Gli antichi Celti ……...
Gli antichi Celti utilizzavano un magnifico simbolo per rappresentare l’intreccio della nostra natura e della natura superiore: due cerchi di cui la parte bassa di uno è sovrapposta alla parte alta dell’altro, creando così uno spazio comune, quello della runa del riposo.
I due cerchi sono attraversati da un sentiero, oppure da una spada puntata verso l’alto. È il simbolo del Chalice Well a Glastonbury. L’immagine ha solo due dimensioni, provate allora a immaginare un simbolo in tre dimensioni. Meglio ancora, in quattro dimensioni, in cui le due “cupole” che si sovrappongono parzialmente rappresentano il mondo fisico spazio-temporale e il mondo spirituale delle cause.
In altre parole: Abred, il mondo delle necessità, delle limitazioni (in cui viviamo) e Gwynfyd, il mondo della beatitudine, della libertà e della pienezza (il dominio dell’uomo originale). L’immagine dei cerchi intrecciati è definita Vesica Piscis (vescica di pesce). È il vaso che porta “l’acqua di vita”, lo spazio in cui la sorgente della vita penetra nella materia.
Gli antichi associavano questo ovale, questa mandorla, a Venere; contrassegnando così con forza il mistero della “nascita” o il “dono della vita”. Nel Cristianesimo, le immagini di Cristo o di Maria sono spesso contornate dalla mandorla. Essa rappresenta la Matrice nella quale il Figlio (come Luce e creazione), procede dall’Altissimo.
In un senso liberatorio, possiamo considerarla come un ponte tra il cielo e la terra, come una porta, piena di diverse frequenze vibratorie, di suoni, di colori, di luci e di forze eteriche.
Nella quarta dimensione del simbolo, delle forze eterne affluiscono da Ceugant – il mondo primordiale e assoluto al di sopra di ogni forma e di ogni limitazione – per diffondersi all’interno degli altri due mondi come Amore, Saggezza e Forza.
Abbi dunque un sorriso per il tuo prossimo,
cercatore, pellegrino come te.
La collera non fa che aumentare la sofferenza;
l’amabilità ne è il rimedio.
Non appesantire il cammino
con il tuo sguardo corrucciato;
una buona parola, un dolce sorriso
alleggeriscono un gran numero di fardelli.
E. Wheeler-Cox
Articolo tratto dalle pubblicazioni di: Edizioni Lectorium Rosicrucianum
Scuola Internazionale della Rosacroce d'Oro
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Articolo pubblicato il 10/03/2019