La disinformazione dei politici italiani è spaventosa.

Proposte inaccettabili dalla campagna elettorale.

Cominciamo dalla proposta di eliminare l’obbligatorietà delle vaccinazioni: La scoperta della tecnica della Vaccinazione come metodo per sconfiggere le malattie infettive impedendo il contagio dei soggetti sani, spetta a Edward Jenner, brillante Medico e ricercatore inglese nel 1796. Sono quindi tre secoli che i vaccini ci proteggono da malattie e da epidemie  che porterebbero alla morte milioni di persone; oggi grazie ai vaccini vengono salvati da morte certa 3 milioni di bambini nel mondo: volete ucciderli?

La proposta è inaccettabile.

Altra proposta caldeggiata da diversi schieramenti politici, è l’abolizione della legge Monti-Fornero in tema di pensioni. Negli ultimi tre anni  con diversi articoli sul nostro giornale abbiamo cercato di spiegare il come e perché di questa legge e l’impossibilità di eliminarla.

Monti e Fornero , con questa legge non hanno inventato quasi nulla, semplicemente hanno preso la Legge Dini  in attesa da 5 anni di essere adottata, come richiedeva l’Unione Europea e  che ci costava ogni anno salate multe da parte della UE.

Questa legge, con il  passaggio dal Sistema Retributivo al Sistema Contributivo e con l’innalzamento dell’età per andare in pensione, ha posto uno sbarramento ad una possibile bancarotta del sistema pensionistico italiano.

Questo stato di cose iniziò nel secolo scorso, negli anni del dopoguerra e specialmente negli anni settanta e ottanta: per mitigare  le conseguenze del dopoguerra e specialmente per stemperare forti tensioni sociali vennero concesse pensioni a pioggia a chi non aveva diritto e baby pensioni ai dipendenti pubblici. 

IL sistema pensionistico di allora era assai benevolo, vediamo qualche esempio: negli anni sessanta viene concessa la pensione di anzianità con 35 anni di contributi indipendentemente dall’età del lavoratore e con 20 anni per i dipendenti statali; alla fine degli anni  sessanta viene abbandonato il sistema a capitalizzazione a favore del sistema a ripartizione; la pensione viene commisurata alla retribuzione percepita nell’ultimo triennio e viene anche estesa la pensione sociale a tutti i cittadini con almeno 65 anni di età e con redditi limitati; negli anni settanta, la pensione viene agganciata ai salari dell’industria e portata ad un massimo dell’80 % della retribuzione media del triennio più favorevole degli ultimi 10 anni di lavoro. All’inizio degli anni 80 viene proposto su larga scala l’Istituto del prepensionamento destinato ai lavoratori meno giovani da licenziare a causa di ristrutturazioni o per gravi crisi industriali.

Poiché è impensabile tagliare queste pensioni, perché nascerebbe una moltitudine di nuovi poveri, possiamo agire solo sull’età pensionabile e sul mantenimento del sistema contributivo.

La proposta è inaccettabile.

Fortunatamente non tutti i politici sono uguali.

E’ arrivata la proposta di ripristinare le “case chiuse” quindi di mettere sotto controllo il fenomeno della prostituzione nel nostro Paese. Questa idea l’avevamo caldeggiata sul nostro giornale ai tempi dell’ultimo governo Renzi (gli inviammo copia dell’articolo), perché presentava diversi fattori interessanti: l’allontanamento della malavita da questo settore, un importante controllo medico continuo, un miglioramento ambientale non indifferente e un interessante ritorno finanziario, in quanto la regolamentazione fiscale  dei soggetti praticanti avrebbe riversato nelle casse dello stato circa 10 miliardi di euro anno.

La proposta è accettabile, anzi doverosa.

Ci attendiamo dalla classe politica italiana maggiore serietà nella formulazione dei programmi evitando di seguire la moda del populismo imperante.

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Articolo pubblicato il 18/01/2018