GATTO PANCERI, il nuovo album "Pelle d'oca e lividi": l'intervista
Gatto e il suo inseparabile Jack Russell "Super", a cui è dedicato il disco

Gatto, cominciamo con una domanda magari banale, ma credo necessaria: sei soddisfatto di come sta andando “Pelle d’oca e lividi”?

Sono molto soddisfatto e anche sorpreso, perché quando tu manchi da quattro, cinque, sei anni da questo ambiente, magari come nel mio caso perché stai facendo un grande lavoro, ma lo sai soltanto tu, magari hai paura che chi ti segue si dimentichi di te. invece, a quanto pare, c’è un pubblico che aspettava con voglia il mio nuovo lavoro, quindi è stata una grossa sorpresa vedere che uscivano i dischi, da Amazon soprattutto, perché nei negozi è un po’ più dura, poi essere stato primo su iTunes per parecchi giorni; ripeto, è stata una sorpresa proprio perché io, che fondamentalmente sono una persona umile (sorride, ndr), mi son detto…pagherò lo scotto di questi anni di assenza…invece mi hanno sorpreso, i miei fans. Direi che i miei estimatori erano “vogliosi” di questo disco.

Te l’aspettavi?

No! Pensavo di metterci molto più tempo a comunicare che il disco era uscito. invece c’è un pubblico ancora “vivo” di Gatto Panceri che ha risposto subito!

Quattro anni di sudore, fatica, magari anche rabbia, momenti in cui magari volevi mollare tutto: come li riassumeresti?

Guarda, quando fai un disco, per la prima volta completamente auto prodotto e auto arrangiato, devi misurarti in parecchi ruoli, chiaramente. Nei dischi precedenti mi sono affidato a un produttore ed a un arrangiatore, quindi avevo le spalle coperte. Il lavoro è stato lungo anche perché quando produci e arrangi da solo, ed è la prima volta, fai anche degli errori, quindi magari fai un pezzo, poi lo remixi, lo risuoni; direi che e stato…tribolato. una bellissima avventura. adesso poi, che è finita e d è venuta bene, ti dico che la rifarei! Però, come giustamente hai detto tu, durante il percorso ci sono stati momenti in cui mi sono detto…sarò in grado di finire il lavoro come ce l’ho in testa? E’ andata come doveva andare. Poi ho incontrato Roberto Guarino, al quale devo moltissimo per questo disco, col quale mi sono trovato benissimo nel mixare i pezzi, anche se li avevo già mixati da solo in un altro studio a Milano, quindi immagina… A metà lavoro ho cancellato tutto e ricominciato tutto da capo. Ecco perché è stata lunga. se dovessi rifarlo adesso ci metterei la metà del tempo. diciamo che ho pagato lo scotto della prima esperienza da produttore e arrangiatore, ma è andata bene lo stesso.

Come ti sei trovato in questa nuova esperienza?

Molto bene da un punto di vista creativo perché qualunque cosa mi venisse in mente, la potevo applicare perché avevo, diciamo così, il dominio di ogni decisione. Però quando sei da solo a decidere a volte ti manca quell’alter ego con cui confrontarti. Ti senti molto responsabilizzato: ogni cosa che fai, sai che l’hai scelta tu, nel bene e nel male. Quindi, ripeto, una volta che sei arrivato alla fine e sei contento, è una grande soddisfazione, però, arrivare alla fine contento, non è stato facile (sorride, ndr).

Tu sei molto attivo sui social, quindi mi viene spontaneo chiederti: per un artista, per Gatto Panceri, nella fattispecie, quanto è importante questo nuovo mezzo di comunicazione, per far conoscere il proprio lavoro?

Guarda, il risultato di vendita del mio nuovo disco, nel primo mese, è da assegnare principalmente ai social, al rapporto che ho avuto in questi anni con i fans, tramite le mie pagine Facebook, Instagram eccetera. Praticamente tenevo aggiornato il pubblico sui progressi del mio lavoro sui social. Poi devo ringraziare tutti i giornalisti che hanno scritto in questo mense, le radio meno, perché stanno partendo adesso; quindi se non ci fossero stati i social, secondo me questo disco sarebbe sconosciuto a buona parte del pubblico.

In “Pelle d’oca e lividi” ogni canzone ha una storia, partiamo dalla title-track: brano presentato e scartato a Sanremo. Tu ti rendi conto, e qui vorrei un tuo commento spassionato al massimo, di cosa sarebbe successo se fossi stato in gara? Ne avremmo viste delle belle.

