Salvatore Ottolenghi. Le impronte digitali in Polizia scientifica e Medicina legale

Il nuovo libro di Andrea Giuliano è dedicato al fondatore della Polizia Scientifica italiana, laureato dell’Università di Torino e assistente di Cesare Lombroso

Dopo il libro “Impronte digitali. Lineamenti di dattiloscopia” (Minerva Medica, Torino, 2014), Andrea Giuliano, Sostituto Commissario della Polizia di Stato, dattiloscopista del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica di Torino, propone ora il volume “Salvatore Ottolenghi. Le impronte digitali in Polizia scientifica e Medicina legale” (Minerva Medica, Torino, 2018).

Giuliano ha già dimostrato la sua grande devozione nei confronti del professor Salvatore Ottolenghi (Asti, 20 maggio 1861 – Roma, 20 marzo 1934), medico allievo di Cesare Lombroso, promotore della Scuola di Polizia Scientifica di Roma, avviata in via sperimentale nel 1902 e istituita nel 1903: gli ha dedicato il suo precedente libro ed ora ne enfatizza l’affermazione “Non si umilia la scienza a occuparsi di Polizia. No, anzi si eleva”.

Studioso di fama internazionale – non scienziato, termine che aborriva – Salvatore Ottolenghi vive perseguendo un programma di didattica e di pratica. Si divide, infatti, tra la cattedra e il tavolo di lavoro, tra allievi e “pazienti”.

Tra le file dei primi possono incontrarsi guardie, medici, avvocati, giuristi; per gli altri il quadro è rappresentato principalmente dal detenuto e dal cadavere.

Ottolenghi guarda sempre al problema dell’identificazione personale che ritiene essenziale nelle vicende giudiziarie: rivolge la sua attenzione alle impronte digitali riconoscendone l’altissimo valore poiché uniche, immutabili, di facile rilevazione e di rapida comparazione. Grazie a queste proprietà le impronte divengono una delle icone più espressive della sua opera.

Ottolenghi consola gli inariditi dalla quotidianità, dalla burocrazia sterile; il suo essere riformatore rappresenta ossigeno per gli amanti del fare e non del solo apparire. Lo spirito appassionato di Ottolenghi è energia pura per i nuovi attori che oggi si affacciano alle scienze investigative e può risultare terapeutico per chi, già impegnato nel forense, sta cercando idee, entusiasmo e un vero progetto – serio – in cui credere e lavorare.

Indirizzato principalmente all’impiego delle impronte digitali – metodo di identificazione più diffuso a livello globale – il volume racchiude qualche pagina lasciata da un uomo eccezionale, Ottolenghi, spirito riformatore, mente ingegnosa capace di dare vita a un nuovo Mondo, dedicando a esso ogni energia.

Agitatore di uditori, fine conferenziere, Ottolenghi è il gigante del fare.

Crea una Scuola d’avanguardia per l’insegnamento della Polizia scientifica, istituisce servizi investigativi, in una decina di anni mette in moto un centinaio di gabinetti segnaletici dotati di istruzioni operative e del materiale necessario. Lavora per un nuovo Istituto di medicina legale che costa vent’anni di sacrifici e che vale un’eccellenza italiana nel mondo; si tiene in contatto con una sessantina di uffici all’estero attraverso i quali, ad esempio, riconoscere il cadavere ignoto spedendo, a vista, le sue impronte.

Ottolenghi è il convinto sostenitore di tante innovazioni, su tutte il passaporto con impronta digitale o la carta d’identità che promuove anche al fine di identificare persone sconosciute. Ottolenghi attua la trasmissione elettronica delle impronte per i confronti internazionali.

Celebre poi il suo cartellino segnaletico con la fotografia fronte-profilo e i quadratini per le impronte.

Tutto questo viene magistralmente esposto nel volume “Salvatore Ottolenghi. Le impronte digitali in Polizia scientifica e Medicina legale”, che Andrea Giuliano ha redatto conducendo i suoi studi al di fuori dal normale orario di servizio, e i cui compensi d’autore sono stati destinati in beneficienza all’Associazione Penelope Italia Onlus (famiglie e amici delle persone scomparse).

Il volume “Salvatore Ottolenghi. Le impronte digitali in Polizia scientifica e Medicina legale”, di Andrea Giuliano, sarà presentato nel corso dell’incontro “L’IDENTIFICAZIONE PERSONALE GIUDIZIARIA: DALLA LENTE DI INGRANDIMENTO AL RICONOSCIMENTO BIOMETRICO (AFIS)” che si terrà venerdì 12 aprile 2019, alle ore 9:30 presso l’Aula magna del Palazzo del Rettorato dell’Università degli Studi di Torino, in via Po n. 17. Questo il Programma: dopo il Saluto delle Autorità, parleranno Silvano Montaldo, Direttore del Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” di Torino, sul tema “L’Antropologia criminale di Cesare Lombroso”; Alessandro Bargoni (Accademia di Medicina di Torino) su “Accademia e anti-accademia: Salvatore Ottolenghi e la cultura medica torinese”; Sabrina Castelluzzo (Dirigente del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica di Torino) su “La Polizia Scientifica italiana”; Rossella Salvati (Sostituto Procuratore della Repubblica di Torino) su “La valenza della prova dattiloscopica in ambito processuale”.

Sarà presente Giuliano Ottolenghi, nipote del Professor Salvatore Ottolenghi.

Al termine dell’incontro sarà servito un rinfresco.

Un’originale mostra di documenti sarà curata dall’Autore del volume.

Per tutta la giornata sarà possibile visitare gratuitamente il Museo di Anatomia umana “Luigi Rolando” e il Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso”, ubicati in Corso Massimo d’Azeglio 52 a Torino.

 

Andrea Giuliano

Salvatore Ottolenghi. Le impronte digitali in Polizia scientifica e Medicina legale

Edizioni Minerva Medica, Torino, 2018

pp. 160 - 12,00 € (proventi d’autore in beneficenza)

 

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Articolo pubblicato il 06/04/2019