Il “Programma Conciliazione” e Aspromonte (1862)

Loreto Giovannone evidenzia i retroscena della reale politica attuata dai governanti liberali che portarono al ferimento di Garibaldi, avvenuto il 29 agosto 1862

Tra i tanti avvenimenti messi nell’oblio oggi dagli storici del Risorgimento si colloca il Programma Conciliazione, così chiamata la reale politica attuata dai governanti liberali, nell’immediato della dichiarazione del Regno fuori dei proclami ufficiali, reale politica di governo con l’eterogeneo parlamento intento ad approvare una enorme quantità di decreti regi ed impegnato in discussioni ininfluenti.

Sarà difficile spiegare in breve il Programma Conciliazione, una complessa strategia su più fronti attuata nelle stanze del potere. Sarà difficile superare i luoghi comuni e riconoscerla. Così come emersa dalla stampa, sul giornale fiorentino Lo Zenzero, fu una strategia di potere politico trasversale alle forze di governo o vertici militari in parlamento. «E circa i Principii ovvero le idee, ci affermava avere il sig. Rattazzi proposta la conciliazione sul terreno della unità e della indipendenza d’Italia» (Discorso del deputato Francesco Domenico Guerrazzi al Parlamento in data 15 dicembre 1862).

Nell’articolo del giornale Lo Zenzero ai deputatiAnderei a Torino di corsa e cercherei di quella parte di Deputati che si sono prefissi, non di guerreggiare il Ministero, ma di volere sapere da esso per filo o per segno ogni cosa, a cominciare non dall’ingresso di Garibaldi a Catania né da Aspromonte, ma da quando esso lasciò Caprera. Vorrei sapere come il Ministero mantenne il suo programma di Economia Amministrativa e di Conciliazione etc. etc. etc.; e per qual ragione il Generale Garibaldi prima di Sarnico appoggiasse e raccomandasse a’ suoi amici il Ministero Rattazzi. … il punto di partenza di tutta la questione del giorno, perché nessuno di noi del popolo italiano si può levare della testa che fra Garibaldi ed il Ministero non ci fosse, se non un accordo completo, un’intelligenza segreta allora, ma quasi ché palese ora, secondo fatti e dai racconti dei reduci garibaldini… Il relatore si domanda perché Garibaldi, auto dichiarato responsabile di 6 morti e molti feriti, non fosse carcerato come i volontari ma lasciato libero… E mi spiego: Dopo Sarnico vi furono le carcerazioni di alquanti volontari e fu lasciato libero Garibaldi che dichiarava pubblicamente esser lui il solo responsabile di quel fatto…

(Lo Zenzero – Giornale politico popolare n. 229 del 3 novembre 1862).

Il fatto di Sarnico fu al primo punto della strategia denominata “Programma Conciliazione”, del 1862, che portò Luigi Ferrari, un inviato speciale, già inviato in missione segreta nel ducato di Parma a fomentare rivolte, che partecipò a diverse missioni, più un infiltrato che un militare stabilmente in organico ad un corpo come luogotenente dei bersaglieri, forse una copertura. Fu Ferrari a ferire Garibaldi all’interno del malleolo destro, ferire non ammazzare. Ferito a sua volta ad una gamba ed amputato, tornato a casa fu fatto Sindaco di Castelnuovo Magra suo paese.

Continua Lo Zenzero: La nostra eredità si compone di una immensa Fattoria che si chiama in oggi, per nostro merito, FEUDO DEL MALCONTENTO; al quale confinano Roma e Venezia, come pioli di contrassegno, secondo il nostro frasario Finium regulandorum. La qual Fattoria altra volta, vitata, pioppata, castagnina, boschiva, olivata ed oggi ridotta a pastura, vogliamo che in perpetuo appartenga a titolo di util dominio al prefato nostro universale successore, salvi i casi resolutivi di forza maggiore come sarebbero: crisi, catastrofi, sgamotti, pressioni, mulinelli, capriole, salti mortali e simili.

