Bilancio di Missione 2016 dell’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo.

Una panoramica sull’intero triennio di mandato del Consiglio di Amministrazione 2014 – 2016.

Nel 1563 un gruppo di cittadini torinesi Fondava la Compagnia di San Paolo; 32 anni dopo nel 1595 all’interno della Compagnia nasceva l’Ufficio Pio per distribuire doti matrimoniali alle fanciulle povere.

Nei secoli, l’Ufficio Pio ha visto vicissitudini ma anche una costante estensione della sua attività di interventi a favore della popolazione bisognosa e nel 2002, assumendo la condizione di Onlus, inserì    i cittadini stranieri tra i suoi destinatari. Dal 2007 la progettazione si rivolge anche alla prevenzione e promozione dell’autonomia della persona, con interventi a favore delle persone socialmente vulnerabili, senza dimora e giovani universitari.

Oggi l’Ufficio agisce sul territorio con progetti che operano secondo obiettivi specifici per rispondere alle esigenze di destinatari con differenti caratteristiche, con tre aree di intervento: contrasto alla povertà, prevenzione della povertà, inclusione e reinserimento.

Nel 2016 l’Ufficio ha avuto entrate per €17.414.818 e uscite per € 16.462.842, con un avanzo di gestione di € 951.976; i beneficiari sono stati 11.689, tra questi 2.783 famiglie.

Nel corso del triennio del mandato che si chiude, l’Ente ha sostenuto ogni anno circa 12.000 persone, il 70% di queste in condizione di povertà assoluta, di questi 3.992 minori in povertà assoluta di età compresa tra 0 e 6 anni. Due terzi delle persone sostenute sono di cittadinanza italiana, un terzo sono cittadini stranieri ( il 79% di origine non comunitaria).

Il presidente Giovanni Tosco ha evidenziato che negli ultimi tre anni l’ufficio Pio ha operato in un quadro ove è fortemente aumentato il pericolo di cronicizzazione delle emergenze sociali  per le persone e le famiglie colpite nei centri nevralgici della propria esistenza da uno o più eventi negativi.

Un contesto in cui la crescita numerica di  cittadini in condizione di povertà assoluta ha rappresentato la manifestazione esasperata di una tendenza più complessiva all’incremento e all’ampliamento delle diseguaglianze economico sociali. Emergenze che a loro volta, si sono sviluppate sulle ferite delle trasformazioni sociali in atto da tempo nell’area metropolitana: cambiamenti demografici, l’insediamento stabile di grandi comunità straniere, giunte ora alla seconda generazione e il problematico incrocio fra una domanda di lavoro scarsa nel numero  e fortemente eterogenea nella qualità, con una offerta di lavori in eccesso e poco allineata ai saperi e alle abilità richieste.

Il presidente ha concluso ricordando che nel triennio le risorse impegnate ammontano a 50 milioni di euro.

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Articolo pubblicato il 02/06/2017