L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza Sul senso serafino

Qual celestiale significato della libertà d’espressione resta irretito nel nulla-etereo informatico?

Il sesso, anzi – in politicorrettese – il genere degli angeli (e non solo loro) pare essere uno degli argomenti preferiti dalla bieca (dis)informazione informatica che sull’emerso o sommerso (deep) world-wide-web irretisce gli internauti che si barcamenano, a rischio d’annegare, nell’ondivago oceanico maremagnum di avatar, pullulante di coloriti elusivi bucanieri/hacker, nascosti ma assai concreti, che col fishing pescano polli a strascico…, abbordando, distruggendo e depredando indisturbati banche-dati, siti, blog, email, magari ricattando con minacce bullistiche di giga-gogna inobliabile gli “ingenui” frequentatori delle innominabili pornoporcherie in-linea.

 

Dopodiché, se si glissa en souplesse, per amor-di-patria, sull’immensa cretineria narcisistica dei social, sovente vomitevole sfogo di frustrazioni, banalità, livore e turpitudine linguistica (il che esula dall’oggetto di questo articolo sconclusionato), e sulla furberia dei vari avariati e-commerce criminali, illeciti o legalizzati, decisamente immorali o “eticamente discutibili”, d’assonanza anglosassone (dall’allegro reselling esentasse al rovinoso gambling/betting, all’esplosiva mega-mongolfiera dei bitcoin), e si sbircia dietro la guglia d’iceberg delle sparate sensazionalistiche, fantasiose, incredibili (e dunque credute), come comiche cosmiche, della serie palloni iperspaziali, ecco che, nell’affollata folle categoria malaticcia degli influencer, i giovani espertoni “leader del settore”, all’acqua-di-rose, sfruttano private rigaglie di esistenza, compresi gattini e gattoni di bambini acchiappaclic (dal pancione alla culla all’allattamento all’allettamento dell’“intelletto” micragnoso dei maniaco-gossippari) per arricchirsi coll’advertising dei like (i coniugi Ferragnez docent). Squallore. Estendiamo una velina-impietosa.

 

Simultaneamente, la cara, vecchia tivù ritrasmette tale mer…canzia e la monnezza risultante torna subito sui nuovi media – e viceversaad infinitum: qui il riciclo della spazzatura funziona; peccato che si tratti di rifiuti tossici indifferenziabili! (No, no, nooo!)

 

Insomma, siamo a commentare l’incommentabile. L’incommendevole. L’immangiabile indigeribile insaziabile inspiegabile. Alla caccia della faccia del volpone. Niente-di-niente. Il nulla-etereo.

 

Peggio: bugie. E, addirittura, menzogne manipolate, farlocche, false fake (al quadrato), ovverosia apocrife e non tanto concepite allo scopo – con scoop – di attaccare l’obbiettivo esplicito dell’invettiva, cui sembravano rivolte, quanto invece astutamente congegnate apposta per esser smascherate, e sput… ehm… sporcare la reputazione digitale dell’ipotetico autore indicato quale colpevole dell’ideazione e diffusione della calunnia inetta, contando che l’inerente rettifica del poveretto che rivendica giustamente la propria innocenza passerà inosservata, inascoltata, o, ad ogni modo, non accertabile al cento-per-cento; e rimane, incancellabile, la macchia. Machiavellica macchinazione.

 

Per carità, è un fenomeno endemico, nell’ambito della divulgazione, dall’epoca di Noè (avec lui, le deluge…), però mai assurto all’assurdo livello presente di pervasività, stupidità e pericolosità (dalla bufala della mucca-pazza ai vaccini considerati morbiferi, eccetera eccetera)!

