L' homo sapiens è più vecchio di 100.000 anni rispetto alle stime precedenti.

Un nuovo studio dimostra che era anche un viaggiatore notevole.

 

Bisogna riportare l’orologio del tempo indietro di molto tempo. L’Homo sapiens ritrova le sue origini grazie alla scoperta dei fossili più antichi della nostra specie. Risalgono a 300.000 anni fa, e oltre a far slittare indietro di 100.000 anni la sua data di nascita, dimostrano anche che era un viaggiatore. Sono stati trovati in Marocco, vicino a utensili e ossa di animali, e hanno permesso di ricostruire la dieta dei primi Sapiens, che era a base di carne di gazzella e uova di struzzo. A indicarlo sono due ricerche coordinate dall’Istituto Max Planck di antropologia evolutiva di Lipsia, pubblicate sulla rivista Nature.

Oltre a carne di gazzella, zebra, gnu, e uova di struzzo, il menu di questi antenati dell’uomo comprendeva anche molluschi di acqua dolce, istrici, lepri, tartarughe e serpenti. “Sembra che fossero appassionati di caccia“, commenta Teresa Steele, ricercatrice dell’università della California, che ha analizzato i resti. I tagli e le fratture delle ossa più lunghe fanno inoltre pensare che gli uomini le rompessero per cibarsi del midollo. Ma non sono solo queste le novità emerse dai ritrovamenti fatti in Marocco. Tra i fossili ritrovati nel sito di Jebel Irhoud, noto dagli anni ’60, ci sono diverse ossa umane, tra cui denti, una parte di cranio e una mandibola, appartenenti complessivamente a cinque individui. 

L’analisi condotta con la risonanza a elettroni, dal gruppo guidato da Jean-Jacques Hublin, ha identificato le loro caratteristiche principali, mostrandone la corrispondenza con quelle dei primi uomini, e che rappresentano la prima fase evolutiva dei Sapiens. Il cranio dell’uomo di oggi combina diversi tratti che lo distinguono dai suoi antenati, come una faccia piccola e delicata e una scatola cranica sferica. I fossili di Jebel Irhoud hanno caratteristiche ‘modernè nella faccia e nei denti, ma una scatola cranica più larga e arcaica.

Nell’altro studio invece, grazie all’uso della termoluminiscenza, i ricercatori, guidati da Shannon McPherron, hanno datato le ossa e altri reperti, come pietre focaie, datandoli a 300-350.000 anni fa. I resti più antichi noti prima di questi erano quelli trovati in Etiopia a Omo Kibish, risalenti a 195.000 anni fa.

La maggior parte dei ricercatori pensava che tutti gli esseri umani oggi viventi discendessero da una popolazione vissuta nell’Africa orientale 200.000 anni fa. “I nostri nuovi dati mostrano invece che i Sapiens erano diffusi per tutto il continente africano già 300.000 anni fa. Molto prima della loro diaspora fuori dall’Africa, erano quindi migrati anche all’interno del continente nero, rileva Hublin.



Il Fatto quotidiano

 

 

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Articolo pubblicato il 11/04/2018