Torino FC vs Hellas Verona FC 2-2

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: due minuti di black-out negano la vittoria ai granata che escono tra i fischi

Non ho visto il Derby e probabilmente mi sono evitato un botticino di Maalox, ma mi chiedo, a prescindere dal risultato e dalle implicazioni tecniche, che cosa si provi a giocarne uno a parità di effettivi in campo per tutti i novanta minuti.

Domanda alquanto retorica.

 

In compenso, giovedì sera, ho visto una partita di Europa League, giocata da una squadra italiana: bellissimo match, con la squadra di casa nostra motivata, volitiva, agguerrita, per nulla arrendevole.

Mi chiedo: oggi, la dea che corre, quanto ci metterà a scansarsi?

Domanda niente affatto retorica.

 

Le priorità odierne oggi sono sostanzialmente due: primo, lasciarsi alle spalle le scorie del derby, cosa niente affatto scontata, visti i risultati post stracittadina dell’ultimo decennio; secondo, tornare a vincere, giusto per dimostrare che il campionato non è già finito, con il derby stesso, dopo sole sette giornate, sia a livello di obiettivi, che di motivazioni.

 

Altro imperativo assoluto: non emulare la squadra Primavera, battuta ieri al Filadelfia 2-1 dai pari età veronesi. Pare che l’arbitraggio di un certo De Remigis (probabilmente destinato ad una fulgida carriera) sia stato semplicemente scandaloso, tanto da provocare incidenti in campo e sugli spalti.

Vediamo oggi come si comporterà il Sig. Gavillucci: un solo incrocio con il Toro, sconfitto ad Udine nel 2015.

Sono davvero curioso.

 

In vista delle priorità indicate poco sopra, Sinisa Mihajlovic manda in campo la seguente formazione (4-2-3-1): Sirigu; De Silvestri, Nkoulou, Lyanco, Molinaro; Rincon, Valdifiori; Falque, Ljajic, Niang; Belotti.

Scelte obbligate a centrocampo, vista la coperta quanto mai corta, conferma di Lyanco in difesa.

 

La prima mezz’ora è da incubo: gli scaligeri, alquanto scarsi, corrono come dei matti, pressano e picchiano con la benedizione dell’arbitro, ma ne riparleremo. Il Toro non trova sbocchi e Verde diventa un folletto imprendibile per De Silvestri, che esce per infortunio al ventesimo, sostituito da Ansaldi.

Alla mezz’ora Ljaijc si accende e con lui tutta la squadra: il #10 serbo prima imposta l’azione del vantaggio di Iago, poi innesca Niang che si beve mezza difesa in progressione e insacca il raddoppio.

Molto bene Ansaldi, autore del cross di prima, in occasione dell’1-0: entra subito in partita e ridimensiona l’ala veronese.

 

La ripresa comincia con un Toro pressante ed incisivo, che sfiora in diverse occasioni la terza marcatura, ma una bella parata, l’arbitro sulla linea di tiro e una svirgolata, negano la rete, meriutata per altro.

Poi il mister ci mette del suo: tre cambi con trenta minuti ancora da giocare, cambio di modulo (perchè?), e proprio alla mezz’ora si infortuna Belotti.

Il Toro rimane in dieci e perde completamente la bussola: il Verona accorcia le distanze grazie alla tecnologia (ma i dubbi rimangono) e poi pareggia su rigore allo scadere.

Sette minuti di recupero non bastano per vincere e i granata escono a testa bassa dal rettangolo di gioco, accompagnati da qualche fischio.

 

Una partita “nera” che da apoteosi si è trasformata in incubo: la maledizione post-derby continua imperterrita e ridimensiona di brutto le velleità di Europa.

Un pareggio che sta stretto al Toro ma che, per l’ennesima volta, evidenzia le pecche di questa squadra: gioco che latita, poca incisività sotto porta, difesa traballante e soprattutto cambi non all’altezza.

Oggi Boyè e Gustafson hanno dimostrato di non essere all’altezza e se l’infortunio di Belotti dovesse risultare grave, Sadiq (zero minuti giocati) come scelta obbligata.

Naturalmente il tesoretto relativo alle plusvalenze rimane ben custodito in cassaforte a Masio (Al).

 

Nota di demerito per l’arbitro: il Sig. Gavillucci è stato troppo permissivo con i veronesi permettendo un gioco duro ed ostruzionistico, che ha innervosito giocatori granata e pubblico. L’espulsione di Zuculini (Zuculini???), scarparo allo stato puro indegno della Serie A, a tempo scaduto, mi sa tanto di presa per i fondelli, per non dire peggio.

 

Insomma, una partita da dimenticare, una vittoria buttata nel cesso, che lascerà sicuramente strascichi a tutti i livelli.

 

Un abbraccio all’amico Valerio Liboni, la nostra bandiera in musica, che oggi, prima del match, ha cantato il nostro inno “Ancora Toro”, dal vivo sul campo di gioco: emozione granata.

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 01/10/2017