Punti di vista - Parte 2

Film in soggettiva, ovvero quando il Cinema passa dagli occhi dei protagonisti

Riprendendo il tema scelto per questo mese riguardo ai film girati interamente con la visuale in soggettiva, viriamo questa settimana più nello specifico sul genere horror/fantasy.

Genere che ovviamente in mani sapienti è sublimato dalle inquadrature in prima persona, come ad esempio nei magnifici "Rec" e "Rec 2" che vi avevamo consigliato nell'articolo "Tre passi DA GIORNALISTA", epopea zombie/demoniaca tutta ambientata in un condominio tenuto sotto quarantena dalle autorità.

Due film dalla trama intrigante e la paura e tensione assicurati diretti da un esperto del genere come Jaume Balagueró, già regista degli ottimi "Darkness" o "Nameless" ad esempio, oltre che del divertente e al contempo inquietante "Bed time"; tutti film realizzati non con moltissimi mezzi ma sicuramente con tanta immaginazione e un ottimo mestiere nelle mani del neanche 50enne regista spagnolo.

Altro film del genere, troppo famoso e conosciuto forse per essere veramente consigliato, è poi l'ottimo "Cloverfield", disaster movie di "Godzilliana" fattura che non disdegna comunque delle ottime atmosfere e sequenze horror.

Sullo sfondo di una New York attaccata da una gigantesca e invulnerabile creatura, un gruppo di amici attraversa la città in cerca di un amica bisognosa di soccorso.

Ottima la tecnica impiegata nelle soggettive sia per le sequenze di "panico di massa" che in quelle più cupe e anguste dei protagonisti costretti nei tunnel bui della metropolitana così come nelle scale di un grattacielo semi-crollato; per non parlare degli ottimi effetti speciali usati saggiamente nel corso del film ma davvero efficaci nel restituire il senso di "possenza" del misterioso ed enorme invasore.

Un ottimo blockbuster in soggettiva campione d'incassi in giro per il mondo (oltre 170 milioni di dollari a fronte dei 25 milioni costato per produrlo), dal quale per contraltare passiamo adesso ai consigli trattando tre film un molto meno conosciuti dei sopracitati, lodati e acclamati da critica e pubblico.

Tre film sempre sulla scia horror/fantasy con la visuale in soggettiva che, per un motivo o per l'altro, vale la pena non lasciarsi sfuggire.


TROLL HUNTER (2010 - André Øvredal)
Regista dell'ottimo "The Autopsy of Jane Doe", da noi consigliato nell'articolo "Primavera horror" Øvredal aveva girato ancora prima questo ottimo "finto documentario" interamente in soggettiva.

Ambientato nella sua terra natale norvegese, il film vede un gruppo di ragazzi dare la caccia a un misterioso presunto bracconiere che sta facendo strage di orsi nelle foreste locali.

Ma ovviamente c'è ben altro sotto che cova e infatti l'uomo si rivela essere un agente del governo, membro di una misteriosa elite speciale incaricata di controllare e cacciare i mostruosi e leggendari troll che si celano dietro le mattanze degli animali.

Un film che fa della semplicità il suo fascino e la sua essenza, pur non disdegnando alcune ottime sequenze con effetti digitali per la ricostruzione dei mostri, comunque tratteggiati più di quanto sembri all'inizio anche per differenze tra le varie sottospecie dei gigantestichi mostri di carne e roccia, spesso dalle movenze impacciate ma comunque più che efficacemente minacciosi.

Un ottimo esordio cinematografico per un regista da tenere d'occhio, avendo gi dato prova di essere dotato di un ottima tecnica ed essere un amante dei classici (specie nel già citato horror "Autopsy"); ma di non aver paura di innovare re-inventando un mito o una struttura e clichè precostruiti.


IL PASSO DEL DIAVOLO (2013 - Renny Harlin, Pierre Schoendoerffer)
Dopo aver tanto divertito il pubblico degli anni '90 con film come "58 minuti per morire" (seguito del celebre "Die Hard") o anche i caciaroni "Cliffhanger", "Corsari" e "Spy"; il buono e onesto mestierante Renny Harlin era caduto un pò nel disgraziato dimenticatoio dei film malriusciti.

Dopo averci (ben poco) allietato con i vari "Driven", "Nella mente del serial killer" o il terribile (non nel senso buono) e travagliatissimo "L'esorcista - La genesi"; Harlin riesce finalmente a sfornare una ciambella col buco con questo delizioso horror fantasy del 2013.

Ispirato al reale incidente occorso al passo Dyatlov nel 1959, con i protagonisti intenzionati a svelare l'arcano del fatto di sangue che vide la mattanza bizzarra degli escursionisti periti nel celebre fatto di cronaca; secondo molti mai spiegato interamente e in modo soddisfacente dalle autorità sovietiche.

Sempre girato in stile "mockumentary", il film soffre forse onestamente di qualche "momento morto" nella sua fase più centrale, ma ha dalla sua parte un intrigante incipit che mette lo spettatore nel giusto mood sovrannaturale della vicenda e un'ottima conclusione nell'ultima mezz'ora della storia, davvero ben diretta e densa di avvenimenti e colpi di scena.

Un gustoso film in soggettiva dal fascino misterioso alla "X-Files", ben sorretto finalmente questa volta dalla buona regia di Harlin, finalmente alle prese con un buon film prima di sprofondare (ahinoi) nuovamente nella banalità dell'ennesimo "Ercole" hollywoodiano del 2016 con il suo "Hercules - La leggenda ha inizio", costato oltre 70 milioni di dollari ma molto meno efficace di questo piccolo e intrigante "Devil's Pass".


NECROPOLIS - LA CITTÀ DEI MORTI (2014 - John Erick Dowdle)
Già regista del divertente "Devil", altro horror demoniaco/psicologico scritto direttamente da M. Night Shyamalan, John Erick Dowdle ci riprova con questo infernale e claustrofobico film tutto in soggettiva.

Soggettiva che è poi un compost della visuale delle telecamere di questo gruppo di ragazzi, guidati dalla giovane e indomita Perdita Weeks che da novella "Indiana Jones" segue le tracce dall'Iran fino a Parigi della mitica "pietra filosofale", oggetto di culto degli alchimisti di tutto il mondo.

Una ricerca che porterà la giovane e i suoi amici direttamente nelle catacombe sottostanti la capitale francese, braccati da invisibili e impalpabili presenze che sembrano scaturire direttamente dai demoni del passato dei vari personaggi.

Un film che sa mantere il suo fascino e interesse fino alla fine, pur con qualche ripresa in corsa un pò troppo sfocata e traballante; ma con alcune belle trovate e scene d'effetto come il cunicolo sotterraneo con la scritta "Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate" o le varie visioni e fantasmi pieni di sensi di colpa che tormenteranno i protagonisti per tutta la loro "discesa verso la risalita".

Un altro buon esempio di storia narrata in soggettiva (soggettive multiple in questo caso) con la giusta dose bilanciata di jumpscare e scene di tensione, effetti speciali "non invadenti" ma inseriti quando e come servono al servizio della storia; una storia introdotta e spiegata senza tanti fronzoli e che viaggia abbastanza spedita senza lunghe attese inutili come in altri film POV.

Infine abbiamo anche una dignitosa prova dei vari attori, tutti senza infamia e senza lode ma abbastanza differenziati nei personaggi per risultare interessanti.

Insomma un bel film horror in soggettiva per visitare Parigi, una volta tanto, non con gli occhi degli innamorati cronici o da autore in cerca di personaggi.

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Articolo pubblicato il 10/09/2017