La pacchia (non) è finita.

Per Salvini la pacchia sta per finire, ma per chi?

Come dice spesso il Ministro dell’Interno Salvini, “la pacchia è finita”, ma a vedere quello che è accaduto per l’approvazione della Legge di Stabilità, ci sarebbe da domandarsi “la pacchia è finita?”.

Abituati ormai da alcuni anni a leggi che vanno avanti a suon di voti di fiducia, con un Parlamento sempre più inutile, con l’approvazione della Legge di Stabilità per l’anno che verrà, non solo si è ricorso in extremis a un maxi-emendamento, ma non si è avuto alcun dibattito né in Commissione né nell’aula parlamentare.

Naturalmente è sempre tutta colpa dell’Europa che ci ha fatto perdere tempo, costringendoci a far passare velocemente i provvedimenti per la legge più importante dell’anno per evitare quell’esercizio provvisorio che, tuttavia, la Costituzione prevede possa essere utilizzato sino a quattro mesi dell’anno successivo.

Invece no, se il popolo decide (ma quale popolo poi!) allora tutto è concesso, anche il venir meno dell’utilizzo di quel Parlamento votato proprio dal popolo.

Tornando alla questione del “la pacchia è finita”, bisognerebbe dunque rendersi conto che invece continuerà, soprattutto per i parlamentari a cui non resterà che dormire vista la palese inutilità, in epoca di democrazia diretta in salsa Cinque Stelle.

La pacchia non è neanche finita per quei milioni di cittadini che non trovando lavoro saranno costretti a vivere per anni a spese dello Stato attraverso il reddito di cittadinanza (solo a Napoli il tasso di disoccupazione è del 25% e allora hai voglia a sperare che gli inefficienti centri per l’impiego riescano a garantire addirittura 3 proposte di lavoro!).

Se poi si è lavoratori autonomi con reddito medio basso e si ha intenzione di crescere, attenzione a non essere troppo produttivi, poiché sino a centomila euro all’anno si ha una flat tax del 20% ma appena un euro sopra si torna alla stangata del 43%: meglio la pacchia allora?

Pacchia anche per alcuni furbetti che, sebbene per somme ridotte, hanno evaso il fisco o i contributi previdenziali: niente paura, un piccolo condono e si è a posto.

Ultima pacchia va ai concessionari degli stabilimenti balneari che potranno dormire sonni tranquilli con la proroga per altri 15 anni, invece che pensare di liberalizzare il mercato cambiando concessioni e dandole a chi magari potrebbe amministrare meglio quegli spazi.

D’altra parte, con i due vecchi maggiori partiti, PD e Forza Italia, in perenne pacchia nel lavorare a possibili alternative politiche, non resta anche a noi che fare pacchia non solo durante il periodo natalizio, ma anche oltre.

 


 

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Articolo pubblicato il 29/12/2018