26 dicembre 1840: nasce a Rivarolo Canavese Alessandro Palma di Cesnola

Divagazioni su una famiglia canavesana con numerosi insigni componenti, oggi quasi dimenticati…

Alessandro Palma di Cesnola è nato il 26 dicembre 1840 a Rivarolo Canavese (Torino) ma va detto che in rete si trovano indicati anche gli anni 1839 e 1837. Come militare ha partecipato alla guerra di Crimea e alla seconda e terza guerra di indipendenza italiana. In seguito è stato vice-console degli Stati Uniti a Cipro, dove ha svolto anche attività di archeologo. È morto a Firenze, nel 1914. Alessandro Palma di Cesnola è uno dei tanti “desaparecidos” del periodo risorgimentale che propongo ai lettori di “Civico20News”, in coincidenza con la data della sua nascita. Questa chiacchierata mi permette anche di accennare alla nobile famiglia piemontese dei Palma di Cesnola che in passato ha dato illustri esponenti.

Uno è ricordato da una via torinese, dedicata al fratello di Alessandro, Luigi Palma di Cesnola, nel quartiere Lingotto, che va da via Onorato Vigliani a corso Caio Plinio.

Il padre di Alessandro, Maurizio e suo zio Alerino (nato a Rivarolo nel 1776), affiliati alla Carboneria, nel marzo del 1821 partecipano al fallito moto rivoluzionario torinese, guidato da Santorre di Santa Rosa, che intendeva ottenere la costituzione dal re di Sardegna Vittorio Emanuele I per poi unificare l’Italia. I due fratelli, per evitare l’arresto e le condanne, emesse in contumacia, a morte per Alerino (13 aprile 1822), e al carcere per Maurizio, devono rifugiarsi all’estero. Dopo qualche anno, però, Maurizio ottiene la grazia e può rientrare libero in Piemonte.

Alerino, che è laureato in giurisprudenza e che ha già ricoperto importanti incarichi in Piemonte nel periodo francese, dopo essersi rifugiato in Spagna, passa a Londra e, nel 1827, in Grecia. Qui combatte per l’indipendenza di questa nazione dall’Impero ottomano e ricopre importanti incarichi nella magistratura, interviene nella redazione dei codici di procedura civile e penale e fa parte della Corte Suprema. La Grecia diviene così la sua nuova patria e Alerino non torna in Piemonte anche se, dopo il 1848, la sua condanna a morte è cancellata dal re Carlo Alberto. Mantiene cordiali rapporti con il Regno sardo: gli sono restituiti i beni confiscati e riceve dal re Vittorio Emanuele II la croce dei S.S. Maurizio e Lazzaro. Alerino muore nell’isola greca di Syra, nel 1851. Appare come il più ragguardevole esponente della famiglia Palma di Cesnola.

Suo nipote Alessandro, il nostro biografato, compie i suoi studi a Rivarolo, a Cuorgnè e a Biella. Nel 1855, a quindici anni, si aggrega ai bersaglieri di stanza a Torino. Prende parte alla guerra di Crimea, negli anni 1855-1856, dove combatte anche suo fratello Luigi ma come appartenente all’esercito britannico, poiché nel 1854 è stato congedato dall’esercito sardo.

Alessandro combatte nella seconda guerra d’indipendenza (1859), facendosi onore nelle battaglie di Palestro e di San Martino. Suo fratello Luigi, invece, si reca negli Stati Uniti d’America e prende parte alla guerra civile americana.

Nel 1861, Alessandro viene promosso tenente e l’anno successivo capitano. Nel 1866, partecipa alla terza guerra d’indipendenza.

Nel 1869 lascia l’esercito italiano, va in Sud America, a Buenos Aires e poi a Montevideo, nella Repubblica dell’Uruguay dove entra nell’esercito e ottiene il grado di colonnello. Raggiunge New York nel 1873, dove rivede il fratello Luigi, che dal 1865 è console degli Stati Uniti a Cipro.

Luigi fa nominare Alessandro vice-console e lo associa agli scavi archeologici che sta conducendo nell’isola, scavi condotti con metodi piuttosto disinvolti e con risultati spesso controversi e discutibili, almeno a detta di alcuni studiosi.

Alessandro si reca a Londra, nel 1875, dove studia la lingua e, al British Museum, l’archeologia di Cipro, dove ritorna per proseguire gli scavi archeologici dapprima in collaborazione con Luigi e successivamente per conto proprio. Il fratello abbandona infatti la mansione di console nel 1877 e, nel 1879, diviene direttore del Metropolitan Museum di New York (MET).

Alessandro si disimpegna dal governo americano per dedicarsi completamente agli studi archeologici che porta vanti in corrispondenza con la British Archaeological Society. Pubblica, nel 1881 e 1882, il libro Salaminia dove illustra in inglese i risultati delle sue ricerche.

Ritorna in Italia, dove viene promosso maggiore dell’Esercito Italiano (5 dicembre 1883) per poi giungere al grado di colonnello. Offre in dono circa 300 reperti alla Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, depositati nel Museo delle Antichità della Università di Torino.

Alessandro muore a Firenze, dove è andato a stabilirsi ormai da molti anni in una villa, il 25 febbraio del 1914. “La Stampa” lo ricorda in breve il giorno seguente col titolo «La morte del conte A. Palma di Cesnola / reduce di Crimea», come «un valoroso reduce di Crimea», combattente delle guerre d’indipendenza, ufficiale dell’esercito della Repubblica dell’Uruguay, autore di importanti scavi nell’isola di Cipro «per incarico del Governo inglese» e conclude: «Studioso e colto, pubblicò molti pregevoli lavori di indole militare e archeologica».

Pur nella sua brevità, questo necrologio ha il pregio di separare nettamente Alessandro dalla ingombrante figura del fratello Luigi, sicuramente intraprendente e dinamico, ma la cui attività di militare e, soprattutto, di archeologo non è immune da critiche e censure, anche di un certo rilievo, come si dirà in altro articolo dedicato a questo personaggio, unico titolare di una via torinese che, a nostro sommesso avviso, sarebbe stato meglio dedicare all’intera famiglia.

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Articolo pubblicato il 26/12/2017