Tratto dall’omonimo romanzo per ragazzi, il film di Chbosky racconta le difficoltà della diversità dal punto di vista del piccolo protagonista
Anno: 2017
Titolo originale: Id.
Paese: USA
Durata: 113 minuti
Genere: Drammatico
Regia: Stephen Chbosky
Soggetto: R. J. Palacio (romanzo)
Sceneggiatura: Stephen Chbosky, Steve Conrad, Jack Thorne
Cast: Jacob Tremblay, Julia Roberts, Owen Wilson, Izabela Vidovic, Noah Jupe, Mandy Patinkin, Daveed Diggs
Tratto dal debutto letterario dell’americana R. J. Palacio, l’omonimo romanzo per ragazzi che nel 2012 ha incantato la critica ed è stato tradotto in 19 lingue, ecco al cinema Wonder, diretto da Stephen Chbosky, già autore del cult adolescenziale Noi siamo infinito.
Auggie Pullman è un bambino molto intelligente, ama lo spazio, Star Wars e i videogiochi. Ma la sua “normalità” finisce qui, poiché è nato con un grave malformazione al viso che lo ha costretto a subire decine di interventi chirurgici, ha studiato in casa con la madre e non è mai andato a scuola. Per far sì che le persone non fissino il suo volto, quando esce indossa un casco da astronauta. Arrivato a dieci anni, i genitori decidono di mandarlo a scuola, ben sapendo a cosa andrà incontro. L’impatto con i suoi coetanei non sarà semplice, ma la sua gentilezza e intelligenza avranno la meglio sui pregiudizi e sul bullismo.
Wonder è un film dolce e delicato che racconta la tragedia di essere diversi con la candida sincerità di un bambino. Il film è infatti narrato dal piccolo protagonista, con qualche intermezzo dei punti di vista dei suoi amici e della sorella, ma mai dei “grandi”. L’empatia che il regista Chbosky dimostra nei confronti dei giovani personaggi lo rende una visione adatta a tutte le età.
Ha il grande pregio di non scivolare mai nel melodrammatico, rischio facile da correre quando si trattano temi come la disabilità, e regala allo spettatore una visione per niente noiosa grazie all’ironia che stempera anche i passaggi più bui (come l’apparizione di Chewbacca e altri personaggi di Star Wars, che intervengono in aiuto del bambino in momenti delicati). Lo sviluppo non tocca mai picchi tragici ma solo piccoli dolori quotidiani di un bambino speciale che deve lottare contro realtà come il bullismo e la difficoltà nel farsi accettare, dagli altri e da se stesso. Racconto di formazione delicato, nasce da un episodio realmente accaduto alla scrittrice, la sua reazione, la fuga, davanti a una bambina “diversa”. Scrivendo il romanzo da cui è tratto il film, l’autrice ha cercato di immaginare come avrebbe dovuto comportarsi.
Wonder riesce a innescare nello spettatore, giovane o adulto, un meccanismo di immedesimazione nonostante la diversità del protagonista. Spesso la scuola e la relazione con i coetanei (come il lavoro e altre circostanze “adulte”) possono trasformarsi in un incubo; “Quale essere maligno ha inventato palla avvelenata?” si chiede Auggie alle prese con i primi giorni di scuola. Tutti prima o poi ci siamo trovati a chiederci perché alcuni momenti debbano essere tanto duri.
È interessante anche la molteplicità dei punti di vista, specie quando il narratore è Via, la sorella maggiore di Auggie, timida adolescente molto affezionata al fratellino ma silenziosamente gelosa delle attenzioni che i genitori riservano quasi esclusivamente a lui.
Il messaggio positivo alla base del film è che se esistono strumenti per lottare contro le avversità della vita, o perlomeno per viverle meglio, quelle sono la gentilezza e l’amicizia. Niente di originale o particolarmente innovativo, ma la storia di Auggie è comunque dolce e commovente. Il finale è anche troppo positivo, esageratamente hollywoodiano e un tantino buonista, ma se pensiamo alla vicenda come a una favola, passi anche l’assoluto happy end.
Dietro al volto di Auggie, costruito con massicce dosi di make up, c’è il giovanissimo Jacob Tremblay, undici anni, già coprotagonista dell’acclamato Room, per il quale vinse diversi premi come attore emergente. Per prepararsi al ruolo Tremblay ha frequentato diversi bambini affetti dalla malattia di Auggie. I coraggiosi genitori sono invece interpretati dagli ottimi Julia Roberts e Owen Wilson, madre protettiva ma realistica e padre tenero e giocoso. Molto brava Izabela Vidovic nei panni della sorella Via.
Un film sulla crescita e sulla diversità che riesce ad essere toccante e ironico allo stesso tempo, portandoci nel mondo infantile ma senza ingenuità, raccontando una favola gentile.
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Articolo pubblicato il 10/01/2018