Ottobre sui generis

Consigli alla visione sui film di genere: FILM D'AUTORE

Il concetto di film d'autore è diventato, paradossalmente, un paradigma dal quale il pubblico di massa cerca assolutamente di stare alla larga.

Questo perchè nell'immaginifico collettivo si tende a pensare siano film destinati a una ristretta minoranza di "eletti" in grado di capirne il significato e i vari rimandi e citazioni di altri film di simil fattura, mentre in realtà è tutto l'opposto.

Chi ad esempio sa lontano da un Terrence Malick perchè spaventato dai ritmi dilatati con cui racconta le sue storie o il tanto paventato "stile visivo" nella cura del suo montaggio e la sua fotografia: ma se uno a un talento enorme di questo tipo perchè non dovrebbe usarlo e anzi esaltarlo portandolo fino all'eccesso in ogni suo film?

Difficile ad esempio non ammirare il caleidoscopio di immagini del suo ultimo "Voyage of Time: Life's Journey", che per una volta mette al servizio l'immenso potenziale della computer grafica non per raccontare le fisime di super-eroi o transformers di turno, ma per raccontare una fantascientifica "biografia dell'universo" sottolineata dalla dolce voce narrante della bravissima Cate Blanchett.

Come non considerare poi "d'autore" anche i film di Martin Scorsese, autore più che eclettico regista per esempio negli ultimi anni di film bellissimi e diversissimi tra loro che più non si può come "The Wolf of Wall Street", affilata e cinica parodia del mondo della finanza; o il sognante e carico di nostalgia "Hugo Cabret", magico film che è una lettera d'amore alle origini del cinema vero e proprio.

L'ultra-settantenne regista italo-americano si conferma ancora con il suo ultimo "Silence", film dove abbandona momentaneamente la sua lunga collaborazione con Leonardo Di Caprio (fin dal suo "Gangs of New York" del 2002) in favore di attori meno conosciuti e di fama come Andrew Garfield e Adam Driver.

In viaggio nel lontano oriente alla caccia di Liam Neeson, padre cristiano delle missioni dato per prigioniero delle autorità giapponesi che intendono estirpare il cristianesimo dalla loro cultura umiliando pubblicamente i missionari e obbligandoli a rinunciare alla loro fede attraverso torture fisiche e psicologiche.

Altra autrice di grande talento, nonchè figlia d'arte di un grande regista, quest'anno torna al cinema anche Sofia Coppola con il suo "L'inganno".

Vicino d'epoca del più famoso "Via col vento", il film vede protagonista Colin Farrell nel ruolo di un soldato ferito che trova rifugio in un collegio isolato dal mondo, interamente abitato da una popolazione femminile dedita allo studio ed al ricamo nella più totale e rigida compostezza.

Un cast quindi (tolto Farrell) interamente in rosa a partire da Kirsten Dunst (attrice feticcio fin da "Il giardino delle vergini suicide" al bellissimo "Marie Antoinette"), la veterana Nicole Kidman e la giovanissima Elle Fanning.

Remake dell'ottimo "La notte brava del soldato Jonathan" di Don Siegel con protagonista il suo solito Clint Eastwood, il film attraversa i generi del film d'epoca al romantico/sessuale e drammatico fino a diventare un horror/thriller sulla falsariga di "Misery non deve morire", con le varie attrici a suddiversi il lavoro di padrone/aguzzino che nel film di Rob Reiner era riservato solo alla spietata Kathy Bates.

Ma veniamo ora ai 3 film d'autore che vi consigliamo in questo articolo, come per i film sopracitati tre opere non particolarmente "incasellabili" in un genere o un segmento di pubblico di riferimento, se non l'ampio gregge senza volto degli amanti del cinema in generale.


SALT AND FIRE (2016 - Werner Herzog)
Altro regista ultra-settantenne considerato universalmente come uno dei maggiori maestri tedeschi della settima arte.

Partendo dal rapimento di una piccola delegazione dell'ONU, Herzog torna al cinema con questo personale film di denuncia sociale, politica ed ecologica.

