La caccia è una passione sportiva?

Al confine fra lo sport e il divertimento.

Egregio Direttore,

quando sento parlare di caccia, come passione sportiva, provo una certa amarezza! E la ragione è molto semplice.  Un tempo l'uomo cacciava per necessità legata al cibo, oggi si caccia per sport o divertimento, e non si ha alcuna pietà per i poveri animali! 

I politici, per prendere voti dai cacciatori, non vogliono abolire la caccia, mentre la aziende che producono armi, cartucce, abiti, stivali, ecc. per i cacciatori hanno tanto lavoro e tanti utili! Se poi andiamo a vedere che con il Progresso abbiamo tolto molto spazio agli animali, la situazione è molto più preoccupante , perchè gli animali andrebbero aiutati, e non cacciati senza un minimo di rimorso  per questo gioco sportivo che toglie la vita a tanti animali indifesi! 

Adesso che abbiamo il Movimento Animalista della Brambilla, e il Berluska che gioca in giardino con cani e pecore cosa cambierà?  Vogliono tutelare gli animali, oppure, si tratta della solita propaganda politica?  In una macelleria in provincia di Torino (Verolengo) sono stati ammazzati 200 agnelli per la festa islamica del Sacrificio! 

E nessuno si è lamentato , o ha protestato!

 

Marino Domenico

 

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

 

Al Suo quesito, pregiatissimo Signor Marino, Lei si è praticamente risposto da solo andando a toccare un tasto assai rovente e cioè l'interesse privato di chi usa la caccia come strumento di lucro per la propria attività.

Naturalmente le "classi" interessate replicheranno facendo riferimentio all'occupazione, quella dei dipendenti naturalmente, senza contare quella messa in atto sottraendo a esseri viventi spazi e, soprattutto, il diritto ad esistere.

Ma cià che mi lascia particolarmente perplesso è l'allevamento di animali destinati all'abbattimento per una dimostrazione di abilità che confina direttamente con lo sterminio programmato. Le Associazioni, creda, stanno battendosi da tempo per la tutela degli animali, ma quando si vanno atoccare i famosi "poteri forti" la lotta diviene impari e senza speranza.

Se aggiungiamo l'esasperante disponibilità politica, autoeletta, verso le "nuove risorse" e la loro "cultura" ci rendiamo conto che la lotta si fa impari e priva di quella peculiarità imposta dalla democrazia: il confronto. Ma questo sta diventando uno scontro politico che nulla ha a che vedere con l'operato delle Associazioni che difendono la vita degli animali soggetti allo sterminio e di tutte le creature che hanno il diritto di compiere il loro percorso esistenziale senza che qualcuno possa decidere per loro, che danno molto e non chiedono mai nulla tranne che il diritto che gli umani stanno deformando a loro piacimento a seconda della bandiera dietro cui si nascondono.

D'altronde quando nelle aule scolastiche si toglie il Crocifisso, si aboliscono ricorrenze storiche e religiose, si  cambiano i testi per non urtare la suscettibilità degli "ospiti", più o meno graditi, che speranza rimane per gli animali se non quella di una sopravvivenza condizionata come la libertà concessa alle "risorse" che possono ripetere i loro intollerabili misfatti nel breve periodo?

Ma questa serebbe giudicata assai diversamente dalla classe benpensante e bacchettona che si nasconde dietro una falsa solidarietà dedicandosi alla ricerca di consensi che permettano di restare nella "stanza dei bottoni".

Ritornando al tema iniziale, auguro a tutti coloro che difendono i diritti di tutti, animali compresi, di ottenere il giusto riconoscimento al loro operato: la salvaguardia dei deboli dev'essere la virtù dei forti.

 


      Civico20 News    

Il Direttore responsabile                                   

      Massimo Calleri     

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 18/09/2017