il tempo "voli" quando s'invecchia è soggetto di innumerevoli analisi. La più nota è L’infografica, di Maximilan Kiener, un grafico austriaco. Trae spunto da un teoria di Paul Janet, filosofo francese dell’Ottocento, secondo cui ogni periodo di tempo è sempre proporzionale alla lunghezza della nostra vita fino a quel momento. Una fra tante, nessuna che abbia risolto il mistero. È dunque l'occasione per occuparsene da una plurima angolazione, chiamando in causa: ricerca, astronomia spicciola, analisi fisica e intuizione analitica, poiché è una sensazione molto diffusa; primo indizio per una verità nascosta.

L’indagine prende il via allacciandosi al teorema su: il peso della materia oscura e il suo volto irrisolto trattato su questa testata, il cui soggetto centrale era il tempo

Link: Il peso della materia oscura e il suo volto irrisolto

Se viene attribuita al tempo un’unità di misura per la sua consistenza, una energia, un punto di applicazione, una direzione e una sua velocità, si può ipotizzare che l'essere umano percepisce la medesima sequenza applicata alla quantità biologica di tempo medio previsto di durata per un organismo umano, dal momento della genesi, fino a quello della sua morte fisica.

Qui si inserisce una variabile che scaturisce da una domanda: essendo il  tempo un’entità che è ovunque, è ovunque percepito nel suo trascorrere nello stesso modo dal tutto degli infiniti elementi che compongono l'universo e convivono in quel medesimo lasso di tempo, o intervengono altri fattori che ne modificano la percezione?

Il tutto è contenuto nella "custodia" di spazio scandito dal tempo, il quale, non essendo stato scoperto altro elemento che a sua volta la contenga, ai giorni nostri possiamo definire: l'universo. All'interno dell'universo però nascono, vivono e muoiono un numero > infinito di corpi che contengono altri corpi, che contengono altri corpi per un numero X di volte, anch’esso > infinito.

L'essere umano, con l'andare della sua storia ha coniato una serie di unità di misura universali, sempre più compatibili con le proprie necessità. Il metro e il chilogrammo, ad esempio, furono uniformazioni di unità di misura fino a quel momento variabili, operate da Napoleone Bonaparte.

La divisione del tempo sottomultipli dell'anno: stagioni, mesi, giorni e ore, è sempre stato oggetto di misurazione sempre più precisa, dai Maia agli orologi atomici e finanche il cristianesimo terrà duro, è suddiviso in due periodi numerici: a.C. e d.C., in vigore da 434 anni sul calendario gregoriano, santi e segni zodiacali compresi.

L'anno è un'unità di tempo basata sulla misurazione del tempo impiegato nel moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole, così come il giorno e la sua suddivisione in 24 h definiscono il tempo di rotazione della Terra intorno al suo asse.

Sintetizzando, possiamo stabilire che l’anno è l'unità di misura del tempo stabilita dall'uomo e l'orologio è lo strumento inventato per controllarlo nel modo più preciso possibile, oltre a diventare un bell'oggetto da regalo o talvolta, un buon investimento.

L'argomento è vecchio e dibattuto da filosofi, scienziati, artisti e intellettuali, ecco perché l'uomo verrà momentaneamente estromesso, poiché non è l'unico abitante dello stesso pianeta.

Il cane ad esempio ha un'altra percezione del tempo, perché il suo tempo biologico è diverso. La fedele bestiola ha mediamente una percezione sette volte maggiore a quella dell'uomo poiché la sua vita biologica è altrettante volte più breve.

La prova è semplice. Per un cane diventa un'abitudine attendere il padrone che si assenta per un breve periodo. Se il periodo diventa molto più lungo la percezione della mancanza del padrone arriva fino alla elaborazione di una perdita. Ecco perché, quando il padrone ritorna, le reazioni del cane sono sovente giudicate esagerate. La bestia è come se lo rivedesse dopo un periodo di sette volte superiore.

Poiché tutto nasce e muore nell'universo, stelle e sistemi planetari compresi, quale sarà la percezione del loro tempo? Per noi umani, i 4 miliardi di anni di vita che abbiamo attribuito al nostro sistema solare paiono tanti, ma lui, chissà cosa ne pensa.

Ecco dunque plausibile che le percezioni siano differenti, non solo per organismi diversi, ma per l'effetto applicato su di loro e sulla loro struttura dalla quantità di tempo percepita. È difficile sapere se un cane conosca quanto potrà vivere e se abbia la percezione che il tempo vada accelerando man mano invecchia. È certo invece che l'uomo ha un’aspettativa media, sa che sta invecchiando, sa che morirà.