Item. Iure legati, ossia per mallegato, lasciamo il nostro CORE a Boggio onorevole, perché lo conservi nell’ acqua forte, come costumasi con le sconciature e gli aborti. Item. Al General Giuseppe Garibaldi la palla che gli mandammo ad Aspromonte, in attestato del nostro Programma di conciliazione.

Item. Sempre a titolo di legato allo Provincie legate, ossia annesse.

1. Il fatto di Sarnico.

2. I confetti di Brescia, e gli zuccherini di Milano, Genova e Firenze per le Dimostrazioni.

3. La legge contro le Società Emancipatrici.

4. La legge Bollo o Registro.

5. Il Regolamento Universitario.

6. Il Diluvio dei processi di stampa.

7. Gli arresti senza motivo.

8. Gli scorpioni di gramatica delle leggi pubblicate.

9. La Nota Droya de Luya, detta anco la scala di Roma (per salire o scendere ?)
10. Il Nepotismo negli Impieghi.

11. Le suppliche e gli appigionari col bollo.

12. La Riforma Doganale, detta anco - Roba da chiodi -

13. La Libertà dei Municipii bestificati e ridotti a condizione di bufali con la campanella nel naso, sulla via della Mecca.

14. La Libertà di associazione assicurata. Gli arresti dei Deputati Mordini, Calvino e Fabbrizzi.

15. L’ Assedio delle Provincie Meridionali.

17. Il Brigantaggio cresciuto.

18. La Vendita dei Beni del Demanio e la promessa del prestito di 800 MILIONI.

19. Le conferenze del Matteucci che mandano a scuola i maestri.

20. Le Cattedre cresciute e le scuole deserte ad un buon numero di Professori che ne sanno men dei discepoli.

21. La Legomanìa e la Metodomanìa e le Ambasciate a’ sordi, dette anco Missioni senza sugo.

22. La Nota Durando che approva il moto di Garibaldi.

23. Le deportazioni degli Emigrati.

24. La soppressione del Collegio Polacco.

25. La Cattedra di poesia ad uso del Prati poeta??

26. La storia della Prostituzione.

Uno dei punti del programma era fermare Garibaldi, bastò spingerlo in Aspromonte, luogo isolato e lontano da occhi indiscreti, e ferirlo in modo che non scappasse più. Nei messaggi inviati a Ricasoli si apre, anzi si approfondisce in dettaglio il contrasto Cavour - Garibaldi netto anzi nettissimo visto l’arresto di Siccoli e Zambianchi, ma Garibaldi era sponsorizzato dall’Inghilterra…

Alla fine del 1861 Garibaldi aveva già perso la protezione degli Inglesi. Nel maggio 1862 Vittorio Emanuele II aveva stipulato accordi commerciali minerari e fondato società in borsa durante l’Esposizione Universale di Londra.

Il 29 agosto 1862 Garibaldi fu fermato in Calabria, con alle spalle un disastro per l’infinita serie di orrori della guerra civile in Sicilia, era personaggio ingombrante, con un numero enorme di volontari armati in giro per la penisola, Ferrari sparò e lo colpì all’interno del piede al malleolo. Scomposte quelle ossa non avrebbe più articolato il piede, non avrebbe più camminato.

Nicotera in parlamento: Signori, diciamo il fatto qual é; il generale Garibaldi
era ridotto su di una montagna con uomini scalzi ed affamati; il generale Garibaldi non voleva tirare le fucilate alla truppa… quando ancora si prevedeva l’aggressione… Il presidente della Camera
[né cambiò il termine] prega il deputato Nicotera di parlare non di aggressione ma di lotta

(Camera dei deputati. Tornata del 25 novembre 1862, Presidenza Tecchio, discorso del deputato Nicotera).

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Articolo pubblicato il 24/11/2017