ACF Fiorentina vs Torino FC 3-0

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: brutta sconfitta al "Franchi" per il Toro, la terza nelle ultime cinque partite

Il Toro più forte dal tempo delle guerre Puniche, è chiamato stasera all’ennesima partita “della svolta”, quella che può “cambiare la stagione”.

 

“Svolta”? Ma davvero?

La rosa titolare è quella che è (lo sappiamo), i sostituti sono quelli che sono (sappiamo anche questo), il modulo non convince (ne siamo tutti consapevoli).

Davvero possiamo pensare ad una svolta?

 

“Cambiare la stagione”? Di già?

Dopo un inizio tutto sommato positivo, 11 punti in 5 partite, la squadra ha ottenuto la miseria di 2 punti nelle seguenti 4 partite (media da retrocessione), rimarcando i soliti problemi in difesa e un attacco che senza il “Gallo” proprio non punge.

Certi cambiamenti, soprattutto nella rosa, avremmo dovuto vederli sin da agosto.

 

Stasera poi, si affronta la Fiorentina, che dopo un inizio stentato, ha gli stessi nostri punti in classifica e che schiera un certo Simeone e l’intramontabile Théréau che, spendendo una parte del tesoretto, sempre custodito ben integro nella cassaforte di famiglia a Masio (Al), avrebbero tranquillamente potuto vestire la maglia granata, sicuramente con risultati migliori della coppia Niang – Sadiq.

Dettagli, si fa per dire.

“Avrebbe”: condizionale usato ed abusato, nell’era Cairo.

 

Per la sfida al “Franchi”, la partita che deve dire “di che pasta è fatto il Toro” (cit. cronista Sky), Mihajlovic manda in campo (4-2-3-1): Sirigu; De Silvestri, N’Koulou, Moretti, Barreca; Baselli, Rincon; Falque, Ljajic, Niang; Sadiq.

Tra i viola, in campo Benassi.

 

Parte forte il Toro, stasera in maglia color oro: pressing alto nella metà campo avversaria, difesa quadrata e attenta, ma dura appena una decina di minuti. Pian piano la viola prende le misure, aumenta il giro palla e il tridente Simeone – Théréau – Chiesa, comincia a dare fastidio.

La partita del francese dura solo 18’: problemi muscolari, entra Eysseric.

Alla prima vera occasione, la Fiorentina passa in vantaggio (28’): gran inserimento in area di Benassi (toh!) su imbeccata di Simeone (toh!) e Sirigu è fulminato e nondel tutto incolpevole.

Traversa di Moretti un minuto dopo lo svantaggio, su uno spiovente in area, tiro di Ljajic poco dopo.

Il Toro ne primo tempo è tutto qui.

Poco, molto poco, quasi niente: Niang inguardabile, Sadiq tanto impegno, ma i limiti sono enormi, De Silvestri e Barreca non spingono e non crossano, difesa disattenta.

 

La ripresa comincia con Berenguer al posto di Sadiq e Niang prima punta.

Proprio Niang, su stupendo invito di Ljajic, manca il pareggio, centrando in pieno la traversa, solo davanti a Sportiello, dopo due minuti di gioco.

Come nel primo tempo il Toro attacca e la viola segna: dopo 20’, Benassi restiuisce l’assist a Simeone, che fulmina nuovamente Sirigu.

Il Toro è allo sbando: rigore ed espulsione per Barreca (Rincon già ammonieto e diffidato, salterà la partita col Cagliari), Babacar realizza il 3-0.

 

Partita chiusa e che chiude definitivamente i velleitari sogni di gloria e di Europa, specchietto per le allodole sbandierato da società e allenatore.

La squadra si assesta, giustamente e meritatamente, nella parte destra della classifica.

I nodi sono venuti al pettine, inutile elencarli tutti, li sappiamo già: figli legittimi delle plusvalenze, unico interesse del presidente.

Ora, a rigor di logica, pagherà per tutti Mihajlovic, anche se non tutte le colpe sono sue.

Vedremo presto.

 

P.S. Non ho parlato, volutamente, di tifo becero e di ignoranti di storia.

Il rischio di cadere nella retorica è dietro l’angolo, e, personalmente, preferisco parlare di sport e non di politica.

Ciascuno si guardi allo specchio, mediti ed eventualmente si metta a studiare.

Mi permetto di dire però, che se leggere allo stadio, un passo del “Diario di Anna Frank”, può essere utile; allora diventa obbligatorio fare altrettanto, con un verso della poesia di Giovanni Arpino: “Me grand Türin“.

A scadenza annuale, ad ogni campionato, dopo ogni derby.

E chi vuol capire, capisca; chi vuole intendere, intenda.

A Torino, a Venaria, nello studio di Ilaria D’amico e in F.I.G.C.

 


 

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Articolo pubblicato il 25/10/2017