Influiscono questi fattori sulla percezione che il tempo vada accelerando man mano si invecchia, pur sapendo che non è così? non per il tempo inteso nella sua forma universale! Forse in parte, perché di morire hanno fretta in pochi, ma poiché è un argomento fonte di dibattito da molto "tempo", occorre qui sottolineare che finora il tempo non è mai stato considerato come avente una pur impercettibile massa subatomica che si muove a velocità esponenziale e direzione inizialmente circocentrica dal momento del Big bang.

È vero che il giorno e la notte si susseguono ogni 24 h, ma il tempo biologico dell'uomo non è affatto sintonizzato con l'orologio che portiamo al polso. È un'entità a sé stante. Occorre dunque separare il tempo in due percezioni. La prima è una periodicità legata al movimento della Terra, la seconda invece è la quantità destinata al nostro contenitore biologico: il corpo. La prima si misura con l'orologio o col calendario. La seconda non abbiamo strumenti per misurarla, sebbene scandita da un movimento fisico in accelerazione costante come il tutto. Ecco dunque che noi la percepiamo poiché ci appartiene e apparteniamo a essa.

Altresì, se immaginiamo una clessidra e associamo alla sabbia la massa fluida del nostro tempo, possiamo notare che, quando la clessidra è piena, pare che di tempo ce ne sia sempre abbastanza. Questo perché la sabbia è abbondante, scorre a velocità in apparenza costante e la restrizione finale è lontana, ma quando l'ultimo granello sarà passato sotto, non solo la clessidra sarà vuota, quindi, nella metafora, la vita sarà finita, ma gli ultimi granelli avranno subito un'evidente accelerazione. Questo per sequenza fisica.

  1. se il tempo ha una sua massa e una sua velocità è in grado di esercitare un’energia nel contenitore in cui transita.
  2. la velocità di un liquido che transita attraverso un condotto è costante se non aumenta la pressione e il diametro del condotto rimane anch’esso costante
  3. con un aumento della pressione o con una diminuzione del diametro del condotto, la velocità del fluido aumenta.

Poiché la parte prima di questa teoria dava al tempo valori di massa identificata nella materia oscura e valori di energia identificata nella energia oscura, è lecito ipotizzare che, essendo il corpo umano costruito per funzionare e rigenerarsi con "alimentazione", ma destinato a deteriorarsi nel tempo, il suo tempo biologico è il suo tempo oscuro. Un tempo oscuro il quale, sia che esista dal momento del concepimento, sia attraverso il suo contenitore: il “fisico”, verrà sottoposto come ogni materia, alle medesime leggi della fisica.

Il peso della materia oscura e il suo volto irrisolto

Con uno sforzo della fantasia bisognerà immaginare la forma del contenitore simile a quella di un fiasco rovesciato e la progressione equiparata a un'ipotetica sezione aurea

In un primo periodo (la gioventù) il trascorrere del tempo sarà percepito lento perché si dirige verso un "aumento" del diametro del suo contenitore. In una fase intermedia, la forma del condotto non varia, perciò la velocità viene percepita costante. Quando la materia tempo biologico inizia a scarseggiare, la pressione diminuisce per mancanza di massa a disposizione, ma la velocità aumenta realmente perché la forma del condotto si restringe, quindi i nostri quantitativi di materia accelerano.

Distribuendo il tempo in sottomultipli e dando un volume a ogni secondo, sarà facile immaginarli come innumerevoli goccioline o granelli di sabbia, accelerare in corrispondenza del condotto sempre più stretto. Tutto è percepito dal subconscio che lo trasmette al ragionamento razionale, il quale, abituato alle lancette dell'orologio però, fatica a capire quello biologico sebbene “qualcosa” sembri muoversi ad un'altra velocità.

Concludendo con ultime analogie fisiche e concatenazioni temporali, se il “nostro” tempo oscuro è dotato di una certa quantità di “nostra” energia oscura, giunti a questo punto della sequenza di valutazioni, pur senza aver svelato alcun mistero, merita constatare che, con l'avanzare della vecchiaia, non solo si percepisce una accelerazione del tempo a noi concesso, ma un altro fenomeno ne può avvalorare la sua esistenza come forma di energia.

Con il passare degli anni, avvicinandosi alla vecchiaia la memoria ricorda eventi remoti che sembravano essere dimenticati.

È la reminiscenza, argomento di eterno dibattito filosofico legato al trascorrere del tempo e all'immortalità dell'anima. Si tratta di un altro fenomeno riconosciuto nella sua essenza, ma senza risposta oggettiva. Un altro mistero legato alle particelle del tempo che merita un'altra, prossima indagine, pur sapendo che rimarrà un mistero, poiché è più giusto e romantico che rimanga tale.


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Articolo pubblicato il 01/06/2017