La mostra si compone di oltre cinquanta capolavori
Nel Palazzo Leone Da Perego va in scena l’arte del paesaggio e della natura:”IL DIALOGO INFINITO CON LA NATURA” fino al 4 marzo (ingresso libero). Il materiale esposto proviene dalle Collezioni Fondazione Cariplo, Banco BPM, Museo MA*GA e da collezionisti privati.
La mostra si compone di oltre cinquanta capolavori d’arte tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Un percorso tra i dipinti di Gerolamo Induno, Emilio Gola, Carlo Cressini, Emilio Longoni e dei maggiori esponenti del XX secolo come Mario Sironi, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi, Renato Guttuso , Felice Casorati Ennio Morlotti. La rassegna promossa dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Comunitaria del Ticino Olona, in collaborazione con il Comune di Legnano, si svolge in quattro sezioni:
La luce che svela, Lombardia terra acquosissima, La natura in un frammento, tradizione e innovazione, è curata dalla storica dell’arte Giovanna Palamidese e da Lucia Molino (responsabile della Collezione Cariplo). Questa mostra è la quarta rassegna che rientra nel progetto Artgate nato nel 2007 per favorire la divulgazione delle collezioni d’arte della Fondazione Cariplo che si compone di un patrimonio pari a 766 dipinti 118 sculture e oltre cinquanta pezzi di arredi e oggetti.
In questo scenario - dice Lucia Molino - si colloca la nuova iniziativa denominata Open, un tour di eventi espositivi in partenariato con le Fondazioni di Comunità locali, che nei prossimi anni porterà il patrimonio artistico dell’ente milanese in tutta la Lombardia, nelle province del Verbano - Cusio- Ossola e Novara. Dunque Open, è un viaggio di scoperta che a sua volta restituisce un affascinante e inatteso affresco al visitatore, che potrà contemplare attraverso la bellezza del paesaggio di un tempo passato: la pianura, le colline, il mondo incontaminato dell’alta montagna, il percorso lungo i fiumi i grandi laghi: come il lago di Como, il Lago Maggiore, fino ad arrivare ai navigli che attraversavano Milano e irrigavano campagne cogliendo i lenti cambiamenti che avvenivano nelle città. Tra le prime espressioni di questo sguardo attento sulla natura ci soffermeremo sull’opera “Pescarenico” che Gerolamo Induno dipinse nel 1862.
Luogo topico del paesaggio lombardo per la notorietà che gli deriva dalla descrizione fatta da Alessandro Manzoni nel quarto capitolo dei Promessi Sposi, dove questo scorcio viene così descritto:”un gruppetto di case, abitate la più parte dei pescatori e addobbate qua e là di tramagli e di reti da asciugare” ( copertina del catalogo che accompagna la mostra edito da Silvana Editoriale pp.157 € 20.00) raffigura un assolata veduta estiva del villaggio. Questo del paesaggio era un soggetto molto richiesto dai collezionisti nel corso di tutto l’Ottocento, ricorre frequentemente anche nelle realizzazioni di altri pittori presenti in mostra come: Bartolomeo Bezzi, Ercole Calvi e Filippo Carcano.
Giovanni Colmo autodidatta di origine piemontese con un opera eseguita dalla sponda del Lago Maggiore ritrae l’isola Bella inserendola come una perla nel contesto lacustre, dove le montagne fanno da sfondo. Lo scorcio del Naviglio di via San Damiano a Milano, è il soggetto riportato a tempera e pastello su carta grigia applicata su tela dal titolo “Lungo il Naviglio” che Michele Cascella, dipinse negli anni che ne precedevano i lavori di copertura del naviglio, iniziati nel 1929.
La stesura dell’opera venne studiata minutamente dal vero in una grigia giornata invernale, la scena coglie il momento di transizione della modernità, attenta ad alcuni particolari: come i cavi dell’energia elettrica o le rare automobili, che la raffinata tecnica del pittore di origine abruzzese fa intravvedere nell’atmosfera malinconica della giornata innevata. Epicentro della natura morta del XX secolo, italiana ed europea, è quella di Giorgio Morandi, con le sue ricerche cambia definitivamente il corso della pittura contemporanea.
L’artista bolognese, che raramente esce dal suo studio, nella mostra legnanese vengono presentate due delle nature morte una del 1947 e l’altra del 1959. Egli si serve di pochi oggetti quotidiani disposti su un piano, che dipinge in innumerevoli varianti, studiandone il mutare della luce e delle ombre. Filippo De Pisis durante il soggiorno parigino, all’inizio degli anni trenta del Novecento, sperimenta il genere della natura morta introducendovi scorci di paesaggi ispirati ai luoghi che frequenta.
A questo periodo risale “Temporale o Tempesta” in cui la sua pennellata veloce e vibrante esprime l’immediatezza della sensazione e la percezione dell’ineluttabile brevità della vita. Scrive - nel saggio del catalogo della mostra la curatrice - Giovanna Palamidese :”Molti di questi pittori, con lavori presenti nell’esposizione: Longoni, Carpi, Morandi, Tosi, e altri ancora, fino a giungere a Morlotti e Giunni, la pittura è prima di tutto un dialogo con le cose, paesaggi nature morte, delle quali hanno cercato di carpire il segreto attraverso ore di solitaria contemplazione e di rendere, ciascuno con il proprio stile, una concezione della vita e dell’uomo”.
“Il Dialogo Infinito con la natura”. Sede espositiva: Palazzo Leone Da Perego Via Monsignor Gilardelli 10 Legnano. Orari di apertura: Martedì-Giovedì Sabato e Domenica 10-12,30 15.00-19.00 Mercoledì e Venerdì 10.00-12,30. Lunedì chiuso.
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Articolo pubblicato il 02/02/2018