Consigli per gli acquisti - Parte 4

5 film per tutti i generi a basso prezzo per rendere speciali le vostre feste

Ed eccoci arrivati all'ultimo articolo di questa serie sui nostri "consigli per gli acquisti" dedicato ai nostri lettori in cerca di titoli per ampliare la loro collezione privata di cinema.

Ricordiamo ancora i vari generi che andiamo a consigliare nei 5 film proposti: una commedia, un action da divertimento, un poliziesco "serio" e infine un film di fantascienza e un horror.

Film che hanno avuto un certo seguito e mantengono ancora oggi un certo numero di estimatori, ma forse troppo poco pubblicizzati e dimenticati troppo frettolosamente dopo le loro brevi apparazioni nei cinema.

Titoli che vi consigliamo perchè ognuno di loro offre qualcosa al loro genere che li differenzia dalla miriade di altri a volte più anonimi eppur più di successo ai botteghini.

Successo forse dovuto al battage pubblicitario o al tam tam del passaparola degli spettatori, oppure alle critiche compiacenti o premi piovuti a pioggia per meriti più o meno incomprensibili.

Ma torniamo sulla breccia lasciandoci alle spalle inutili sofismi, entrando nel vivo di questo ultimo articolo sul cinema del 2017.


UN POLIZIOTTO DA HAPPY HOUR (2011 - John Michael McDonagh)
Classico film da prendere ad esempio quando si parla di "humour all'inglese".

Da denunciare innanzitutto la demenza alla base della scelta per il titolo italiano, contro il "The Guard" molto più semplicemente originale.

Scelta all'apparenza ininfluente, ma che ha fatto si che probabilmente il pubblico si aspettasse un titolo demenziale, anzichè l'ottima commedia di caratteri messa in scena e diretta in maniera innappuntabile dal regista McDonagh.

Protagonista assoluto della storia è Brendan Gleeson, burbero e intrattabile ma irresistibile poliziotto della "Garda Síochána", alle prese con alcuni delitti connessi con un grosso carico di droga in arrivo sulla costa irlandese.

Affiancato dal più serioso e composto Don Cheadle (anche tra i produttori del film) nel ruolo di un americano dell'FBI in missione speciale, la coppia si ritroverà praticamente sola contro un manipolo di criminali che hanno corrotto tutti gli altri poliziotti della zona, delinquendo quindi quasi indisturbati.

Una commedia strepitosa che vive sulle spalle larghe di Gleeson, personaggio che conquista fin da subito con la sua ironia tagliente e il suo apparente menefreghismo verso tutto e tutti.

Menefreghismo però solo apparente per un uomo in realtà molto più complesso, con una madre gravemente malata con cui ha uno strano rapporto ironico sulla morte; oltre che poi come detto unico sbirro del posto a non farsi comprare rifiutando la mazzetta e i ricatti degli spacciatori.

Una commedia "irish-pulp" che merita di far parte di qualsiasi collezione, commistione ben riuscita di generi scritta e diretta senza macchia dall'ottimo regista emergente John Michael McDonagh, autore anche del più recente e altrettanto valido "Crazy Dirty Cops" uscito l'anno scorso e che noi vi avevamo consigliato sotto il titolo di "War on Everyone".


FOUR BROTHERS - QUATTRO FRATELLI (2005 - John Singleton)
Regista dell'ottimo "Boyz n the Hood" e altri film di altalenante qualità come la trasposizione cinematografica di "Shaft" o "2 Fast 2 Furious", John Singleton resta comunque uno che conosce il suo mestiere e sa come intrattenere il suo pubblico, senza tanti giri a vuoto e senza pretese di proiettarsi in voli pindarici rivoluzionari.

E ci riesce ottimamente anche in questo film, unendo in modo divertente dramma e action, commedia e "ghetto story", oltre che poi trovare il suo meglio nella buona alchimia tra i vari personaggi della storia.

