Torino - Meno soldi ai politici, e loro derivati, e più soldi alla Sanità

Ma anche il calcio va ridimensionato

Egregio Direttore,

ormai anche a Torino il gioco del calcio , a certi livelli, non è più uno sport, ma qualcosa di diverso legato al giro di soldi, e agli ingaggi milionari a favore di giocatori che sono diventati dei mercenari del pallone, e con i tifosi che fanno finta di non vedere.

Non importa se ci sono degli sponsor a scucire il grano, quello che conta, e fa stupire, riguarda il fatto che certe cifre milionarie umiliano tante persone che fanno fatica a fine mese, e tutti quei pensionati che percepiscono una pensione da fame!

Lasciando da parte il calcio superpagato, nella Sanità Torinese qualcuno ha pensato di ridurre i posti letto?  Per mancanza di personale infermieristico? Una carenza di infermieri per motivi finanziari, o per il fatto che non sono stati assunti infermieri in rapporto al numero di letti? 

A questo punto possiamo solo sperare che la Regione Piemonte incominci a decidere tra le spese istituzionali, politici compresi, e quelle sanitarie!  Una scelta che dovrebbe preferire la Sanità Pubblica, mentre ai politici dovrebbero andare solo i soldi rimanenti! 

Nel grande banchetto, la "politica" è una missione a servizio della collettività!  Per cui meno soldi ai politici, e loro derivati, e più soldi alla Sanità!

 

Mariberto

 

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Gentilissimo,

giusto ciò che Lei fa notare sul calcio che non è più sport, bensì, a livello professionistico, un'operazione commerciale tesa soltanto a monetizzare il più possibile una passione che sta diventando un vizio.

Sono molti i tifosi che lamentano condizioni economiche precarie, ma non rinunciano all'abbonamento per la squadra del cuore incrementando il business delle Società.

Alle quali interessano, per essere chiari, più i contratti televisivi che avere gli stadi pieni di gente che spesso crea problemi di ordine pubblico o danni alle strutture.

Ma si tratta di investimenti privati per cui, in uno stato di semilibertà come il nostro, ognuno può spendere il proprio denaro come meglio crede.

Ecco perchè non si può accomunare la spesa privata a quella pubblica dove le scelte dipendono più dalla politica che dalla professionalità.

E la Sanità è un esempio lampante con manager e direttori scelti dai responsi delle cabine elettorali piuttosto che dal curriculum professionale.

Un male che sta assumendo la massima esponenzialità in diretta proporzione con i finanziamenti destinati all'Assistenza.

 

       Civico20 News    

Il Direttore responsabile                                   

      Massimo Calleri     

 

 

 


 

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Articolo pubblicato il 07/08/2017