Facebook, like, interattività: l’importante è esserci
La notizia massmediatica di questi giorni è quella dell’uscita del nuovo episodio della serie TV “Black Mirror” trasmessa sulla piattaforma Netflix in cui durante la puntata lo spettatore ha la possibilità di decidere interattivamente alcune scelte del protagonista.
La serie, di grande successo e che consiglio vivamente di vedere, è certamente di grande attualità, visto che vengono, seppur portati all’eccesso, messi alla luce i difetti della società dei social network e più in generale delle nuove tecnologie.
Pur non avendo visto ancora l’episodio, in uscita venerdì 28 dicembre, sentendo parlare di interattività, mi è venuto in mente un altro episodio della serie, quello in cui chi ottiene il maggior numero di insulti su un social network diviene poi la vittima reale di un particolare assassino (l’episodio si intitola “Odio universale”).
Sebbene i maggiori social network come Facebook adottino controlli sempre più automatici per quei post che vanno in conflitto con le regole del sito, la nostra società fa dei social network il mondo virtuale in cui riversare tutte le nostre vite e i nostri giudizi.
Se hai tanti follower sei qualcuno (si pensi ad alcuni influencer e blogger), ma anche se passi la giornata a dare like ti senti qualcuno, perché in fondo il web è il luogo in cui, se non ti si conosceva nella vita reale, ci si può far vedere, si può giudicare, si può essere interattivi, si può esserci anche se in maniera effimera.
E allora stop alla vecchia TV generalista, stop all’editoria (alla quale l’attuale governo ha in parte tagliato i fondi), stop al Parlamento (ora c’è la piattaforma Rousseau per decidere sulle scelte politiche).
In epoca di populismi e sovranismi, da un lato la realtà va restringendosi, in un modo che vorrebbe essere più globalizzato, per via delle chiusure territoriali, nazionalistiche, preservando i confini, e dall’altro il mondo virtuale va allargandosi, divenendo una nuova realtà dove crediamo di poter contare di più solo perché ci viene offerto il pollice alzato di un like da dare a qualcuno, ma che ci nasconde i soliti problemi che purtroppo si trovano nel mondo reale.
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Articolo pubblicato il 30/12/2018