Personaggi che trovano la loro anima principale nei quattro protagonisti, i due bianchi Mark Wahlberg e Garrett Hedlund e i due neri Tyrese Gibson e André Benjamin; tutti figli adottivi di Fionnula Flanagan, vecchietta dal cuore gentile brutalmente uccisa durante una rapina a un minimarket.

Ma sotto la rapina gatta ci cova e i fratelli, riunitisi per il funerale, decideranno di indagare a modo loro, scontrandosi senza esitazione con tutti i criminali del quartiere pur di arrivare alla verità.

Molto carina anche la piccola parte per una allora sconosciuta Sofía Vergara, oggi sex symbol e superstar televisiva per la serie "Modern Family", nel ruolo dell'ex fiamma di uno dei fratelli che tornerà a farsi avanti sotto le pallottole fischianti dell'attuale e gelosissimo fidanzato.

Insomma un ottimo film di intrattenimento, pane quotidiano e il meglio in cui riesce un regista come Singleton, pur non trascurando come già detto un buon mestiere cinematografico come montaggio, messa in scena e fotografia.

Una fotografia in specie che ritrae una Detroit fredda e coperta di neve, contro il calore e la passione dei 4 ragazzi che invece sono il simbolo, una volta tanto, di quattro teste calde che da bulletti di quartiere diventano per un giorno cavalieri in lotta per una giusta causa.


NIDO DI VESPE (2002 - Florent-Emilio Siri)
Altro film che ha (specie sul web) il suo fedele codazzo di affezionati, elevandolo in breve allo status di un piccolo cult poliziesco.

Più action che poliziesco forse, ma non stiamo a fossilizzarci troppo sul genere per quello che è un ottimo film "trappola", sulla falsariga dello storico "Distretto 13" di Carpenteriana memoria.

Abbiamo infatti un gruppo di agenti a custodia di un criminale internazionale intrappolati in un gigantesco deposito industriale, assieme poi a un gruppo di maldestri malviventi che lo stavano svaligiando proprio in quel momento.

I poliziotti e criminali dovranno quindi unire le forze per respingere gli attacchi di un'orda di mercenari apparentemente sterminata che li prende di assedio, nel tentativo incrollabile di liberare il loro prigioniero politico.

Molto simile quindi anche al "The Horde" che avevamo consigliato negli scorsi articoli, dove sempre l'amalgama sbirri/criminali si trovava forzatamente a far comunella per respingere un'orda di zombie al solito affamati di carne umana.

Un film che dimostra ancora, come già detto nell'altro articolo, che pur ripetendo lo stesso script di base si possa fare un film completamente differente, dove la differenza la fa appunto la bravura del regista che ha in mano il progetto di realizzare il film a modo suo, scegliendo uno stile ben preciso e restandogli fedele dal primo all'ultimo minuto.

Regista, questo francese Florent Emilio Siri, che purtroppo abbiamo un pò perso dai radar, dopo essere sbarcato ad Hollywood con l'improbabile e dimenticabile "Hostage" con Bruce Willis; se non forse poi tornare parzialmente su per "Cloclo" del 2012, buon biopic sulla vita della pop star Claude Francois, autore della famosa canzone "My Way".


DARK CITY (1998 - Alex Proyas)
Regista di un altro cult adolescenziale (e non) come il celebre "Il corvo", interpretato dallo scomparso Brandon Lee; Alex Proyas si presenta nei cinema 4 anni dopo con questo altro eccezionale "Dark city".

Autore australiano di nascita egiziana, ex direttore di videoclip musicali passato poi al cinema, Proyas mette in scena questo film di fantascienza dirigendolo come fosse un noir, in uno dei film più vicini cinematograficamente a "Blade runner" mai visti prima d'ora; seppur non avendo nulla in comune nella storia e nei temi trattati con il capolavoro di Ridley Scott.

