Torino FC vs AC ChievoVerona 1-1

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: opaco ed inutile pareggio allo stadio Grande Torino, tra granata e gialloblu

Il Toro più forte dalla penultima mancata qualificazione ai Mondiali di calcio (grazie vate, nda), è chiamato oggi a chiudere, con una vittoria, un trittico di partite che permettano alla squadra di affrontare al meglio e con serenità, il prossimo trittico (Milan, Lazio e Napoli nell’ordine), sulla carta difficilissimo, ma non impossibile.

 

Difficilissimo ma non impossibile, se i nostri affronteranno il calendario di fine anno, con la stessa mentalità che ha permesso di uscire (quasi) vincitori da San Siro e soprattutto se il famigerato modulo 4-2-3-1, verrà messo definitivamente nel dimenticatoio.

 

Oggi sono vietati i passi falsi, c’è un unico risultato da mettere in schedina.

Il Chievo è una squadra tignosa, che sta comunque facendo un discreto campionato, ma se si deve, e soprattutto, se si vuole, recuperare il terreno perduto, l’imperativo è uno solo: vincere.

 

E per vincere, Mister Sinisa oggi manda in campo (4-3-3): Sirigu; De Silvestri, N’Koulou, Burdisso, Ansaldi; Obi, Rincon, Baselli; Iago Falque, Belotti, Ljajic.

La stessa formazione che ha ben figurato quindici giorni fa a Milano.

 

Primi quindici minuti da incubo per i granata: squadra ferma, quasi immobile, per dire, e Chievo che gioca compatto in trenta metri, senza lasciare varchi alla manovra avversaria.

Al 6’ il primo campanello d’allarme: cross di Gobbi e Cacciatore prende il palo con Sirigu ormai battuto e al quarto d’ora esatto, cross di Cacciatore, Hetemaj anticipa De Silvestri, probabilmente commettendo fallo, e va di testa in rete.

Peggio di così non può andare e pian piano la squadra si riprende, aumenta i giri ed alza il baricentro del gioco: punizione pericolosa di Ljaijc non sfruttata dai compagni in area, occasione per Baselli, che tira a lato su splendida azione di Ansaldi e pareggio dello stesso Baselli al 33’, che insacca di testa un cross perfetto di Obi, anche in questo caso innescato da Ansaldi.

Ancora una bella occasione al 41’ con Ljajic che tira a lato di poco su cross di Iago, in ombra in questo primo tempo.

 

La ripresa, una costante in questo scorcio di stagione, ricalca fedelmente i primi 45’: clivensi che partono forte e Toro che sta a guardare, tanto che ancora Hetemaj ha l’occasione per portare in vantaggio i suoi, ma trova Burdisso che ribatte il tiro a botta sicura.

Al 19’ Iago colpisce la traversa su perfetto cross di De Silvestri e Belotti spara in curva la ribattuta.

Entra Niang al posto di Obi: Ljajic arretra a centrocampo.

Incredibile al 25’: rigore decretato a favore del Toro, fallo di Gobbi su Belotti, grazie alla tecnologia VAR.

Il “Gallo”, poco servito fino a quel momento e decisamente lontano da una forma accettabile, si fa parare il penalty da Sorrentino.

Forcing finale del Toro sotto la Maratona, Berenguer al posto di Iago, insufficiente la sua prova, e Valdifiori per Rincon: unica scossa  alla sonnolenza generale, il battibecco tutto serbo tra Radovanovic e Ljajic che provoca l’espulsione del giocatore gialloblu e l’ammonizione del granata.

Ben 5 minuti di recupero non bastano per cambiare il risultato.

 

Risultato giusto, questo sia chiaro, frutto di una partita sonnolenta, caratterizzata da poco gioco, tanti falli e poche occasioni da rete.

Ansaldi migliore in campo, De Silvestri un ex giocatore e tutti gli altri sotto la sufficienza.

Inutile colpevolizzare Belotti: non è un rigorista, spero questo sia chiaro una volta per tutte, è stato servito poco e male, maltrattato come al solito con la compiacenza del direttore di gara e assolutamente fuori condizione.

 

Se davvero si vuole dare una svolta al campionato e puntare all’Europa, queste sono partite da vincere.

I fischi del pubblico a fine gara sono del tutto meritati e legittimi.

Non ci siamo, per niente.

 


 

 

 

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Articolo pubblicato il 19/11/2017