Melborne – ennesimo attacco terroristico – non si può abbassare la guardia.

La psichiatria e i profili del terrorista - ce ne parla il prof. Picozzi.

Il primo identikit del terrorista che, a Melbourne, ha ferito due persone e ucciso un nostro connazionale, stimato commerciante in Australia, Sisto Malaspina, è quello di una persona disturbata, con piccoli precedenti per droga, la figura ideale per chi recluta, via internet, terroristi.

30 anni, arrivato negli anni 90 in Australia dalla Somalia. 

 

Si è lanciato in un concitato attacco contro la polizia, dopo avere ucciso l’italiano Malaspina e ferito altre due persone, prima di essere colpito a morte.

Si era radicalizzato attraverso la propaganda diffusa su internet dallo Stato islamico, ha spiegato il vice capo della polizia federale e, le bombole esplose sul fuori strada, hanno fatto pensare che il terrorista volesse creare un alto volume di vittime. Privato del passaporto tre anni fa, non era però stato sorvegliato dai servizi di sicurezza.

 

Ma come individuare un terrorista, quali possono essere i segnali di riconoscimento? Ce lo spiega il noto psichiatra e criminologo, prof. Picozzi, individuando 7 profili:

 

  1. al primo posto ci sono i terroristi che storicamente sono definiti personaggi carismatici che, di solito, fanno da front-men verso i media. Quando vengono impiegati negli attacchi suicidi, sono difficili da riconoscere. Questi soggetti sono soggetti che hanno uno zelo assoluto nelloperare e una grandissima attenzione, per il timore che il piano non vada a buon fine. Un piano interrotto, scoperto, potrebbe gettare discredito sull organizzazione che è un’eventualità ancora peggiore della loro morte;
  1. al secondo posto ci sono soggetti presi dalla rabbia, sono giovani ragazzi che aderiscono all’ideologia solo perché rappresenta per loro carburante per la loro rabbia e per la loro frustrazione;
  1. al terzo a posto, ci sono i pragmatici, quelli che, in realtà, si accostano al terrorismo perché pensano di realizzare qualcosa di tangibile o vengono avvicinati e arruolati anche solo perché a loro viene dato del cibo e viene data la possibilità di fare bella figura con la famiglia di provenienza. Quindi persone che credono di avere benefici e di non avere alcun coinvolgimento di tipo pericoloso, cosa che ovviamente non avverrà mai;
  1. unaltra categoria, è quella che noi riscontriamo nei killer isolati, detti lupi solitari, che hanno il terrore di morire senza che nessuno si ricorderà di loro. Sono alla ricerca della fama e quindi per loro, questo vuol dire donare a loro la possibilità di arrivare ai giornali, che è una cosa fondamentale;
  1. al quinto posto, ci sono coloro che si definiscono i me to gay - ci sono anch’io ragazzi – impalpabili, con un’autostima inesistente. Coltivano una costellazione di adesioni a gruppi, associazioni, club. Per loro, appartenere a un gruppo è fondamentale. Vivere, esistere fuori dal gruppo, vuol dire essere assolutamente nulla, non esistere;
  1. al sesto posto ci sono i malati di mente. Si dice sempre più spesso negli studi psichiatrici, che la malattia di mente si trova sempre di più nei terroristi, anche se Picozzi ha qualche perplessità, perché in genere, chi ha disturbi psichiatrici ha atteggiamenti antisociali. In genere non rispettano gli obblighi, se ne infischiano delle regole. Questo tipo di comportamento non è visibile, non è evidenziabile. Certamente coloro che aderiscono a questo profilo, partono spesso da una posizione paranoica. Sono sospettosi, malfidati ma questo aspetto, non rende questa categoria riconoscibile;
  1. per ultimo ci sono i lupi solitari che, tipicamente sono persone con un addestramento relativo, anche se tra loro ci possono essere soggetti profondamente addestrati.  sc

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 24/11/2018