La storia ha infatti solide basi sci-fi: in una imprecisata città eternamente avvolta dalla notte, un gruppo di strani figuri si aggira di casa in casa "ripulendo" le memorie dei cittadini e assegnandogli di volta volta diversi ruoli in diverse vite, passando quindi da poveri reietti ad aristocratici snob nel arco di un semplice pisolino.

Ma uno di questi "reset" finisce per il verso sbagliato e il protagonista (Rufus Sewell) si ritrova libero e slegato dal sistema, cercando disorientato di scoprire la natura di questi misteriosi "Stranieri" e il fine ultimo del loro ancora più misterioso progetto.

Meravigliosamente fotografato e messo in scena come un film d'epoca, grazie a una maniacale e certosina attenzione ai dettagli nei costumi e l'arredamento degli interni; il film si avvale inoltre dell'ottima interpretazione di una serie di personaggi secondari ben caratterizzati, tutt'altro che macchiette o classici divi da copertina buoni solo per far presenza.

Personaggi come la bellissima Jennifer Connelly, femme/fatale innamorata del protagonista; oppure Kiefer Sutherland, dottore storpio in combutta con gli Stranieri; oppure ancora infine William Hurt nel ruolo di un poliziotto che subodora anch'esso puzza di bruciato dietro agli eventi che si succedono.

Un film da godere tutto d'un fiato fino alla spiazzante e riuscitissima svolta finale, che darà ancora più connotati fantascientifici all'intera vicenda ed eleva il tutto allo status, come detto, di piccolo cult per i pochi eletti che lo hanno saputo apprezzare e riconoscerne il reale valore.


BOTCHED - PAURA E DELIRIO A MOSCA (2007 - Kit Ryan)
Consigliamo infine un horror un pò particolare, non propriamente pauroso ma più votato a quell'umorismo splatter che fece le fortune della saga "Evil Dead" di Sam Raimi o i primissimi film di Peter Jackson come "Splatters" o "Fuori di testa", prima che si perdesse senza ritorno (salvo la pausa per gli splendidi "King Kong" e "Amabili resti") nella Terra di mezzo dei fans di Tolkien, con la doppia trilogia de "Il Signore degli anelli" e "Lo Hobbit".

Il film parte come quello che può sembrare uno strampalato film di rapina, con il protagonista Stephen Dorff ingaggiato/obbligato da un boss locale a recuperare un prezioso cimelio di cui si era persa traccia.

Ma dopo aver inevitabilmente incasinato quello che doveva essere solo un piccolo furto, la situazione si complica richiedendo di prendere in ostaggio alcune persone al tredicesimo piano di un grattacielo di Mosca.

Ed è qui che il film prende finalmente vita, dopo il primo brutale omicidio e la scoperta da parte del gruppo di rapitori/vittime di essere bloccati in una serie di lunghissimi corridoi disseminati di trappole mortali.

Come se non bastasse, tra loro si cela una esaltata religiosa votata ai sacrifici umani e da loro la caccia uno psicopatico cavaliere assetato di sangue che dichiara di essere niente meno che il discendente di Ivan il Terribile in persona.

Non da meno gli ostaggi stessi sono un gruppo estremamente improbabile quanto eterogeneo: dal capo della sorveglianza coi suoi assurdi aneddoti di guerra, al suo aiutante tremolante ma stupidamente coraggioso, fino poi alla bella e sexy segretaria che tira fuori una inaspettata verve di sopravvivenza.

Un horror atipico che alterna scene sanguinolente (non di poca violenza) ad altre irresistibilmente più comiche, in un riuscito mix che pur traballando sulla sceneggiatura, riesce a tenere botta dignitosamente fino all'ultimo minuto.

Sicuramente una piccola perla che non sfigurerà nel lato horror della vostra collezione privata, nonchè uno dei pochissimi horror degli ultimi anni capaci di unire così efficamente splatter e risate.

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Articolo pubblicato il 31/12/2017