Ancora Migranti in Italia. Non possiamo, Non dobbiamo, Non vogliamo.

Stiamo truffando i migranti che pensano che la loro vita in Italia sarà quella dei filmati delle tv.

Nel 2016 180.000 persone sono sbarcate in Italia; nel 2017, alla fine di aprile erano già arrivati oltre 13.000 migranti e il dato di maggio si preannuncia da primato.

Negli sbarchi degli ultimi mesi sono completamente cambiati i Paesi di provenienza. ora in testa è il Bangladesh (in realtà rappresentato dall’esodo dei  bengalesi che lavoravano in Libia), seguono la Nigeria, la Guinea, il Gambia, la Costa d’Avorio, Marocco e Senegal.

L’iter della logistica dopo  lo sbarco in Italia è abbastanza complesso: l’accoglimento avviene nei CPSA (Centri Primo Soccorso e Accoglienza) per l’identificazione, la registrazione e le eventuali cure mediche; successivamente, in base alla tipologia, ad esempio i richiedenti protezione internazionale, vengono smistati in altri Centri (CARA e CDA).

Gli stranieri giunti nel nostro Paese irregolarmente e che non chiedono protezione internazionale, sono rinchiusi nei CIE (Centri Identificazione ed Espulsione) uno dei quali è a Torino in Corso Brunelleschi.

Sino al 2016,  parte dei migranti accolti pare abbiano trovato inserimenti lavorativi nel settore dei servizi alla persona, nel settore alberghiero e nella ristorazione, nell’agricoltura, industria e trasporto. Ma quanti delle centinaia di migliaia dei profughi giunti negli ultimi cinque anni hanno realmente una occupazione? Quanti sono finiti nei gangli della malavita e delle mafie o peggio nelle mani dei reclutatori del terrorismo internazionale? In realtà, dopo l’iter iniziale sappiamo dove questi soggetti vanno a radicarsi, salvo forse i pochi privilegiati accolti dalle varie associazioni?

Questi derelitti sorridono e ringraziano al momento dello sbarco nei porti italiani, perché non sanno ancora che li stiamo illudendo sulle concrete possibilità di inserirsi nelle nostre comunità e soprattutto di trovare un lavoro sicuro e adatto alle loro caratteristiche.

I segnali che vediamo ogni giorno nelle nostre città confermano questo quadro quanto mai allarmante: ad ogni angolo, vicino ad ogni supermercato , ad ogni impianto semaforico troviamo un nero o comunque un migrante che chiede l’elemosina, ma i suoi occhi sono spenti da una speranza che non esiste più, o fortunatamente in pochi casi, esprimono rabbia e rancore  verso chi li ha illusi.

Un discorso a parte ma correlato, riguarda l’etnia Rom radicata nel nostro Paese. I Rom hanno sempre dichiarato che il loro obiettivo non è il lavoro e che sono un popolo nomade: da qui si evince che  i loro redditi provengono principalmente da attività illegali e dalla questua, parametri incompatibili  con i principi della nostra società; inoltre, se sono un popolo nomade perché si stabiliscono definitivamente sul nostro territorio in campi abusivi, arrivando a reclamare assegnazione di alloggi?

Crediamo che sia giunta l’ora di rivedere la nostra politica di accoglienza anche con un reale coordinamento in ambito europeo, per la sicurezza e il benessere non solo della popolazione italiana ma anche di tanti disperati che sono già arrivati e che arriveranno, che probabilmente non saranno più disposti  a vivere di illusioni.

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Articolo pubblicato il 05/06/2017