 

Idem, mutatis mutandis (si scusi il latinorum), succede sulla residua carta inchiostrata dei quotidiani e periodici in uscita dalle tipografie a laser, indegne eredi delle gloriose rotative e rotocalchi d’antan, in un campo occupato da “editori impuri” legati ad interessi di gruppi economico-industriali e/o partitici esterni, non di rado adombrati da oscure inconfessabili filiazioni dal profumo mafiomassonico. Nell’empireo nebuloso del Belpaesello piccolo piccolo signoreggiano gli svolazzanti gazzettini debenedettini, accoppiatisi colle testate agnelline degli Elkann, transfughi nei pascoli fiscali olandesi, nonché i mattinieri messaggeri caltagirovaghi e i fogli berlusconiani del fratellino dell’ex Cavaliere; sul grande scenario mondiale, poi, si giocano la conquista della piazza globale, in una sanguinosa guerra tra lupi-mannari di Wall Street – trincerati nell’Olimpo di una ristretta élite divina di potentissimi colossi conglomerati, prevalentemente americani –, i titani multidimensionali Apple, Google/Alphabet, Amazon/Nash (del creso Bezos), NewsCorp (con Dow Jones & Co.) di Murdoch, CBS/Viacom, Disney-ABC – che ha catturato la Fox –, Comcast (NBC) – che è in procinto di salire a comprarsi Sky –, AT&T – che, con grave scorno di Trump, ha appena acquisito gli asset di Time-Warner (tra cui la CNN) per 85 miliardi di dollari (mica bruscolini!) – e un pugno di competitori internazionali.

 

That’s the press, baby”, ribatteva Bogart/Hutcheson al boss che gli intimava di impedire la pubblicazione; “and there’s nothing you can do about it, nothing!” (nella celebre telefonata in Deadline-USA, film in bianco-e-nero del 1952) [https://www.youtube.com/watch?v=COsEP2bFuTA]. Altri tempi. (Del resto, la prima censura patita costituisce il raggiungimento della meggiore-età per un giornalista o scrittore; con la querela – immeritata – per diffamazione si conseguono i crismi della maturità.)

 

Tuttavia, tornando a-bomba sul tema d’esordio e spulciando la De Coelesti Hierarchia dello Pseudo-Dionigi Areopagita, l’alato San Michele (protettore delle Forze-dell’Ordine) che, brandendo la sciabola fiammeggiante, sfratta Adamo ed Eva dall’Eden, figurerebbe, ad esempio, piuttosto mascolino; così i Troni e le Dominazioni; le Virtù (con le dovute eccezioni) sarebbero, al contrario, di spettanza muliebre, mentre cherubini e serafini sopraffini si mostrerebbero francamente un pochetto femminielli

 

Si chiacchera di bazzecole. Sciocchezze paradisiache. Eppure là fuori, “sul terreno”, c’è ancora chi lotta e muore per documentare la realtà dei fatti e per la nostra inalienabile esigenza di venirla a sapere. Dall’èra di Gutenberg ad adesso, cronisti, fotoreporter e videoperatori, professionisti o dilettanti, conosciuti o no, ci han lasciato la pelle (e… pellicola) ai quattro angoli del planisfero: circa 1000 ammazzati in dieci anni, secondo l’allarme lanciato il 2 novembre dal segretario dell’ONU Guterres; 88 nel 2018, 54 tenuti in ostaggio, i responsabili dei delitti spesso impuniti; di recente, ricordiamo le vittime Daphne Caruana Galizia (Malta), Anna Politkovskaja (Russia), Giulio Regeni (ricercatore italiano in Egitto, lungamente torturato e brutalmente trucidato), Andy Rocchelli e Andrey Mironov (crivellati dai proiettili dei cecchini in Ucraina), Guillermo Cano Isaza (colombiano, dell’Espectador, freddato dai narcos), Jamal Khashoggi (columnist arabo del mitico Washington Post, “disperso” nello sconsolato Consolato Saudita ad Istambul, probabilmente “interrogato”, mu/ti/la/to, de/capitato, s-mem-bra-to – si perdoni la crudezza dei det/tagli granguignoleschi –, assassinato e disciolto nell’acido, forse da uomini della scorta di Sua Altezza Mohammed bin Salman, a volersi fidare delle deduzioni degli investigatori turchi). E l’elenco non terminerebbe…

 

Non impegnarsi a difendere, con umile fierezza, l’indipendenza di pensiero e d’opinione significa dimenticare il sacrificio degli innumerevoli militi-ignoti della notizia, eroici martiri della parola e dell’immagine, cui, in prossimità della Commemorazione dei Defunti, rendiamo grato omaggio.

 

Onore ai caduti per la libertà di stampa.

 

Viva la verità!

 

 

Sempiterna.

 

 

Enrico S. Laterza

 

 

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Articolo pubblicato il 04/11/2018