Torino FC vs FC Internazionale Milano 1-0

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: Prima vittoria dei granata sui nerazzurri dell'era Cairo, nel segno di Ljajic e Sirigu

Dopo aver spezzato le reni al Cagliari e al Crotone, oggi il Torino FC è impegnato in un match decisamente più probante, contro l’Inter, che distacca i granata di diciassette lunghezze in classifica, ed è in piena corsa Champions League.

  La partita degli ex, quella dell’odierno midday-match, a partire proprio dal tecnico di San Vincenzo (Li), cui probabilmente brucia ancora l’esonero del 2014, per proseguire con Castellazzi, Obi, Burdisso, Ljajic ed Ansaldi per i granata, e Berni, Padelli e D’Ambrosio, sponda nerazzurra.

La partita delle conferme, soprattutto di quel modulo (3-4-1-2), che nelle ultime due gare ha dato qualche piccola soddisfazione e qualche ipotesi di gioco: modulo che non può prescindere da  Ljajic, unico in questa squadra a saper innescare Belotti e a lasciare, col suo movimento, ampi spazi alle incursioni in verticale di Iago Falque: entrambi, meno sacrificati sulle fasce, possono aggredire meglio e più liberamente, la trequarti avversaria.

Modulo che, viste le convinzioni tecniche e giusto con l’inversione del numero di difensori e centrocampisti, se applicato a suo tempo, avrebbe potuto mantenere ben saldo Mihajlovic sulla panchina granata. Personalissimo e criticabile parere. 

Walter “Con quei tre davanti è più bello” Mazzarri, oggi manda in campo  (3-4-1-2): Sirigu; Burdisso, N’Koulou, Moretti; De Silvestri, Obi, Baselli, Ansaldi; Ljajic; Iago Falque, Belotti.

Scelte obbligate a centrocampo per WM, che deve rinunciare a „El General“ squalificato, ma recupera il „Leone Indomabile“ in difesa.

Prima mezz’ora da incubo per i granata che soffrono il pressing avversario, faticano a superare la metà campo nerazzurra e rischiano almeno tre volte il tracollo, soprattutto sui corner: Icardi di testa a botta sicura e paratona di Sirigu, traversa di Perisic.

Il portiere granata dice no ad una bomba dal limite di Candreva e Mazzarri affonda sempre di più le mani nelle tasche dell’impermeabile, rischiando di sfondarle.

L’Inter affonda sempre e solo da destra, dove Candreva non viene mai raddoppiato da Obi e Moretti si trova sempre preso da due-tre avversari.

Al 36° rete dei granata: contropiede di Belotti che al momento topico viene anticipato da Parisic, il tocco si trasforma in un perfetto lancio per De Silvestri che crossa forte e teso per Ljajic che insacca sul secondo palo.

A due minuti dalla fine rete annullata a Iago per off-side.

Si va al riposo col Torino in vantaggio, grazie all’unico tiro nella porta nerazzurra. Bene così.

Secondo tempo sulla stessa falsariga del primo, ma coi granata che sfruttano meglio gli spazi in contropiede lasciati dall’Inter.

L’unico modo per bucare gli avversari è giocare veloce e palla a terra, così facendo il Torino sfiora il raddoppio al ’57: coast-to-coast di Ansaldi che serve di precisione Ljajic che tira in diagonale, sfiorando il palo, e non serve Belotti solo soletto a centro area. Peccato.

Palo di Rafigna al ’70° e ancora grandi parate di Sirigu.

I granata amministrano gli ultimi minuti con qualche affanno, ma la barca regge.

Prima vittoria dell’era Cairo in casa contro l’Inter e successo casalingo che mancava da ben 24 anni.

Risultato che forse penalizza troppo i nerazzurri, ma che premia per una volta una squadra granata scesa in campo determinata e cosciente dei propri mezzi.

Una vittoria, senza cadere nella facile e scontata retorica, da “Toro“, questo si: sofferenza, cuore e cojones.

Grande prova di Ansaldi, per me, migliore in campo, superbo Moretti e sontuoso Burdisso, che ha praticamente annullato Icardi.

Buona prova di Baselli e Obi, picchiato come sempre il “Gallo“ che non disdegna mai l’impegno, e determinante a tutto campo Ljajic, non solo per il goal. Leggermente sottotono Iago, chiuso nella morsa Miranda-D’ambrosio.

Superlativo Sirigu, oggi una saracinesca.

Walter Mazzarri oggi, ha letto perfettamente la partita, ha azzeccato i cambi, e, permettetemi, si è reso protagonista di un bel gesto: l’abbraccio ai tre giocatori sostituiti.

Segno che forse qualcosa sta cambiando.

Poi, permettetemi ancora, battere una “grande“, o presunta tale è sempre entusiasmante e battere un antipatico, presuntuoso e sopravvalutato tecnico come Spalletti, non ha prezzo.

Calmi comunque: il Milan, anche se deve giocare allo Stadio Grande Torino, è lontanissimo, ma oggi, ripeto, si è vista una squadra determinata e combattiva.

Mancano otto gare alla fine del campionato e tutto, può, potrebbe, ancora succedere, anche se troppe sono state le partite buttate via, e troppe le occasioni mancate per rinforzare la squadra.

“Vi vogliamo così“, canta la Maratona a fine partita.

Vero, verissimo, chissà se l’imprenditore di Masio (Al) la pensa nella stessa maniera, soprattutto se la zona Europa dovesse avvicinarsi troppo: in fin dei conti la EL era un obiettivo di Mihajlovic...

 


 

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Articolo pubblicato il 08/04/2018