Interpretato da un bravissimo (al solito) Michael Shannon e un'altrettanto in parte Veronica Ferres, la storia verte sul conflitto e comprensione tra questi due caratteri, sequestratore e prigioniera, vittima dell'inquinamento il primo e voce scientifica delle Nazioni Unite la seconda.

Un tira e molla psicologico che ha una svolta inattesa tutta ambientata nel desolato e asettico "Deserto di sale" della Bolivia, oltre 10.000 metri quadrati di terra senza vita ancora in espansione che saranno il teatro finale del "percorso di formazione forzato" a cui è sottoposta la protagonista.

Inutile parlare di fotografia e montaggio così come di costumi e scenografie, quando si ha a che fare con un asso della regia come Herzog si può dare per scontato che essi siano sempre al massimo livello.

Una storia "umana" lontana da ognuno di noi ma che ci tocca tutti, un film che mostra cosa produce il consumismo sfrenato e il dominio totale delle multinazionali sulla terra, l'aria e l'acqua di tutti i popoli della Terra.


SULLA VIA LATTEA (2016 - Emir Kusturica)
Regista e attore protagonista di questo spaccato di guerra nella Jugoslavia che fu, Emir Kusturica miscela come pochi altri il dramma e la commedia di questa piccola cittadina che vive sul fronte.

Amore e morte si mescolano tra le piccole gioie sexy di una fattrice e il suo fratello eroe di guerra, in attesa di sposare la bella italiana e fuggiasca illustre Monica Bellucci.

Un film surreale nelle scelte di regia e narrazione, ma tuttavia tristemente ben radicato nella realtà di un paese devastato dalla guerra e talmente abituato alla violenza e l'omicidio da considerarli come "parte del panorama".

Emblematico in tal senso le passeggiate in bicicletta dello stesso Kusturica, tranquillamente a zonzo affianco ai soldati sparanti per le sue commissioni quotidiani come comprare il latte al villaggio.

Altrettanto importante è poi "la fauna" locale che è praticamente un altro personaggio della storia, dal fido uccello del protagonista al serpente che tenta ripetutamente di strangolarlo; fino al gregge di pecore pericolosamente al pascolo vicino a un campo minato nel finale.

Un film dal sapore popolare e partigiano, gustosamente povero nei mezzi ma ricco nella forma e la sostanza, per uno dei mastri creatori del cinema più puro e diretto come lo stimatissimo cineasta serbo.


THE NEON DEMON (2016 - Nicolas Winding Refn)
A 3 anni di distanza dal suo "Solo Dio perdona", secondo film con protagonista Ryan Gosling dopo "Drive" dopo 2011; Refn cambia ancora ambientazione e genere con questo altro piccolo capolavoro ambientato nello spietato mondo della moda di Los Angeles.

Protagonista la bella e brava Elle Fanning, tra le attrici del film di Sofia Coppola di cui parlavamo prima; qui nel ruolo di una aspirante modella in cerca di fortuna nella città degli angeli.

Una modella odiata e invidiata dalle sue "colleghe" bellissime, ma rifatte chirugicamente e costruite a tavolino come delle bambole da supermarket; invidiose quindi del fascino e la sensualità "naturale" della giovanissima Fanning.

Impagabile come al solito l'uso delle luci, i colori e le musiche di cui è capace il regista.

Dal provino dell'attrice rivestita di liquido dorato, lo sfumare delle scene una nell'altra dal buio assoluto ai rossi accesi e i colori sgargianti degli abiti e gli interni sfarzosi dei vari protagonisti.

Da sottolineare anche un piccolo ruolo per un eccellente Keanu Reeves, pericoloso e viscido custode del Motel dove alloggia la bellissima; attore che qui da il meglio di sè lontano dalle scene action cui è abituato come gli ultimi (ottimi) "John Wick" di cui abbiamo parlato altrove.

Un ottimo e unico film per un regista che continua a non sbagliare un colpo, allontanandosi sempre più dagli standard e gli stereotipi del cinema mainstream per scavarsi una nicchia tutta sua e costruirsi una base sempre più solida di aficionados in attesa spasmodica della sua nuova opera, in questo caso una serie tv di nome "Too Old To Die Young" di prossima uscita nel 2018.

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Articolo pubblicato il 08/10/2017