Ottobre sui generis

Consigli alla visione sui film di genere: HORROR

Nel corso degli ultimi mesi vi abbiamo consigliato una quantità di film horror di ottima qualità, passati pazientemente al setaccio della montagna di film mediocri dello stesso genere usciti nello stesso periodo.

Passando poi ulteriormente al setaccio il già setacciato nugolo di horror sopra la media, possiamo allora senz'altro ri-consigliarvi 3 titoli che si distaccano dal gruppo per originalità o realizzazione.

Il primo è senz'altro "Babadook" del 2014, opera prima della regista australiana Jennifer Kent.

Partendo dalla base di un nucleo familiare ristretto a una madre single e un figlio psicologicamente fragile e problematico, la brava Kent mette in scena un film profondamente inquietante dalla prima all'ultima inquadratura.

La sfortunata famiglia sembra infatti perseguitata da uno spirito maligno apparso misteriosamente assieme a un libro per bambini, fatto di illustrazioni raccapriccianti ed esplicite minacce alla vita del bambino.

Una storia che resta in bilico fino alla fine per lo spettatore, incerto se ciò che vede è opera di un mostro sovrannaturale o della mente a pezzi della madre sempre più esaurita; storia che poi funziona a meraviglia secondo tutte e due le interpretazioni.

Dello stesso anno è poi "It Follows", secondo film di David Robert Mitchell dopo la commedia romantica "The Myth of the American Sleepover".

Notevolmente originale, sia come idea di base che come realizzazione tecnica, in quanto la maledizione che perseguita i vari protagonisti è considerata alla stregua di una vera e propria malattia trasmessa sessualmente.

Una volta infettati, i ragazzi sono perennemente inseguiti da queste figure sconosciute che non gli danno tregua fino all'inevitabile assassinio oppure, ancora, finchè la vittima non infetta a sua volta qualcun'altro.

Da sottolineare ancora la bravura del regista, che riesce davvero a mettere paura con una messa in scena semplicissima e dei mostri che non sono altro che "persone comuni" che camminano implacabilmente verso i protagonisti, per una serie di sequenze mirabilmente dirette e inserite come già detto all'interno di una storia veramente fresca e originale.

Infine, in questa introduzione "Repetita iuvant" sul meglio dei nostri consigli migliori, suggeriamo ancora alla visione l'ottimo "The Witch", ancora un'altra opera prima del regista americano Robert Eggers.

Interpretato dalla giovane, bella e brava Anya Taylor-Joy; il film ha come protagonista un nucleo familiare "esiliato" dalla propria comunità cristiana per colpa del padre, infervorato ed intransigente predicatore.

Una condizione di vita difficile resa ancora più esasperata dalla presenza nei boschi di una congrega di streghe, che rapiscono il neonato sotto gli occhi della sorella.

Rapimento che porta rapidamente allo sgretolarsi dell'unione familiare, già duramente messa alla prova dai piccoli screzi quotidiani e le condizioni di isolamento della loro nuova vita.

Un film povero ma esaltato dalla pochezza dei costumi e le scenografie dov'è ambientato, oltre che meravigliosamente interpretato da pochi attori, maturi e giovanissimi, perfettamente diretti dal regista che sfrutta alla perfezione i tempi di narrazione e costruzione dei personaggi e le loro motivazioni psico comportamentali.

Ma veniamo adesso ai consigli per tre film horror sopra la media rispetto al mucchio dei malriusciti pieni di facili jumpscare e altri sfiatati torture-porn assortiti che affollano le sale cinematografiche di tutto il mondo.


SOUTHBOUND (2015 - Roxanne Benjamin, David Bruckner, Patrick Horvath, Radio Silence)
Interessante horror "a episodi" diretto da 4 registi differenti, tutti ambientati lungo una sperduta autostrada che fende un desolato deserto.

Episodi a sè stanti ma legati comunque dall'ambientazione e i personaggi, che si passano la fiaccola dall'uno all'altro in degli scenari che virano dall'horror puro al disagio psicologico fino al thriller paranormale.

Paranormale come due uomini su un furgone bloccati in un limbo spazio temporale dal quale non c'è uscita, percorrendo in eterno lo stesso tratto di strada per una colpa dalla quale non possono scappare.

