“Assassinio sull’Orient Express” – il Poirot di Kenneth Branagh

Remake di un classico del cinema giallo tratto da Agatha Christie, dal cast corale di star e una splendida regia

Anno: 2017 

Titolo originale: Murder on the Orient Express

Paese: USA 

Durata: 114 minuti 

Genere: Giallo

Regia: Kenneth Branagh

Soggetto: Agatha Christie (romanzo)

Sceneggiatura: Michael Green

Cast: Kenneth Branagh, Michelle Pfeiffer, Johnny Depp, Judi Dench, Penélope Cruz, Willem Dafoe, Derek Jacobi, Josh Gad, Leslie Odom Jr., Daisy Ridley, Lucy Boynton, Sergei Polunin, Olivia Colman, Manuel Garcia-Rulfo

Uno dei più celebrati e macchinosi romanzi di Agatha Christie, Assassinio sull’Orient Express ha generato diverse trasposizioni cinematografiche, più o meno fedeli alla fonte, la più nota delle quali è certamente quella diretta da Sidney Lumet nel 1974, sontuosa produzione britannica che vedeva Albert Finney nei panni del celebre detective belga Hercule Poirot e un cast da capogiro con nomi del calibro di Ingrid Bergman, Lauren Bacall, Sean Connery, Vanessa Redgrave e diversi altri.

A più di trent’anni di distanza Kenneth Branagh propone la sua versione, con se stesso nel doppio ruolo di regista e attore protagonista, in un film diretto magnificamente, per alcuni aspetti simile e per altri profondamente diverso dal predecessore, con un cast altrettanto stellare.

Gerusalemme, anni Trenta. Hercule Poirot ha appena risolto un caso grazie alle sue notevoli doti investigative e viene richiamato urgentemente a Londra. Riesce a ottenere una cabina sull’Orient Express, il quale viene però bloccato da una valanga nel bel mezzo della notte. Uno dei passeggeri, il losco uomo d’affari Ratchett, viene trovato morto all’interno della propria cabina, e Poirot assume il compito di indagare sul delitto e sui tredici passeggeri presenti nello scompartimento, tutti sospettati. Nessuno di loro è davvero chi dice di essere e la verità che viene faticosamente a galla è sconcertante.

Per l’evento scatenante alla base della machiavellica trama del romanzo Agatha Christie si ispirò alla triste vicenda del rapimento Lindbergh, la cattura e uccisione del figlioletto primogenito dell’aviatore Charles Lindbergh avvenuta nel 1932, caso che ebbe amplissima risonanza. (Il romanzo uscì nel 1934).

Il nuovo lungometraggio, prodotto da Ridley Scott e dallo stesso Branagh, riesce a mantenere una certa fedeltà all’opera di base essendo nel contempo molto innovativo dal punto di vista stilistico, con qualche differenza nello sviluppo narrativo (la più eclatante delle quali è senza dubbio il ruolo del personaggio Poirot nel finale) e la definizione di alcuni personaggi.

L’elemento che lo rende un film affascinante, intrigante e visivamente stimolante è certamente la regia. Branagh, britannico 57enne dalla lunga carriera dietro e davanti alla macchina da presa, la cui filmografia conta numerose trasposizioni shakespeariane accompagnate negli ultimi anni da supereroi e storie decisamente più pop, riesce brillantemente a dirigere un film per sua natura vincolato agli spazi stretti e ridotti di un treno, puntando soprattutto sul fuori campo, scelta vivacizzante e vincente. Il lungo piano sequenza alla stazione, dove accompagniamo Poirot a bordo del treno fino alla sua cabina, è già un gustoso regalo per ogni spettatore attento al “come” del cinema. Altre riprese, dall’alto, dal basso, dall’esterno del treno bloccato su un precipizio innevato, non fanno che ribadire quanto la regia possa essere presente, tangibile, strumento proprio del linguaggio cinematografico - anche quando attinge a piene mani dal teatro, come in questo caso - da osservare e apprezzare.

Il tutto è perfettamente in armonia con la sceneggiatura firmata da Michael Green (autore della folgorante serie tv American Gods) e sottolineato dalla suggestiva fotografia curata dal cipriota Haris Zamabarloukos, già collaboratore di Branagh in altri suoi lungometraggi.

Branagh è un ottimo Poirot, dagli iperbolici baffi a manubrio, meno dandy dei precedenti, assorto e tendente all’ossessivo-compulsivo, direttore dell’orchestra di personaggi di un cast straripante di star. Michelle Pfeiffer è una ricca e frivola vedova in cerca di distrazioni. Johnny Depp è l’ambiguo Ratchett, vittima del delitto, accompagnato dal suo maggiordomo e dal suo segretario, interpretati da Derek Jacobi e Josh Gad. Judi Dench è una gelida principessa russa che viaggia con la sua cameriera, interpretata da Olivia Colman. Penélope Cruz è una devotissima missionaria. Willem Dafoe un granitico professore austriaco. Leslie Odom Jr. è un medico, innamorato dell’istitutrice interpretata da Daisy Ridley. Tom Bateman è Bouc, il direttore della linea ferroviaria che trova posto a Poirot sull’Orient Express. Sergei Polunin e Lucy Boynton sono il conte e la contessa Andrenyi. Manuel Garcia-Rulfo e Marwan Kenzari completano il cast come un ex autista cubano e il controllore dei vagoni letto.

Al box office italiano secondo solo al’ultimo episodio di Star Wars, Assassinio sull’Orient Express ha ricevuto critiche perlopiù positive, tutte concordi nel sottolineare la regia come il punto di forza insieme all’ottimo cast. I detrattori l’hanno invece accusato di mancanza di suspense e di un certo egocentrismo da parte del regista/interprete, il cui personaggio sarebbe più protagonista degli altri. Di certo il film è una creatura di Kenneth Branagh, una sorta di one-man show, ma ciò non è necessariamente un difetto.

Come suggerito dalle ultimissime immagini del finale, è gia stato annunciato dalla Twentieth Century Fox che Orient Express sarà seguito dalla trasposizione di Assassinio sul Nilo, che con molta probabilità vedrà nuovamente Branagh dietro la macchina da presa e nei panni del detective e Michael Green alla sceneggiatura.

 

Classico del cinema giallo, il film di Branagh rivisita una grande storia con perfetto equilibrio tra l’amore e il rispetto per il passato e una grande innovazione dal punto di vista stilistico, che lo rende appetitoso per i cinefili e in ogni caso una visione affascinante. Regia spettacolare e cast di prim’ordine ne fanno un capolavoro. Da vedere assolutamente.


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Articolo pubblicato il 16/12/2017