Torino metropolitana alla Reggia di Venaria il G7 Innovazione.

Dal 25 settembre al 1 ottobre un Summit blindato.

La storia del G7 nasce all’inizio degli anni 70, quando il segretario al Tesoro statunitense, George Schultz, dopo il crollo del sistema di Bretton Woods, decise nel 1973, a seguito della crisi energetica che colpì il sistema economico-finanziario internazionale, di tenere un forum, insieme agli altri ministri dell’economia di Francia, Germania e Regno Unito, per affrontare i temi di cooperazione economica e monetaria.

Negli anni successivi, a queste Nazioni, si aggiunsero Giappone, Italia, Canada, Unione Europea e Russia passando così da G7 a G8. Quest’ultima però dal 2014  non può partecipare per le note sanzioni internazionali, per cui si è ritornati al G7.

Il G7/G8, col tempo, da forum di coordinamento di politiche economico-finanziarie è diventato un Vertice in cui si affrontano i principali temi di politica estera e di sicurezza internazionale. A partire dagli anni novanta l’agenda dei Summit si estese a questioni trasversali come i cambiamenti climatici, la lotta alla povertà, l’immigrazione e la non proliferazione nucleare e si è intensificato il dialogo con i Paesi in Via di Sviluppo. Per questo vediamo spesso nello stesso anno diversi  G7  divisi per aree tematiche.

L’edizione 2017 del G7 sull’innovazione si terrà a Torino dal 25 settembre al 1 ottobre. Tecnicamente la location è ubicata alla Reggia di Venaria, ritenuta più idonea dal punto di vista della sicurezza, anche per i recenti fatti accaduti nel centro di Torino durante la finale tra la Juventus e il Real Madrid dello scorso mese di giugno.

Gli eventi saranno in tre fasi tematiche: industria, scienza e tecnologia, lavoro.

Ma messo in sicurezza l’evento, il problema si pone per la città di Torino: l’esperienza del G20 di Amburgo ha insegnato che oramai i cortei si fanno in centro città, anche se i summit sono organizzati in punti lontani e protetti dagli apparati di sicurezza.

Già da tempo le frange estremistre No G7 nostrane e straniere, tra cui Askatasuna, NO TAV e Black bloc. sono in fermento per organizzare cortei in centro che potrebbero vedere la presenza di centinaia se non migliaia partecipanti dall’Italia e dall’Europa.

Non dobbiamo poi dimenticare il rischio rappresentato dal terrorismo islamico che predilige gli attentati in concomitanza con eventi socio economici di richiamo, quali elezioni politiche o summit mondiali come quello della Reggia di Venaria.

Inoltre, dal 2013 in poi sono molti i miliziani partiti per Siria e Iraq dal Torinese per combattere nelle file del Califfato; quasi tutti tunisini e marocchini,  alcuni morti, altri già ritornati da noi, soggetti assai pericolosi, che dobbiamo tenere sotto stretto controllo.

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Articolo pubblicato il 23/08/2017