Credo di si, perché è un pezzo rock genuino. Tratta un tema importante, perché il rock non è solo una chitarra elettrica e distorta, ma è quello che tu dici, e quando parli di lividi, della società e di bullismo, di femminicidio, senza “paraculismo”, se mi permetti il termine, la gente se ne accorge. Credo che la canzone, a Sanremo, si sarebbe ritagliata il suo spazio: musicalmente, perché è un pezzo suonato davvero, e l’orchestra avrebbe fatto un lavorone, sia come tematica, anche perché quest’anno ho sentito cose abbastanza sciacquose e tormentoni abbastanza banali. Guarda, non ti dico che sarebbe finita nello stesso modo, ma poteva essere la “”Vita spericolata” del 2018. Poteva essere il brano per me, quello che è stato per Vasco tanti anni fa. Naturalmente uscendo tre mesi dopo, ad inizio estate, addirittura siamo in controtendenza, pezzo serio in mezzo ai tormentoni estivi, però va bene così, dai.

Nel disco hai messo “Un qualunque posto fuori e dentro di te”, 1992, riarrangiata, reinterpretata, e nel brano tu suoni tutti gli strumenti. direi che entra alla grande nella scaletta, a testimonianza che, se una canzone è bella davvero, non ha età.

Si, è vero. Questa canzone è una delle più amate del mio passato. E’ stata una bella sfida riproporla in versione 2018 ed inserirla nel disco: però adesso che è in scaletta, credo sia proprio come dici tu. Quando una canzone è bella, sia che la vesti in un modo piuttosto che in un altro, ha sempre il suo fascino. comunque non è stato facile, ti confesso: quando tu hai un brano che ha avuto successo, non è sempre scontato che il pubblico apprezzi la nuova versione. Io credo che siano tutte due belle, e questa, hai ragione, in questo disco ci sta a pennello; lo considero un trait d’union fra il passato e il presente di Gatto Panceri. Poi considera che la puoi confrontare con le cose nuove: io qualche successo l’ho avuto e non è mai facile  ribadirsi e confermarsi.

Come avrai letto, nella recensione che ho fatto del tuo disco, ho voluto cercare, divertendomi a farlo, delle canzoni che potrebbero essere interpretate da altri. Ne ho individuate tre, per me numero perfetto: “Ero polvere” per Nek, “Tu mai”, per Biagio Antonacci e “Sublime” per Renga. Che ne pensi?

(annuisce mentre gli propongo le “nominations”, ndr) Cavoli, sono tre artisti, tra l’altro quasi miei coetanei, con delle voci bellissime. Tre interpreti vocalmente ineccepibili. Nek con “Ero polvere” potrebbe far esplodere la sua vocalità, perché è un pezzo molto intenso, quindi approvo la tua scelta. “Sublime” per Renga che ha una voce sublime, ogni frase di quel testo renderebbe alla grande, e “Tu mai” per Biagio può andar bene, perché lui ha una caratteristica vocale un po’ alla Battisti, voce non precisissima, ma molto comunicativa. Quest’ultima è una canzone da interpretare, e lui ci riuscirebbe benissimo.

Quindi diciamo che approvi questa mia analisi…

Certo, anche perché questa cosa, scrivere per altri o dare mie canzoni ad altri, ha caratterizzato buona parte della mia carriera, vedi Giorgia, ad esempio. Guarda, sono sicuro che se queste canzoni non le avessi messe nel mio disco, avrei trovato sicuramente qualcuno per interpretarle, anzi, me le avrebbero chieste. Ti posso dire che se scrivessi una nuova “Pelle d’oca e lividi” la proporrei a Vasco, se non a Ligabue, ti dico la verità. Questa cosa che hai fatto mi piace, perché mi sento sia cantante che autore, quindi mi piace l’idea che un mio pezzo  possa poi essere cantato da altri.

Il pezzo che io amo di più, in questo disco, è “La sola al mondo”. Voglio chiederti: quanto c’è di personalmente tuo, nel testo ?

Guarda, il concetto fondamentale è che forse l’amore vero, quello con la “A” maiuscola, viene una volta. La canzone, purtroppo o per fortuna, parla di questa cosa. Per fortuna, per quelli che magari lo identificano nella compagna di vita, per sfortuna per quelli che quella donna che era l’unica, l’hanno persa. Una canzone che ha varie chiavi: se sei felice in amore, diventa un inno. Se sei infelice e hai dei rimpianti, diventa una spada nel cuore. Probabilmente piace per questo, perché ha più chiavi di lettura. Spero comunque che per te, la canzone abbia un senso positivo…

…guarda, per me riguarda qualcosa che credevo di aver perso, e invece ho ritrovato, per non lasciarlo più…

…direi la perfezione…sono contento per te!

