Novembre da Re - Parte 3

3 film con protagonisti giovanissimi dalle opere di Stephen King

I bambini e l'infanzia in generale sono sempre stati un tema fondamentale nei mondi creati e narrati da Stephen King.

Basti pensare al suo "IT" recentemente proposto al cinema e la sua compagnia dei perdenti, bullizzati senza tregua a scuola così come ignorati o peggio a casa da genitori inetti, stupidi o violenti.

Impossibile non fare il paragone con l'abbandono in età giovanissima da parte del padre, che lasciò il piccolo Stephen assieme alla madre e un fratello adottivo.

Un conflitto con la figura paterna che viene inevitabilmente fuori in film come "Shining", dove è il padre ad essere soggiogato dai demoni dell'albergo infestato e tentare di massacrare la sua stessa famiglia.

Ma anche poi nella stessa Torre Nera, dove il giovane bambino Jake viene (inizialmente) sacrificato senza troppi scrupoli dal pistolero per poter raggiungere l'arcinemico "Uomo in nero".

Nel corso degli anni King ha saputo riproporre i suoi personaggi infantili in diverse guise e sotto diversi generi di romanzo, compresi i 3 film di cui andiamo a parlare che rappresentano forse l'apice per il tema giovanile nella moltetudine di racconti del Re dell'Horror del Maine.


FENOMENI PARANORMALI INCONTROLLABILI (1984 - Mark L. Lester)
Regista di lungo corso abbastanza conosciuto negli anni '80 per tamarrate inenarrabili (anche se indiscutibilmente divertenti) come il famoso "Commando" con Arnold Schwarzenegger o il suo piccolo cult "Classe 1999", dove a risolvere il problema degli studenti difficili venivano chiamati dei Terminators armati di tutto punto.

Questo suo "Firestarter" rimane probabilmente il suo miglior film, tratto dall'omonimo romanzo di King pubblicato in Italia con il titolo "L'incendiaria" e distribuito nelle nostre sale col titolo di "Fenomeni paranormali incontrollabili".

Protagonisti della storia sono una giovanissima Drew Barrymore e il bravo caratterista David Keith, nel ruolo di padre e figlia dai poteri mentali cui da la caccia il sempreverde Martin Sheen (non ai livelli di "La zona morta" ma sempre in gamba), spietato G-man a capo di una oscura agenzia governativa chiamata "La bottega".

Se il padre ha il potere di condizionare le menti di chi lo circonda (a caro prezzo della sua stessa salute però) è in realtà la bambina che La Bottega vuole catturare, in quanto nata con uno spaventoso potere pirocinetico capace di scatenare terribili incendi con la sola forza del pensiero.

Un buon racconto di King trasposto con ottimo mestiere da Lester, finalmente anche con una sceneggiatura che richiede una regia più moderata.

Moderato ma non a corto di scene action, come il concitato finale dove la piccola furibonda scatena tutto il suo potere che aveva lottato così strenuamente per cercare di controllare, facendo letteralmente "fuoco e fiamme" degli aguzzini che hanno rovinato la vita della sua famiglia.

Una piccola chicca horror con protagonista l'allora piccola e simpatica Barrymore, reduce pochi anni prima dell'immenso successo di "E.T." in un film che la vede invece completamente al centro della scena e dell'azione.


STAND BY ME (1986 - Rob Reiner)
Uno dei racconti più "personali" in assoluto di Stephen King, come detto reduce da una infanzia difficile segnata inoltre dalla morte di un suo amico travolto da un treno mentre giocavano vicino ai binari.

Ed è appunto un cadavere lungo i binari che questa comitiva di giovani amici si mette in cammino per cercare, in un viaggio che porterà la loro amicizia a un altro livello e significato; intrecciando l'essenza delle loro vite in modo indissolubile.

Amici al solito tormentati e inseguiti dal branco di bulli di turno, un clichè usato e abusato forse... ma purtroppo (fatti di cronaca alla mano) un clichè non cessa mai di essere di moda e attuale.

Bulli tra i quali spicca poi un altrettanto giovane Kiefer Sutherland, nel ruolo del cattivissimo "Asso Merrill"; personaggio che King riciclerà poi nel suo "Cose preziose", devastante parodia horror sul consumismo e l'ossessione che ne deriva per il possesso di oggetti e status symbol del tutto inutili e privi di valore.

Bravissimi i piccoli protagonisti della combriccola, tra cui il baby prodigio e ahinoi scomparso troppo presto River Phoenix, morto per overdose a 23 anni e storico amico d'infanzia di Johnny Depp.

Magica l'atmosfera di altri tempi portata fino al cielo dalle meravigliose canzoni scelte da Reiner come soundtrack, tra le quali ovviamente "Stand by me" di Ben E. King, tema portante e chiusura finale di una storia perfetta.

Un film dove la poesia resta sospesa magicamente fino all'ultima scena, divertente nei suoi personaggi e toccante nei momenti dove legano amichevolmente così come quando litigano tra loro come (appunto) i bambini che devono essere.


L'ALLIEVO (1998 - Bryan Singer)
Coraggioso "esperimento" cinematografico per Bryan Singer, reduce dall'immenso successo de "I soliti sospetti" pochi anni prima; il quale si cimento con questo racconto non facile e un pò differente dalle solite corde "Kinghiane", finendo infatti con l'essere snobbato dal pubblico e mal sopportato dalla critica stessa.

Protagonisti della storia sono il giovane Brad Renfro, distintosi pochi anni prima per simpatia e grinta nel film "Il cliente" affianco a Susan Sarandon; oltre che poi il futuro "Magneto" nei futuri comics-movie sugli x-men di Singer, l'immarcescibile e bravissimo Ian McKellen.

McKellen che qui interpreta un ex ufficiale nazista che vive sotto falsa identità in un quieto borgo americano, per sua sfortuna identificato e ricattato dal giovane Renfro.

Un ragazzo ossessionato dalla crudeltà e la spietata determinazione nello sterminio degli anni nazisti, che risucchia il vecchio assassino e carceriere in un gioco al tira e molla sempre più morboso dal quale emerge il lato più oscuro dei due protagonisti.

Semplicemente da brivido il parallello della follia nascosta nel profondo del ragazzo verso l'identità omicida celata sotto nome falso di McKellen; odioso e odiato dal ragazzo seppur tra i due si sviluppa un rapporto sempre più inestricabile e diretto verso una fine inevitabile per entrambi.

Una storia inquietante dal primo all'ultimo minuto, sapientemente fatta viaggiare sul filo della suspance dall'impeccabile regia di Singer; ingiustamente massacrata ai botteghini da un pubblico troppo prevenuto per poterlo apprezzare fino in fondo.

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Articolo pubblicato il 09/11/2017