Episodio di apertura che sarà poi anche lo stesso a dare la chiusa finale del film, inframmezzato da giovani ragazze rimaste a piedi lungo la strada che trovano ricovero presso una famiglia disturbata; un uomo che cerca aiuto per una ragazza in un post-apocalittico ospedale senza vita.

O ancora l'episodio più assurdo di un uomo alla ricerca della sorella scomparsa, la quale non ha però nessuna intenzione di farsi salvare.

Un campionario disperato di esemplari umani in situazioni estreme, per un film che spazia dalla paura allo splatter alla tensione più vicina al thriller; per poi sconfinare nel fantasy e la fantascienza in alcuni frangenti più assurdi delle varie vicende.

Quattro storie (e mezzo) dal piglio dei vecchi horror di serie B o le vecchie puntate de "I racconti della cripta", per un piacevole ritorno all'horror a episodi che fu genere amato dai fissati del genere fin dal celebre "Black Sabbath" (I tre volti della paura) di Mario Bava dei lontani anni '60.


RUPTURE (2016 - Steven Shainberg)
Altro ottimo horror con base e premessa fantascientifica, dove abbiamo la bella e brava Noomi Rapace (famosa protagonista della saga "Millenium") protagonista rapita da una misteriosa congrega di scienziati dedita a una serie di spietati esperimenti.

Capitanati da Michael Chiklis (ex protagonista della serie tv "The Shield") i rapitori hanno infatti intenzione di risvegliare nella donna dei geni mutanti alieni, attivabili a dire loro soltanto attraverso situazioni di stress estremo dovuti alla paura o al dolore.

Liberatasi ma sempre prigioniera nella struttura, la donna scopre di non essere la solita vittima di questi "studi" finendo per inoltrarsi nei meandri più oscuri e terribili di questo lodo scientifico dove non c'è nessuna pietà per le cavie degli esperimenti.

Buona la parte introduttiva e finale di tutta la vicenda, mentre il cuore pulsante del film è saggiamente dosato tra scene più gore e altre più di paura e tensione; pur rimanendo in tema di una storia come detto altamente fantascientifica.

Sempre ottima l'interpretazione della Rapace, come vittima e come madre problematica; circondata da un buon gruppo di caratteristi come il suddetto Chicklis o anche il sempreverde Peter Stormare, che spingono al limite i loro "pazienti" esasperando all'inverosimile le loro paure o le loro fobie.

Un piccolo horror "in the box" che mescola torture-porn e fantascienza, una volta tanto però non fini a sè stessi ma funzionali allo svolgimento della trama e l'evolversi dei personaggi.


THE EYES OF MY MOTHER (2016 - Nicolas Pesce)
Parliamo infine del film più "realistico" del terzetto di oggi, film d'esordio per il giovane cineasta Nicolas Pesce.

In una fattoria abbandonata un folle aggredisce una donna uccidendola davanti alla figlia, ma viene scoperto dal padre che lo cattura e tiene prigioniero per fargliela pagare.

Protagonista della storia è la piccola testimone del delitto, cresciuta estremamente disturbata dopo un insano rapporto di amicizia/tortura con l'uomo tenuto prigioniero.

Morto l'uomo e il padre, la donna finisce per catturare gli estranei che si avventurano sulla sua proprietà, tenendoli prigionieri come compagnia prima e fonte di cibo dopo.

Fotografato in un bianco e nero bucolico e estraniante che ci porta in un'altra dimensione, composta unicamente dalla casa della protagonista e il capanno dove tiene prigionieri i malcapitati che finiscono nelle sue grinfie.

Un film che dal suo debutto al Sundance Film Festival del 2015 ha diviso l'opinione di chi lo ha guardato, feroce e ispirato visivamente per alcuni così come vuoto e pretenziosamente arrogante per altri.

La verità probabilmente sta nel mezzo, un buon film dallo stile visivo innegabilmente affascinante e forse qualche tempo morto nel "cuore centrale" della storia; storia comunque non banale o priva di significati ma anzi una buona variante horror sul tema del cannibalismo.

Sicuramente consigliato agli amanti degli film con sotto-testi psico-patologici, violento nella storia ma non troppo visivamente per la regia pudica e raffinata di Pesce; comunque sia indiscutibilmente un regista da tenere d'occhio negli anni a venire.

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Articolo pubblicato il 26/10/2017