Grazie…e poi c’è una canzone dedicata a Super, il tuo inseparabile cane.

Beh, non poteva mancare, perché quando dividi tutto il tuo tempo con un cane, come faccio io che non sono sposato e non ho figli, diventa normale dedicargli una canzone. Non manca mai ovunque vada, adesso è qui tra di noi mentre parliamo (ride, ndr), è con me nelle radio, durante i firma copie, e quindi è logico che abbia scritto per lui “Potesse parlare”, che in fondo è una canzone in cui io racconto, cito, per meglio dire, delle frasi che suppongo il mio cane mi direbbe, se avesse il dono della parola. E’ ambientata però in una ballata acustica piena di percussioni, armoniche, kazoo, chitarre, ma di stile celtico, perché il Jack Russell, che è la razza del mio Super, è di origine celtica, quindi chi sentirà questa canzone, potrà percepire questa atmosfera che la ambienta. Mi piace inserire cose diverse, generi diverse nei miei dischi: nel precedente album “S.O.S.”, c’era un brano, “Madre mia”, dedicato a mia madre, che era un madrigale  medievale, perché l’arpa rappresentava mia mamma. In questo caso, la musica celtica era perfetta per descrivere quello che rappresenta il mio cane per me.

Dedicato anche a chi ha detto che Super non esiste, che è una trovata pubblicitaria…

…purtroppo il successo è direttamente proporzionale all’invidia. Io in questo momento non ho molto successo, diciamolo, ma un pochino di invidia comincia ad arrivare. Ti dirò che sono molto contento e che spero aumenti! (ride, ndr). Comunque tranquillizziamo i detrattori: Super non è un peluche o un pupazzo, e tu ne sei testimone!

Una domanda riguardo all’etichetta: è un’etichetta indipendente, e chissà perché le major non hanno creduto in te…

…ma anch’io non ho creduto nelle major. Ho fatto un giro di tutte le case discografiche più grandi, quando ho finito il disco, per vedere se riuscivo a raccogliere qualcosa. Dato che i riscontri più positivi, parlerei di entusiasmo, sono arrivati dall’etichetta di Roby Facchinetti, ho firmato con lui. In realtà, non è che le major mi abbiano detto di no, diciamo che erano più timide nell’approccio, perché sono convinti che in Italia “tiri” solo il rap e il trap. Invece Roby mi ha detto…questo disco arriva al cuore, non è un fuorimoda, è comunque moderno senza strizzare l’occhio alla moda del momento…chiaramente preferisco lavorare con qualcuno che creda in me. Sono contento così…

…coraggiosa la scelta di pubblicare 19 tracce in un solo cd…

…effettivamente si, anche se pubblicando un doppio dc sarei diventato ricco il doppio…(ride, ndr). Ma sai, mi son detto…è tanto che manco…forse è meglio fare un disco solo, anche perché soldini ne girano davvero pochi e non volevo gravare troppo sulle tasche dei miei fans. Parlo di rispetto verso il pubblico, sostanzialmente.

Due domande per chiudere: se ti rivedremo a Sanremo e se hai intenzione di fare un “Pelle d’oca e lividi – Tour”.

Il concerto con la band è già pronto. C’è una band, composta da sei elementi, che sta provando in questi giorni e da metà luglio partirò per una serie di date, dove presenterò parecchi brani del nuovo disco e canzoni del repertorio passato. Ti garantisco che sarà un gran concerto. Riguardo a Sanremo, è vero c’è stata una bella polemica, ma non sono il tipo che sputa nel piatto dove ha mangiato. Io Sanremo l’ho fatto tre volte da cantante e altre volte come autore, quindi non chiudo le porte al Festival, che comunque ha aperto la mia carriera. Naturalmente se mi invitano e se ci sarà l’occasione. Il pezzo ce l’avrei già, figurati…staremo a vedere.

Gatto, grazie per il tempo che mi hai dedicato. Ti auguro tutto il successo possibile, soprattutto come interprete, perché come autore sei già nel gotha italiano. Un successo che meriti tutto.

Grazie davvero per l’augurio. Grazie a te per l’intervista e a Civico20 News per lo spazio che mi avete dedicato.

 

E se l'intervista non vi fosse bastata, potete leggere la recensione del disco cliccando qui: http://www.bdtorino.eu/sito/articolo.php?id=29308

 

Grazie di <3 a Tina Rossi Photographer per i bellissimi click.

 

Stay Always Tuned !!!

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 08/07/2018